Il ventinove febbraio il Liverpool perse tre a zero sul campo del Watford; sconfitta che costò ai Reds non tanto dal punto di vista della classifica quanto per la possibilità di non poter eguagliare il record stabilito dall’Arsenal nella stagione 2003/2004; i Gunners, infatti, sedici anni fa vinsero il campionato senza mai perdere una partita (ventisei vittorie e dodici pareggi). Una stagione incredibile quella dei ragazzi di Arsène Wenger capace di scrivere una delle pagine più importanti nella sua lunga carriera (ventidue anni) alla guida dell’Arsenal. Andiamo a rivivere una squadra meravigliosa passata alla storia con il nome di “the invicibles”.
Il Chelsea di Abramovich, il Manchester United di Alex Ferguson; due vere e proprio corazzate della Premier League che non poterono nulla contro la perfezione dell’Arsenal. Tra i pali Lehmann, uno dei pochi portieri nella storia dei Gunners ad aver garantito sicurezza e continuità di prestazioni; le sue parate furono determinanti nell’arco di una stagione chiusa con soli ventisei goal al passivo (miglior difesa del campionato). Davanti all’estremo difensore tedesco una linea composta da Cole-Campbell-Toure-Lauren con i due centrali a garantire forza fisica, abilità nel gioco aereo ed estrema pulizia nei contrasti; per quanto riguarda i due laterali, invece, in quella stagione si mise in mostra un giovane Ashley Cole bravo soprattutto nella fase di spinta. Passando a centrocampo, possiamo definirlo come un reparto perfettamente assortito. Il capitano, Patrick Vieira, era il trascinatore della squadra con la sua intelligenza tattica, un fisico dominante ma anche una discreta tecnica di base; il suo compagno, Gilberto Silva, rendeva impenetrabile la mediana Gunners. Ai due lati tanta qualità nei piedi di Pires e Ljungberg la cui capacità di saltare costantemente l’uomo metteva in seria difficoltà le difese avversarie. I due amavano partire dall’esterno per accentrasi e poter dialogare con le due punte, Bergkamp ed Henry. Una coppia perfetta sotto tutti i punti di vista; l’olandese, dotato di una classe cristallina, si muoveva tra le linee non dando nessun punto di riferimento agli avversari mentre monsieur Titì era il giocatore incaricato di risolvere le partite. Le giocate del francese, la sua abilità nei calci piazzati e la sua immensa tecnica hanno permesso all’Arsenal di risolvere più di una situazione complicata.
Formazione completa sotto tutti i punti di vista: forte fisicamente, tecnica, con enorme qualità e anche una panchina niente male. Wenger, infatti, poteva contare su giocatori come Wiltord e Reyes (acquistato nella finestra di mercato invernale) in grado di far rifiatare sia gli esterni di centrocampo sia Bergkamp. L’unico veramente intoccabile, per ovvi motivi, era Henry. In quella stagione meravigliosa sono stati due i momenti chiave: il 4-2 contro il Liverpool (Henry, con una tripletta, ribaltò il momentaneo due a uno dei Reds) e il pareggio per 2-2 nel derby con i rivali storici del Tottenham. Anno fantastico vissuto in quel di Highbury da parte di una squadra capace di entrare nei libri di storia grazie a trentotto partite perfette. L’imbattibilità in Premier League, persa la stagione successiva nel match con lo United, ci ha lasciato una squadra ed un tecnico superiori alle rivali.
L’Arsenal di Wenger non è stato l’unico club a vivere una stagione da sogno; nel 1888/89, infatti, fu il Preston North End a compiere l’impresa di non perdere nemmeno una partita tra campionato e coppe. Due squadre diverse ma anche simili; entrambe, infatti, hanno scritto una pagina indelebile nella storia della Premier League.
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