Altro che Young Boys. Meglio l’usato sicuro. Il Barcellona cala la manita agli svizzeri e si regala una notte di serenità dopo diverse amarezze. Tutto sotto controllo a Montjuïc, in una partita che è servita a ritrovare, più che altro, fiducia e condizione atletica e a consacrare Raphinha e Lewandowski.
Classica vittoria scacciacrisi: e torna De Jong
Eppure il Barcellona, prima del calcio di inizio, aveva solo da perdere: un risultato negativo dopo la sconfitta a Pamplona sabato scorso e la disfatta in casa del Monaco nella prima giornata europea, rischiava di complicare la situazione. Dal porto delle nebbie, invece, esce un Flick con il timone saldamente in mano, complice anche l’atteggiamento degli ospiti. Young Boys arrivato in Catalogna con la precisa idea di non prenderle e di piazzare il pullman davanti alla porta. Anche sapersi difendere, però, è una qualità che evidentemente non fa parte del bagaglio tecnico e tattico degli svizzeri, sotto di un gol già dopo 480 secondi di gioco. Quanto basta per capire che la notte sarebbe stata lunga e buia. Al contrario di quella di Frenkie de Jong, tornato a giocare cinque mesi e dieci giorni dopo aver subito l’infortunio alla caviglia destra che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco dal 21 aprile. Subentrato a Yamal, l’olandese piazzatosi come doppio perno a centrocampo, non è apparso troppo in partita ma è entrato in campo senza paura, spendendosi nei contrasti e nel gioco aereo. Alla fine, prestazione non indimenticabile, ma in questo momento è importante giocare e chiudere senza problemi fisici. Il resto arriverà.
L’usato sicuro: Raphinha e Lewandowski
Era la partita ideale per andare a caccia di gloria, ma alcuni elementi del Barcellona hanno indossato il vestito buono per la serata di gala che lascia ottime indicazioni a Flick al di là del risultato. Pedri ha recuperato la sua versione migliore. Si muove e fa muovere la squadra con la precisione di un orologio svizzero. Lewandowski vive la sua terza giovinezza. Ha segnato due gol. Sono otto gol in dieci partite. Al polacco evidentemente resta ancora un (bel) po’ di calcio ad alto livello davanti a sé. Raphinha, invece, incanta: assist e gol, ma è solo la punta dell’iceberg della straordinaria prestazione messa in campo dal brasiliano. Vederlo giocare è un piacere: un compendio del giocatore totale, con e senza palla. La fascia da capitano è più che meritata nonché giustificata dai numeri e dal peso specifico. Contro il Valladolid una tripletta e un passaggio decisivo, doppietta al Villarreal, assist anche contro Valencia e Rayo. C’è un Barcellona quando si accende e uno quando è sottotono. Sinora 6 gol e 4 assist su un totale di 31 gol. Vale da solo il 30%. I più maligni diranno di aspettare un big match: arriverà anche quello e la sensazione è che il brasiliano non si farà trovare impreparato all’appuntamento.