Rieccoci. Välkommen tillbaka. E’ tornata in campo l’Allsvenskan, recentemente ne ho parlato a proposito dei maggiori botti di calciomercato mentre oggi mi tocca informarvi sulla situazione dopo quanto avvenuto nella prima giornata.
Alle 13 di sabato, ci ha pensato IFK Göteborg-Malmö ad aprire le danze della stagione. Nella pancia del Nya Ullevi, che il 9 e 10 giugno ospiterà il Summerburst (noto festival di musica elettronica, ndr), quel che ne è uscito al 90′ è un pari che di fatto conferma e smentisce molte previsioni. Intanto sancisce come gli Himmelsblått non siano per forza imbattibili (e al fine di un maggior spettacolo conviene ribadirlo più e più volte), mentre conferma le ottime aspettative che si erano sollevate a proposito della stagione dei padroni di casa. Lennartson, tecnico degli Änglarna, ha scelto di stupire tenendo in panchina ben tre pedine importanti nel suo scacchiere (il mediano Razak, l’ala boliviana Smedberg-Dalence e la punta Hysén) e proponendo un coriaceo 4-2-3-1. Quanto a Pehrsson, 4-4-2 scolastico volto a sfruttare le folate di Tobias Sana sulla corsia mancina e del dirimpettaio Magnus Wolff Eikrem: davanti, manco a dirlo, l’inossidabile capitan Marcus Rosenberg. Se le scelte del tecnico dell’IFK possiam dire abbiano sortito effetto (minuto 8: corner di Albaek e zuccata perentoria di Mikael Boman), quelle del collega non han fatto lo stesso. All’inizio del secondo tempo Eikrem è stato rimpiazzato da Jeremjeff per un 4-3-3 puro, e i blåe sono arrivati al pari firmato dal polacco Cibicki su torre di Lewichi. E nulla più fino alla fine.
Buona la prima dell’Halmstads, che all’Örjans Vall ha battuto l’Östersunds per 1-0. A proposito, lo stadio del club avvenne un episodio particolarmente curioso della storia del calcio svedese. Ne parlo qui per GolSerieA: in pratica era successo che durante i playoff per gli Europei in Repubblica Ceca del 2015, la Francia aveva ipotecato il passaggio del turno e Kurzawa si era lasciato andare ad un’esultanza poco pacata. Peccato però che poi la Svezia abbia trionfalmente rimontato, e Guidetti abbia preso non poco in giro l’allora terzino del Monaco a suon di sfottò. E’ una storia carina e spassosa, dateci una letta se avete tempo. Comunque l’Halmstads ha vinto: e lo ha fatto grazie ad un giovanissimo ragazzo (classe ’99, quindi 17 anni). Il talentuoso esterno di centrocampo risponde al nome di Sead Haksabanovic, e se vi segnate il suo nome potreste vantarvi di aver visto sbocciare un talento. Poi non dite che non vi avevo avvertito: il suo sinistro è sufficientemente caldo. Merito dell’allenatore, Jan Jönsson, che lo ha scelto pure sapendo di dover per forza di cose metter un tappullo sugli esterni in vista dei duelli in inferiorità numerica contro il 3-4-3 puro del collega Graham Potter. E se il buongiorno si vede dal mattino…
Non troppo buona è stata la partita dell’AIK Solna, che contro l’Häcken non è andata oltre lo 0-0 casalingo. Non buona alla luce delle aspettative che pendevano sulle teste di Krpic (chiamato a raccogliere l’eredità di Alexander Isak) e Goitom (partner del bosniaco in avanti). Ad ogni modo, è interessante andar più a fondo del bizzarro 3-1-4-2 che il pazzo Rikard Norling ha attuato. Non una novità, certo, ma ad ogni modo sarebbe a mio dir carino andare a fondo della questione e scoprire le motivazioni e le dinamiche dietro ad un modulo che a molti potrebbe sembrar anacronistico. Ne parlerò, un giorno. Non adesso: la partita è stata abbastanza equilibrata, e gli ingressi delle punte Denni Avdic ed Eero Markkanen non hanno scalfito un pari che alla luce di quanto visto sul rettangolo di gioco è giusto. Fermo restando che l’AIK avrebbe potuto osare leggermente di più, specie nel finale (quando gli ospiti sono rimasti in 10 a causa dell’espulsione di Mohammed).
Le reti che non si son viste a Solna si sono palesate alla Norrporten Arena di Sundsvall, dove l’Eskilstuna è stato sconfitto 3-1: Peter Wilson, Lars Gerson e Marcus Danielsson hanno reso inutile l’iniziale vantaggio di Sasa Matic (grandissima rete: chissà che non volesse crossare solo) compiendo una rimonta che fa ben sperare i Giffarna. Il 3-4-1-2 di Joel Cedergren va a meraviglia, bilanciato e compatto. La preponderanza dei padroni di casa sulle palle alte è stata decisiva, visto che sia la prima che la terza rete sono arrivate su colpi di testa. E dal 72′, quasi a voler coronare una già ottima giornata, ecco il debutto di Linus Hallenius.
Nell’aprile 2016 ha avuto origine l’Östgotaporten. E no, non si tratta di un nuovissimo impianto nella città di Norrköping, bensì è semplicemente il nuovo nome dell’ex Nya Parken. L’ennesima storia di uno stadio a cui viene imposto un nuovo nome a causa delle volontà degli sponsor è un tema accattivante: fatto sta, questa è la seconda stagione in cui l’IFK vi gioca. L’anno scorso, al debutto casalingo (2° turno), la squadra di Jens Gustafsson maltrattò l’Häcken (4-1), quest’anno è toccata la stessa sorte all’Hammarby. Il duello tra i due 4-4-2 in campo è stato vinto dai padroni di casa, che hanno capitalizzato al massimo un colpo di testa su calcio d’angolo (il solito Sebastian Andersson) e un gran sinistro da fuori area (il 20enne mediano Filip Dagerstal), rendendo vana la rete di Rômulo Cabral, avvenuta solo al 91′, quando il suo Hammarby era ridotto in 10 per l’espulsione di Martinsson. Un calo di concentrazione che ha certamente rischiato di esser pagato a caro prezzo: con formazioni più valide qualitativamente, vietato sbagliare.
Bene anche l’Örebro, che all’esordio ha rovinato la serata al Jönköpings, nel primo dei tre posticipi di questa giornata. Dopo 13′ ci ha pensato Ferhat Ayaz a firmare il vantaggio, prima di uscire poco dopo per infortunio. Al rientro in campo (dopo l’intervallo) l’inglese Daryl Smylie ha incornato il pari per il Södra, mentre il definitivo 2-1 porta la firma di Nahir Besara: bravissimo a crederci, il numero 10 bianconero, dopo un calcio di rigore che il portiere ospite Kobozev aveva respinto.
La bellissima Guldfågeln Arena, inaugurata nel 2011, è uno degli impianti secondo me più scenografici. Di notte, una sfavillante luce rossa si appropria degli occhi di chiunque passi davanti a Bilen, una zona industriale nella periferia nord-ovest di Kalmar. Di giorno, talvolta, lo spettacolo avviene al suo interno. Lunedì non è stato così, coi biancorossi vittime di una manita inflitta da un Elfsborg in gran forma. E pur rinunciando al più talentuoso della sua rosa (Emir Bajrami), Magnus Haglund è riuscito a metter in campo un’autentica macchina da reti. Succede tutto nel secondo tempo, dopo una prima frazione abbastanza tranquilla (in cui l’unico aspetto notevole è stato l’infortunio di Jönsson, costretto al cambio con l’ingresso del pariruolo Horn). Un rigore di Pereira Sipião ha illuso i padroni di casa, poi letteralmente sommersi. Il tracollo avviene dopo che Diouf ha sbagliato malamente un uno contro uno col portiere ospite, e dunque dal possibile raddoppio si passa al pari. Avviene 8′ dopo con Per Frick (di testa), ed è seguito a ruota da Gustavsson (dopo aver saltato anche l’estremo difensore Söderberg), poi il Kalmar potrebbe tornar in partita ma una punizione calciata ottimamente si infrange sul palo. E’ la sfortuna, premonitrice di tante altre reti, ma tutte degli avversari. Comincia Jebali, di nuovo Gustavsson, ancora Jebali. E il cinque era ormai servito. Nulla han potuto i fratelli Elm: Peter Swärdh ha schierato dal 1′ il difensore Viktor e il centrocampista Rasmus (il più celebre, nonchè capitano), mentre al 75′ ha gettato nella mischia anche il terzo, l’attaccante David.
La sorpresa della giornata è però quella che arriva dalla Tele2 Arena, dove il Djurgårdens ha ceduto dinanzi alle fiammate del neopromosso Sirius. I 26648 paganti, in un lunedì notte quasi come tutti gli altri a Stoccolma, non hanno potuto gioire per una prova che ci si sarebbe aspettata più pragmatica. Andreas Isaksson, Jonas Olsson, Kim Källström e Gustav Engvall non sono riusciti a risolvere un match contro la coriacea neopromossa, che ha messo in chiave la partita grazie ad una bella doppietta dell’ala ghanese classe ’95 Kingley Sarfo. Certamente, signori, abbiamo di fronte un prospetto in possibile rampa di lancio. Il suo nome, qualora i suoi exploit in zona gol dovessero farsi meno radi, certamente comparirebbe nei taccuini di qualche top club. E solo il tempo ci dirà se sia stato solo un eccesso di confidenza (o una sottovalutazione dell’avversario) a giocar un brutto scherzo ai Blåränderna. Sempre che la scelta di puntare sull’esperienza non sia stata azzardata. Ma dalla Svezia è tutto, per ora. A risentirci, adjö och tack!