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Alla conquista di Vienna! Lo storico derby tra Rapid e Austria

Vienna, uno dei luoghi più affascinanti dell’intero pianeta. Non solo grande città storica, ricca di opere d’arte e di architettura che ancora oggi incantano il mondo, ma anche metropoli moderna e all’avanguardia. Quello che fu il grande Impero Austro-ungarico oggi è solo un lontano ricordo e questo fa si che risulti essere una Capitale quasi troppo grande a maestosa per la piccola nazione che è l’Austria oggi. Anche lo sport però ha un ruolo molto importante e ogni anno a infiammarla c’è una delle sfide più sentite di tutta Europa. Un derby storico, epico, un derby giocato meno volte soltanto rispetto all’Old Firm di Glasgow. Tanti stadi hanno visto affrontarsi Rapid e Austria e ora, con due impianti moderni e all’avanguardia, la sfida si è fatta ancora più accesa.

 

 

Vienna è una metropoli di quasi due milioni di abitanti, con tantissime squadre e fino agli anni ’60 non sono mancati i momenti di gloria anche per Wiener o First Vienna, eppure l’odio viscerale è sempre stato quello tra Rapid e Austria. A Hütteldorf i Verdi, nella parte occidentale e popolare della città, a Favoriten i Viola, nella parte meridionale e benestante. A dividere i due quartieri lo spettacolare Castello di Schönbrunn, casa imperiale degli Asburgo. Le prime differenze si presentarono già negli anni ’30 quando nella Capitale giocavano tutti i rappresentati del mitico Wunderteam. Cinque del Rapid e tre dell’Austria furono convocati per i Mondiali del 1934 e nel 1954, quando la nazionale ottenne il più grande risultato di sempre arrivando al terzo posto, fu l’unione del viola Stojaspal e del verde Probst a portare grandi risultati. L’idea di calcio però era davvero diversa. Cuore, sudore e corsa era questo che si voleva vedere a Hütteldorf, e per permettere a tutto il quartiere di vedere il proprio Rapid venne istituito il “Rapid-Viertelstunde“. Molte persone non potevano permettersi il biglietto per la partita e dal 1919 la società decise che allo scoccare del settantacinquesimo minuto sarebbero stati aperti i cancelli e chiunque avrebbe potuto assistere a quindici minuti di partita. La tradizione regge ancora oggi e in un’intervista di qualche anno fa, l’ex giocatore Louis Schaub disse come il tifo, pur sempre caldo e costante, subisca una variazione in quel quarto d’ora e tante volte abbia dato una marcia in più alla squadra.
A Favoriten sono invece sempre stati di tutt’altra idea. Prima di tutto la classe, la tecnica e il bel gioco e poi, ma molto poi, gli applausi per l’impegno e l’agonismo. Herbert Prohaska ha interpretato perfettamente il “giocatore da Austria” estremamente tecnico, alle volte anche un po’ lezioso, ma tremendamente bello da vedere. E il tempo non ha cambiato Vienna più di tanto, basta vedere alcuni capitani recenti delle due squadre. Stefan Schwab, duro combattente e leader del centrocampo anche se non eccelso nella tecnica a rappresentare il Rapid, e Alexander Grünwald, fine trequartista dotato di un sinistro fatato ma poco incline alla battaglia per quanto riguarda l’Austria.

 

 

La differenza si fece sempre più netta tra gli anni ’70 e ’80 quando nacquero le prime organizzazioni ultras. Come era la normalità a quel tempo in tutta Europa, lo scontro calcistico divenne anche scontro politico con il Rapid che si avvicinò a una cultura e ideologia di sinistra, mentre l’Austria si affacciò sempre di più al nazionalismo e alla destra. Ci sono stati tantissimi cambiamenti all’interno delle Curve e i gruppi principali hanno una vita abbastanza recente. Al centro del Block West dell’Allianz, la casa del tifo più acceso dei Grüner, c’è il gruppo Tornados che nacque nel 1996. Sono loro a stabilire amicizie e rivalità e l’occhio all’Italia fu sempre benevolo tanto da stringere grandi rapporti con Parma e Venezia. A sostenere invece i Veilchen durante le partite al Generali nel Block Ost ci sono i Fanatics, nati solo nel 2001. In realtà il modo di fare molto militare dei Viola ha portato a varie lotte interne, portando alla nascita di svariati gruppi divisi nei due anelli della curva. Nel Belpaese il rapporto più stretto è con gli ulttas della Lazio e pur non essendo mai stato ufficializzato un gemellaggio sono stati reciproci gli attestati di stima.

A livello calcistico le due squadre sono state il cuore pulsante del calcio austriaco per tutto il ventesimo secolo, ma con il nuovo millennio le cose sono cambiate. Le difficoltà economiche e la nascita di una realtà come il Red Bull Salisburgo hanno fatto sì che i titoli diventassero una rarità, tanto che negli ultimi venti solo cinque sono stati i trionfi di Verdi e Viola e solo uno nell’ultimo decennio, nel 2013 con la vittoria dell’Austria. Le sfide sono sempre state ricche di tensione e la violenza non è mai mancata. L’apice lo si raggiunse probabilmente il 22 maggio 2011 in occasione del 297esimo Wiener derby. A due giornate dal termine l’Austria era ancora in lotta per il titolo con lo Sturm Graz, poi campione, e il Red Bull Salisburgo mentre il Rapid provava a salvare una stagione disastrosa cercando di recuperare l’ultimo posto per l’Europa in un testa a testa con il Ried. Nel vecchio Gerhard Hanappi Stadion, allora casa dei Grüner, i Veilchen partirono a razzo e dopo il vantaggio di Linz fu Junuzović a trovare lo 0-2 dopo soli venticinque minuti. Il Block West decise che aveva già visto abbastanza e un centinaio di persone entrarono in campo per andare verso il settore ospiti. Un enorme cordone di polizia riuscì a evitare il peggio, ma la paura fu tanta e lo 0-3 a tavolino inevitabile. Sempre in casa del Rapid, nella stagione 2017-18, furono presi di mira Holzhauser e Pires, vittime di vari lanci di oggetti ed entrambi furono colpiti causando varie sospensioni. È assolutamente impensabile vedere un derby con tifoserie mischiate e come all’Allianz c’è posto per i viola solo nel settore ospiti e al Generali vale lo stesso discorso per i verid. E anche la violenza verbale non manca. Dallo striscione “Proviamo soddisfazione solo nel vedere soffrire i viola” al “Rapid verrecke” (Rapid vi uccidiamo) la lista è lunga.

Maestosa, pulita, nobile e quasi regale città, meta ogni anno di milioni di turisti estasiati dalla bellezza del posto e che in alcune circostanze mostra un lato diverso molto lontano da ciò che si vede abitualmente. Un lato di odio. Un lato che porta a uno dei derby più belli e unici d’Europa.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Vienna o sei un Veilchen o sei un Grüner.

Oggi sarà un’altra splendida giornata di derby e per chi vorrà vederla sarà disponibile sull’app di Onefootball a partire dalle 19.00 con telecronaca in italiano di Simone Gamberini. Sarà gratuito sia scaricare l’applicazione  che assistere alla partita, senza il bisogno di alcuna registrazione.
Per seguire la partita una volta scaricata l’app andate nella sezione ‘Partite’ (in basso) dell’app, e selezionare la scheda ‘Guarda’ (in alto). Cliccando su una delle partite, potrete accedere alla scheda ‘Guarda’ per seguire il match in diretta. Altrimenti potete aggiungere la competizione nella sezione ‘Seguiti’ e trovare successivamente tutte le partite nella sezione ‘partite’ dell’applicazione.

Francesco Domenighini

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