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Al Grande Torino una piccola Italia

L’Italia vista a Torino è stato tutto ciò che un tifoso della Nazionale non vorrebbe vedere dai suoi beniamini. La delusione è tanta e aleggia nei volti che abbandonano lo stadio olimpico della città. Inesorabile. Inevitabile. E dispiace tanto perché la sensazione che lascia questo amarissimo pareggio è quella di essere sprofondati in una dimensione di mediocrità da cui non è più certo che si trovi una via d’uscita. Almeno in tempo per partire per la Russia.

L’Italia è apparsa debole con i deboli, arrogante senza poterselo permettere, senza gioco e senza carattere. Si è permessa di fare la voce grossa con un solo gol di scarto giocandosi l’ultimo cambio con largo anticipo per far esordire un giovane sì di belle speranze ma che avrebbe potuto trovare spazio in altre situazioni senza azzerare le mosse tattiche dalla panchina in una gara in cui eravamo sopra di un solo gol.

Ma se nel primo tempo la prestazione aveva sfiorato la sufficienza, la ripresa è stato un patetico canovaccio privo di azioni salienti e pieno solamente di nullità. La maglia era bianca come la squadra: nessun cambio di ritmo, nessun bel fraseggio, nessun momento in cui i ragazzi in campo ci hanno fatto credere di poterla chiudere da un momento all’altro.

E tutto ciò ha portato a quello che nessuno si aspettava o aveva pensato di aspettarsi. La Macedonia ha pareggiato e ci ha riportato coi piedi per terra. Per dare scosse tattiche non c’era più tempo visto che i cambi sono stati sciupati in un batter d’occhio e l’amarezza di un attacco abulico per quasi tutta la partita non era in grado di evitare una figura che era meglio risparmiarsi.
Questa non è una grande nazionale ed è duro accettare che al momento quel ranking così brutto assomiglia tantissimo alla realtà. Che prospettive si possono avere dopo una gara del genere? Quale è l’avversaria che questa Italia capace di battere in goleada solo il Liechtenstein può battere in un doppio confronto?

I segnali purtroppo dopo questa sera sotto la Mole sono davvero brutti e la speranza è che il fondo sia stato già toccato.

Simone Gamberini

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