Al Bano canta l’inno di Mameli prima della finale di Coppa Italia: ironia sui social

Al Bano è stato scelto per cantare come da tradizione l’inno di Mameli prima della finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus, ma non tutti hanno gradito.

Come era stato annunciato nei giorni scorsi, è stato affidato ad Al Bano il compito di cantare l’inno di Mameli prima della finale di Coppa Italia (ogni anno viene scelto un cantante diverso), ma c’è stato chi non ha nascosto il suo disappunto. L’artista originario di Cellino San Marco, infatti, ha scelto di cantare a cappella, così da sfruttare al meglio le sue doti vocali, ma non tutto è andato per il verso giusto.

Questa è stata la prima esibizione di Carrisi in uno stadio, anche se già in passato era stato scelto per cantare l’inno (era accaduto nel 2018 quando lo aveva fatto poco prima del Gran Premio d’Italia a Monza.

I social impietosi con Al Bano per l’inno di Mameli

Qualche stonatura di troppo e un’interpretazione piuttosto personale così da rendere l’inno di Mameli parzialmente diverso da quanto siamo abituati. Questa è stata la scelta fatta da Al Bano, presente allo Stadio Olimpico poco prima della finale tra Atalanta e Juventus, ma tantissimi telespettatori che hanno assistito alla scena sono stati davvero impietosi con lui.

“Performance di Al Bano peggiore persino della stagione della Juventus” scrive qualcuno, mentre altri usano la chiave dell’ironia chiedendosi: “Miglior inno di sempre?”. Oppure: “Non possiamo fare che Trevisani canta l’inno e Al Bano fa la telecronaca?”. Di certo l’esecuzione del cantante pugliese, decisamente poco ‘classica’, resterà nella storia della Coppa Italia: “Ha interpretato l’inno di Mameli a modo suo… E non ce lo toglieremo più dalla testa”.

Atalanta e Juventus si erano sfidate in finale di Coppa Italia anche nel 2021, ma in quel caso a cantare l’inno era stata Annalisa, in un modo decisamente diverso, rimpianto da alcuni in questa occasione.

Prima del pugliese i calciofili hanno inoltre potuto ammirare un’altra esibizione, di portata totalmente diversa. È stato infatti il turno dei Rockin’ 1000, un gruppo di musicisti “volontari” che si coordinano tra loro per suonare lo stesso pezzo all’unisono. Il riscontro in questo caso è stato decisamente opposto.

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