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Akè torna al Chelsea: Conte lo richiama dopo appena 6 mesi

Il Chelsea, nonostante il piccolo passo falso contro il Tottenham, sta dominando la Premier League con un Antonio Conte sempre più lanciato verso il titolo. Il girone d’andata si è concluso con un ottimo ruolino di marcia che l’italiano vorrà migliorare al ritorno. I Blues, in pieno calciomercato, si sono informati su qualche difensore europeo: i primi che saltano all’orecchio sono i nomi di Rudiger e Manolas, richiesti espressivamente dal tecnico. I giallorossi hanno dato il due di picche al Chelsea che ha ripiegato sui propri talenti in prestito. Ad essere richiamato è proprio Akè che stava vestendo la maglia del Bournemouth. Il ragazzo è stato molto apprezzato dall’allenatore ex Juventus e ora ha tutto il tempo di dimostrare il suo reale potenziale. Ma chi è questo Akè e come potrà inserirsi nella formazione che sta asfaltando la Premier?

LA STORIA DI AKE’: DALL’ADO DEN HAAG AL CHELSEA

Akè, ragazzo olandese, nasce a L’AIA nel 1995. I suoi primi passi calcistici avvengono nei Paesi Bassi nelle giovani dell’Ado Den Haag nel 2003. Il talento, in 4 anni, mette in mostra tutte le sue doti che attirano una big come il Feyenoord. Il trasferimento avviene nell’estate del 2007: il ragazzo vestirà la maglia del club di Rotterdam per 3 anni prima del definitivo passaggio al Chelsea.

I Blues vennero colpiti molto dal difensore, un vero jolly su tutta la linea. La sua polivalenza lo ha reso prezioso e gli ha permesso di essereschierato come titolare sempre. Oltre che al centrale difensivo e al terzino, l’olandese può essere schierato anche a centrocampo, sia come laterale che come mediano. Il suo arrivo a Londra è all’età di 17 anni e, la nuova avventura, viene innaugurata con 3 reti nell’anno 2012-2013. L’esordio in prima squadra arriva contro il Norwich, quando subentra al 90′ ad uno stanco Juan Mata; mentre la sua prima da titolare è in FA Cup contro il Middlesbrough. Akè ha grandi potenzialità, ma rischia di bruciarle essendo poco utilizzato nei successivi 3 anni: in totale solo 5 presenze dal 2012 al 2015. Il 1° prestito arriva nel dicembre del 2015 e con il mercato invernale, il ragazzo viene parcheggiato al Reading, nell’attuale Serie B inglese. Anche in questo caso la fortuna sembra non sorridergli: il difensore viene impiegato solo in 5 occasioni non riuscendo mai a trovare continuità. A fine stagione torna alla base e viene indirizzato immediatamente in un club che vuole puntare su di lui: il Watford. Il tecnico italiano Sannino lo schiera immediatamente titolare e i numeri salgono: 24 volte in campo e un gol all’attivo, nonostante la poca fiducia da parte dell’allenatore che sostituì l’italiano in corso d’opera. Nuovamente fine prestito e ritorno a Stamford Bridge, per essere rindirizzato al Bournemouth nell’estate del 2016.

Nel frattempo, Antonio Conte, firmava il suo contratto con il Chelsea. L’ex Juventus aveva visionato Akè e le sue impressioni furono molto positive. Nonostante tutto, per abbondanza nel reparto difensivo e di centrocampo, si decise di cederlo a titolo temporaneo per farlo confermare ulteriormente. In 6 mesi, con i rossoneri del Bournemouth, ha calcato il campo per 10 volte andando in rete in 3 diverse occasioni. Il suo grande contributo non è sfuggito all’ex ct della nazionale azzurra che ha deciso di richiamarlo dal prestito in anticipo.

Il ragazzo, per la sua polivalenza, può essere schierato in diversi ruoli e questo è essenziale per una seconda parte di anno per il Chelsea. La capolista della Premier voleva rinforzarsi in difesa, nel mercato invernale, ma il “no” ricevuto dalla Roma per Rudiger o Manolas ha stravolto i piani dei Blues. Akè può tranquillamente far parte della classica difesa a 3 di Conte, avendo un ottimo senso della posizione e la capacità di uscire palla al piede. Cerca e riesce a giocare d’anticipo e i suoi interventi sono puliti sul pallone; ottimo tempo d’interdizione. Può anche far parte della linea del centrocampo a 4 ricoprendo il ruolo di esterno. Infatti il ragazzo ha dimostrato, in questi anni, di avere una bella corsa, di saper spingere in fase offensiva e di non disdegnare il tiro appena possibile. Il suo punto forte è il sapersi infilare bene tra le righe e creare superiorità sfruttando il dribbling nell’uno contro uno. La conclusione non è delle migliori ed è la nota dolente del ragazzo che comunque gode di enormi margini di miglioramento.

Sicuramente presentarsi ora al Chelsea, capolista e già ammalgamato, non è l’ideale per imporsi, ma godendo della fiducia dell’allenatore, non escludiamo un suo utilizzo che potrà rivelarsi fondamentale nella corsa al titolo.

 

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