La terza giornata di Champions del gruppo E vedrà confrontarsi Ajax e Benfica: le due compagini sono in lotta per poter superare il girone ed accedere agli ottavi di finale. Entrambe le formazioni vantano un passato glorioso, fatto di successi e trionfi: in bacheca sono riposte due coppe dalle grandi orecchie per i portoghesi e 4 per gli ajacidi per una sfida che è importante non solo per il presente, ma anche per ricordare i bei tempi che furono. Prima del match, ripercorriamo la storia europea di queste fantastiche società.
Il Benfica, dopo la vittoria contro l’AEK di Atene, vuole inanellare un altro successo per poter chiudere nel migliore dei modi il girone d’andata e presentarsi in pole per gli ottavi al giro di boa. I portoghesi saranno ospiti alla Johan Cruijff Arena per colpire l’Ajax nella propria tana, quello stadio che è una vera e propria fortezza per Ten Hag. I lusitani dovranno fare a meno di Dias, squalificato, Jardel e Ebuehi infortunati.
Una gara importantissima che vedrà in campo la bellezza di 6 Champions League, due delle quali conquistate proprio dal Benfica sotto la guida del famigerato Guttmann. Per ricordare i tempi gloriosi dobbiamo tornare agli anni 60′ con i portoghesi che aprono il decenno alzando al cielo la coppa dei Campioni conquistata a Berna contro il Barcellona grazie ad 3-2 finale: la formazione venne trainata dall’attaccante Josè Aguas che si confermò capocannoniere della manifestazione 1960-1961. L’anno successivo il copione è lo stesso e la formazione di Guttmann si ritrova nuovamente a giocarsi il successo della competizione: questa volta ha davanti il Real Madrid, ma la gara non inizia nel migliore dei modi. Il primo tempo si chiude 3-2 per gli spagnoli, ma nella ripresa, i lusitani siglano 3 reti che regaleranno la seconda Champions consecutiva. Il tecnico, dopo l’impresa raggiunta, chiese un premio alla società per lui e la squadra, ma la dirigenza rifiutò. L’allenatore abbandonò il club maledicendolo: “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni“. Fin ora, Guttmann ha avuto ragione e il portoghesi attendono con ansia di poter risollevare un titolo europeo.
Mentre gli anni ’60 sono nelle mani dei portoghesi, gli anni ’70 portano il timbro olandese: l’Ajax domina dal ’70 al ’73 depositando in bacheca la bellezza di 3 Champions consecutive. Rinus Michels è l’allenatore alla guida della formazione più vincente di Amsterdam, il tecnico che rivoluzionò il modo di giocare a calcio: 4-3-3, trappola del fuorigioco, pressing e una fitta rete di passaggi per far stancare gli avversari e colpirli con verticalizzazioni precise e letali. Si esce un po’ dagli schemi con i giocatori coinvolti attivamente nell’azione senza resta intrappolati nel loro ruolo: l’effetto in Europa è devastante e porterà gli ajacidi al triplice successo consecutivo. Nel 1970-1971, i biancorossi della capitale dei Paesi Bassi conquistano la finale guidati dal piede di Johan Cruijff: il Panathinaikos non è all’altezza del calcio Oranje e l’Ajax passa per 2-0 grazie a Van Dijk e Haan. L’anno successivo la storia si ripete con gli ajacidi che vincono tutto in patria e giungono in finale di Coppa dei Campioni senza aver incassato neanche una sconfitta. A Rotterdam, Cruijff (neo pallone d’oro) siglerà la doppietta che stenderà l’Inter di Invernizzi. Lo stapotere olandese si ripeterà anche nel 1972-1973: nel suo cammino verranno eliminati Bayern Monaco e Real Madrid, giungendo in finale contro la Juventus. Basta un gol di Rep per regalare il terzo titolo consecutivo europeo all’Ajax che, con l’addio di Cruijff, dovrà aspettare gli anni ’90 prima di poter rialzare la coppa dalle grandi orecchie.
Nel 1994-1995, sotto la guida di Van Gaal, l’Ajax torna sul tetto più alto d’Europa con una formazione costruita sulla
quasi totalità di ragazzi olandesi: faranno parte di quell’impresa anche Seedorf, Van der Sar, Rijkaard, Litmanen, i fratelli De Boer, Davids, Kanu, Kluivert (diciannovenne) e Overmars. Una rosa di tutto rispetto che riportò l’Ajax sul gradino più alto del calcio europeo.
La sfida di questa sera si porta dietro grandi successi, emozioni e il ricordo fenomeni passati alla storia: Ajax-Benfica non è una partita come tutte le altre, non lo era nel passato e non lo è adesso nel presente.
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