Ci era riuscito con l’Olympiakos, ha fatto lo stesso con l’AEK. Due misure diverse, due significati diversi. Eppure il Panathinaikos, ulteriormente ridimensionato e con una rosa pressoché smantellata, ha bloccato pure la corsa dei gialloneri dopo essersi reso protagonista dell’inatteso stop a cui sono stati costretti alcune settimane fa i cugini del Pireo. I Τριφύλλι di Marinos Ouzounidis avrebbero addirittura meritato i tre punti, se solo Marko Livaja non si fosse messo in mezzo. Il risultato finale serve a poco: la Super League è più che mai aperta, con AEK e PAOK al comando (21 punti) e subito dietro Atromitos e Olympiakos, entrambi a quota 20. Bagarre inaspettata, ma talmente avvincente che neppur la penna di Omero sarebbe riuscita a renderla più coinvolgente.
La partita – L’Apostolos Nikolaidis attende una prova gagliarda e Ouzounidis dà invece l’impressione di volersi coprire con un 4-5-1 ricco in mediana (Sylla dal 1′, ad esempio) e leggero in attacco, dove si punta per forza di cose sul falso nueve Molins. La risposta dei Κιτρινόμαυροι è il solito 3-5-2 con Bakasetas a galleggiare tra centrocampo e attacco: Lazaros è fuori ma c’è Klonaridis, senza Araujo si punta sulla follia sportiva dell’ariete Livaja. Passano dieci minuti e i padroni di casa sono in vantaggio: fallo commesso da Rodrigo Galo sulla corsi destra di difesa biancoverde, alla battuta della punizione va lo svedese Oscar Hiljemark che pesca con un precisissimo cross l’inserimento di Rodrigo Moledo. Il colpo di testa assestato dal 30enne brasiliano è implacabile, Anestis non può nulla e i Πράσινοι festeggiano copiosamente la rete. Ancora un errore di posizionamento della difesa giallonera, dettaglio già costato l’eliminazione dalla Champions League e vero e proprio tallone d’Achille per Jiménez. A tal proposito Molins ha sulla testa la palla del possibile 2-0, ma non la sfrutta e per poco Klonaridis non approfitta del gol mancato per far pesare al Pana la famosa legge del gol. Moledo è costretto a dare forfait (dentro Kourbelis), poi finisce il primo tempo con l’ammonizione a Hiljemark. Al rientro, Coulibaly tenta di scuotere i suoi ma non trova la porta: Livaja s’innervosisce, prima finisce sul taccuino dei cattivi e poi si mangia una colossale occasione da gol mancando il controllo in piena area e calciando alle stelle. Jiménez manda in campo Ajdarević e Giakoumakis per aumentare la qualità dei suoi interpreti, e con gioco frammentato e una buona quantità di cartellini tirati fuori dal taschino di Kalogeropoulos si entra negli ultimi 10′, bollenti, in cui c’è pure Christodoulopoulos in campo. Proprio quando il Panathinaikos aveva ormai in tasca il match, però, ecco il pari dell’AEK. Punita con un giallo la perdita di tempo di Vlachodimos, con Nuno Reis a rilevare Molins nel tentativo di dilatare gli ultimi istanti, è il 95′ e Marko Livaja riceve in area di rigore: il controllo è ottimo, la conclusione di destro rabbiosa e letale. Si tuffa Vlachodimos ma può poco, la saetta entra in porta e il danno è stato minimo. Due punti persi, ma uno acciuffato in extremis. Non il massimo, ma per continuare la corsa al titolo son meglio due feriti che un morto. Jiménez lo sa, ha spronato i suoi fino alla fine ed è stato premiato. Quanto al Panathinaikos, l’ottavo posto a 14 punti è la triste faccia di un passato mitico al quale non si riesce a dar seguito. Un vero peccato, al di là di ogni speculazione possibile.
Il tabellino:
Panathinaikos (4-5-1): Vlachodimos; Coulibaly, Kolovetsios, Moledo (dal 37′ Koutroubis), Hult; Lod, Kourbelis, Sylla, Hiljemark (dal 67′ Altman), Villafáñez; Molins (dal 92′ Reis). All: Ouzounidis.
AEK (3-4-1-2): Anestis; Vranjes, Lambropoulos, Bakakis (dal 71′ Giakoumakis); Galo, Simões, Galanopoulos (dal 65′ Ajdarević), Hélder Lopes; Bakasetas; Klonaridis (dal 54′ Christodoulopoulos), Livaja. All: Jiménez.
Reti: 10′ Moledo, 90’+5 Livaja. Ammoniti: Hiljemark, Villafáñez, Vlachodimos, Reis (P), Livaja, Bakakis, Simões, Lopes (A). Arbitro: Kalogeropoulos