E’ uno 0-0 assai beffardo, quello andato in scena ieri all’Apostolos Nikolaidis. Uno 0-0 strano e difficile da raccontare, perché potrebbe sembrare un inutile resoconto di occasioni da rete. E’ uno 0-0 che testimonia ancor di più, qualora ce ne fosse stato il bisogno, come questo titolo sia già in mano all’Olympiakos e nemmeno un incredibile, imprevedibile, impronosticabile, verrebbe da dire pure impossibile crollo degli uomini di Paulo Bento potrebbe cambiare le carte in Σούπερ Λίγκα Ελλάδα. Del resto, le due concorrenti più agguerrite (la quarta e quinta forza del campionato, certo, ma probabilmente le due compagini più continue) hanno fatto ben poco per provare a scalfire la lunga striscia che porterebbe il Pireo a celebrare il settimo scudetto consecutivo, e dunque anche quest’anno il verdetto principale è già praticamente in cassaforte a gennaio. Triste, assai, in quanto sintomo di un campionato monocratico (ed è buffo pensare come il paragone con la Ligue 1 non sia più attuabile, essendo Nizza e Monaco decise ad approfittare dei punti lasciati per strada dal Psg di Emery) e poco emozionante. Rassegnamoci: ancora una volta la monotonia regna sovrana. E nemmeno i derby, in teoria il principale motivo d’interesse in questa situazione di classifica già abbastanza definita, riescono a regalare soddisfazioni. Pazienza per il 3-0 senz’appello rifilato al Karaiskakis al povero Pana di Stamaccioni. In ogni modo, questo Pana-Aek avrebbe dovuto e potuto esser più avvincente. E alla fine, come avrete già immaginato, lo 0-0 è un buon risultato solo per l’onnivoro Olympiakos.
Senza reti, dunque, con altrettante emozioni o quasi: sono lontanissimi, e non sono cronologicamente ma soprattutto a livello di mentalità, quegli anni ’30 in cui ci venivano regalate stracittadine quali Aek-Pana 0-5. Ieri sera, in un clima naturalmente caliente (se avete letto il pezzo in previsione del match, vi siete resi conto della potenza di Gate13 e Originals 21), l’unica cosa a mancare è stata la partita. Mentre Ouzounidis ha preferito Thelander a Bamba (per il resto, 11 confermato rispetto alle previsioni), Morais ha optato per un modulo speculare. Sempre 4-2-3-1, dunque, con Patricio Rodriguez e non Hugo Almeida a fungere da terminale offensivo, e Mantalos dietro allle punte con Ajdarevic (inspiegabilmente, a parer del sottoscritto) arretrato a fianco di Simoes e panchina per Ronald Vargas.
I primi minuti sembrano dar ragione al tecnico portoghese, visto che è l’Aek a fare sorprendentemente la partita: non è un caso che sia l’aquila bicipite (Δικέφαλος Αετός) a farsi puntualmente vedere dalle parti di Odisseas Vlachodimos, che al 3′ regala una grande chance non sfruttata però da Mantalos (palla sull’esterno della rete). Il Pana è statico, poco ispirato e l’unico a tentare la fortuna è Marcus Berg da fuori (30′). Sliding doors. La partita si accende per qualche minuto: prima una punizione di Rodrigo Galo viene deviata col ginocchio da Marinakis (32′) e costringe il numero 99 dei padroni di casa all’intervento miracoloso, poi Villafanez conduce un’azione in contropiede al termine della quale va al tiro Sebastian Leto (37′), ma Barkas dice di no. Finale di tempo interessante: Lambropoulos mostra una buona conclusione a giro trovando la deviazione di Evangelou, poi sempre l’estremo difensore del Pana deve rifugiarsi in angolo su Mantalos.
E’ nella ripresa che il ritmo cala: le occasioni diminuiscono per numero ma aumentano in quanto a pericolosità. Al 54′ Patricio Rodriguez ricorda al pubblico di esser in campo con l’unico momento in cui si è fatto vedere positivamente in 94′ minuti (per il resto è stato abbastanza abulico, pur ammettendo che sia stato poco supportato dai colleghi), mentre è al 56′ che si presenta la chance più ghiotta per i Verdi: combinazione tra Berg, Leto e Vlachodimos nello stretto, cross dell’esterno greco e sul palo opposto è solo Villafanez che in area piccola non riesce a gonfiare la rete a trovando l’opposizione di Barka. Da qui al 90′, nient’altro da segnalare se non le varie ammonizioni, la girandola dei cambi in casa Aek con gli ingressi di Hugo Almeida e Vargas che però non hanno cambiato l’inerzia del match. E così, con l’Aek che negli ultimi minuti è parso accontentarsi del punto in trasferta, dopo 4′ di recupero, il triplice fischio di Kominis ha stoppato ufficialmente le ostilità. E con esse, ha anche ufficiosamente delineato che i posti nobili della classifica rimangono ad appannaggio di Panionios e Xanthi, attualmente a 28 punti, dunque -10 dall’Olympiakos che si è concesso di tornare da Platanias con un solo punto (2-2 il risultato finale).
Curiosità: nel prepartita, il fisioterapista del Panathinaikos Claus Oikonomidis è stato premiato per il suo lavoro svolto nel club. Se siete interessati, su Facebook trovare una foto di lui in posa con Dimitris Saravakos, leggenda del club. Che stasera non ha giocato benissimo. Eppure, i tifosi non sembrano essere contro la prova della loro squadra. “Vedo quel piccolo Panathinaikos giocare col cuore”, “c’è passione“. Già, questa proprio non manca mai. Καλησπέρα σας.
Ecco il tabellino della gara:
Panathinaikos (4-2-3-1): Vlachodimos; Hult, Evangelou, Thelander, Marinakis; Lod, Kourbelis; Vlachodimos (dal 73′ Boumale), Leto, Villafanez; Berg. All.Ouzounidis. A disposizione: Steele, Reis, Samba, Chatzigiovannis, Rinaldi.
Aek (4-2-3-1): Barkas; Galo, Lambropoulos, Kolovetsios, Didac Vilà; Simoes, Ajdarevic (dal 75′ Johansson); Christodoulopoulos (dal 69′ Vargas), Mantalos, Pekhart (dal 68′ Hugo Almeida); Rodriguez. All.Josè Morais. A disposizione: Anestis, Bakakis, Bakasetas, Galanopoulos.
Ammoniti: Kourbelis, Leto, Villafanez (P), Kolovetsios, Barkas, Mantalos, Simoes (A). Arbitro: Kominis.
Matteo Albanese
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