E’ una pagina eccezionalmente importante, quella scritta ieri sera quando l’AEK ha pubblicato sul suo sito un comunicato stampa nel quale si comunica festosamente l’ottenimento dei permessi necessari alla costruzione dello stadio a Nea Filadelfia. Questo perché era un annuncio sperato e aspettato da tempo, che cozza però col risultato maturato allo Spyros Louis. Ecco perché la stampa greca evidenza come la stessa sera di luglio sarà ricordata con gioia e tristezza allo stesso tempo. Due buone notizie forse sarebbero state troppe. E tutto sommato, se avessero chiesto al tifo giallonero quale delle due avrebbero preferito veder avverata, probabilmente questo avrebbe decretato la questione relativa allo stadio. Bene così, forse.
Equilibrio – Il risultato lascia ben poche porte aperte in vista del ritorno di Mosca. Uno 0-2 sarà difficilissimo da rimontare, a maggior ragione senza il supporto del proprio tifo: se le statistiche danno un 30% di possibilità a Manolo Jiménez di riacciuffare il treno Champions tra il freddo della capitale russa e in barba ad ogni ragionevole pronostico, c’è da dire che Manolo ha sviluppato una grande trama di squadra per buoni 45 minuti. Certo, è stato limitato il possesso palla del CSKA che non ha trovato varchi, tra gli statuari Vranjes e Chygrynskiy e la mediana scandinava con Ajdarević e Johansson a protezione del medianaccio Simões. In compenso Lazaros aveva avuto una bella chance al 19′ cosa che il popolo di Amarousio non gli avrà troppo perdonato. Poco prima Ajdarević aveva tentato una conclusione dalla distanza terminata di poco a lato, insomma, l’AEK in campo c’era.
In extremis – Al minuto 28 il CSKA si è fatto vedere, e una conclusione dalla distanza di uno dei fratelli Berezutzki ha scheggiato la traversa di Anestis dopo la deviazione, provvidenziale ma col brivido, di Simões. La partita è cambiata però al minuto 45′, quando ancora i moscoviti erano neppur in modo troppo convinto dalle parti dell’area giallonera. Un corner guadagnato quasi allo scadere del primo tempo è stato battuto da Vitinho, la traiettoria ha trovato la torre del centrale Viktor Vasin sul palo opposto e la zuccata a centro area di Alan Dzagoev. Prima di dirvi il motivo per cui un trequartista alto neppur un metro e 80 si trovava da solo indisturbatamente lasciato libero di colpire, mi soffermo sul fatto che l’errore difensivo sia stato macroscopico. Una voragine, una totale dimenticanza che è costata, e costerà purtroppo ancora, fatale. E Vranjes era a pochi metri dal numero 10 avversario…
Rimpianti – Se al 19′ Lazaros avesse segnato e l’AEK fosse riuscito quantomeno ad arrivare al 45′ col vantaggio, la partita sarebbe certamente stata diversa. Tutti rimpianti che avranno agitato la notte di Manolo Jiménez, costretto subito a correre ai ripari. Era il 59′ e dentro (oltre a Hugo Almeida per uno spento Livaja) ecco anche Viktor Klonaridis, seconda punta di velocità e qualità acquistata dal Panathinaikos per offrire qualche soluzione in più. Eppure, al 55′, il CSKA aveva ormai raggiunto il doppio vantaggio: ancora su corner, ancora difesa distrattissima, stavolta niente torre ma lo svedese Pontus Wernbloom ad incornare il traversone di Vitinho. Se il gli scandinavi dell’AEK non avevano giocato la loro miglior partita, il 31enne di Kungälv aveva scelto il tempo migliore per segnare. Per non fare un torto a Vranjes, stavolta la colpa pare maggiormente di Chygrynskiy. Manolo passerà al 4-4-1-1, dentro anche Patito Rodríguez e tutti alla riscossa, ma niente. Il 3-5-2 cucito addosso ai moscoviti è impenetrabile al pari di una membrana osmotica che faccia alla grande il suo lavoro non facendo passar altro che passaggi in verticale.
Delusione – Mantalos, ad esempio, in quanto uno che dovrebbe prendersi la squadra sulle spalle, ha fatto una partita davvero insufficiente. Certo, nel 4-3-3 lui che nasce trequartista è fortemente penalizzato, ma al massimo come interdittore lo si sarebbe potuto provare. E in ogni caso, il calcio greco pagherà a carissimo prezzo questa continua delusione che da 7 o 8 anni non permette a pressoché nessuna formazione di far bene oltre i confini ellenici. Servirebbe poi un’ala, sicché Lazaros Christodoulopoulos non ha tanti polmoni quante lettere del suo cognome. Assai deluso Manolo Jiménez, infine: “Non ho nessuna lamentela sullo sforzo che abbiamo fatto, ma non potevamo fare quello che volevamo in campo. È necessario d’ora in poi lavorare ancora di più per raggiungere i nostri obiettivi, oggi è mancata la reazione in occasione dei calci piazzati. Ora dobbiamo guardare avanti, lavorare ancora più duramente. Abbiamo ancora una partita con il CSKA, ci andremo per fare il nostro gioco”.
Il tabellino:
AEK (4-3-3): Anestis; Galo, Vranjes, Chygrynskiy, Bakakis; Ajdarević, Simões (dal 59′ Klonaridis), Johansson; Christodoulopoulos (dal 70′ Rodríguez), Livaja (dal 59′ Almeida) , Mantalos. All: Jiménez
CSKA Mosca (3-5-2): Akinfeev; Vasin, V. Berezutzki, A. Berezutski; Fenandes, Dzagoev (dal 75′ Natcho), Wernbloom, Golovin (dall’83’ Milanov), Schennikov; Vitinho, Chalov (dall’87’ Marakov). All: Goncharenko
Reti: 45’+1 Dzagoev, 55′ Wernbloom. Ammonito: Rodríguez (A). Arbitro: Fritz (Germania)
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