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Quoque tu, storia di un tradimento velenoso: Adrien Trebel

15 marzo 44 a.C, Curia di Pompeo, situata tra il teatro Argentina e il tempio circolare di Roma: quella notte Caio Giulio Cesare ricevette 20 senatori che volevano porre omaggio alla sua magnificenza: la storia racconterà di congiurati che lo uccisero (alla storia passerà come Idi di Marzo o Cesaricidio) con 23 coltellate al petto. Un aspetto centrale della storia rimane comunque la figura di Bruto: da lì in poi sarà riconosciuto come traditore del suo padre “adottivo” e sarà marchiato dalla celebre affermazione <<Quoque tu, Brute, fili mi>>. Tradimento, come atto di slealtà e infedeltà, è uno dei cardini negativi su cui la storia del mondo si è appoggiata, ma soprattutto rappresenta il punto di rottura spirituale in rapporti sociali tra essere umani: applicata al contesto sportivo, esso ha dimostrato come il connubio tra professionismo e appartenenza alla maglia risultasse sempre così labile, da diventare un carattere invisibile alla corte del Dio Denaro. Nella Jupiler Pro League abbiamo osservato negli ultimi giorni uno dei più alti tradimenti avvenuti nella storia del calcio belga: Adrien Trebel.

Tradimento condizionante:

Adrien Trebel, 25enne centrocampista centrale francese, nativo di Dreux ma cresciuto nel settore giovanile del Nantes, arriva allo Standard Liegi nel luglio del 2014 come giovane promessa che non era riuscita ad esplodere nella Ligue 1. Con i “Verdi” di Francia, era stato pedina fondamentale nella permanenza in Ligue 2 con 81 presenze, 3 gol e 7 assist, ma l’arrivo nella divisione regina gli ha concesso pochissimi minuti, così pochi da totalizzare solamente 12 presenze. All’arrivo a Liegi, per una cifra modesta( 1 milione tondo tondo), ha dimostrato in 3 anni di poter essere un giocatore indispensabile sia tatticamente in campo che carismaticamente nello spogliatoio, diventando solamente dopo una stagione il capitano. Dopo 106 presenze,10 gol e 13 assist, da un paio di giorni a questa parte le voci di un suo trasferimento vagavano tra le vie di Gand (Gent) ed Anderlecht: risolutiva è stata la comunicazione da parte del secondo club che ha annunciato l’acquisto dell’ormai ex Standard per una cifra vicina ai 4 milioni di euro; la stampa e il web si sono scatenati, soprattutto grazie alla folla di tifosi che ha riempito i forum di immagini con la nuova maglia indossata dallo stesso Trebel. Le sue parole sono state di ringraziamento verso la vecchia società, ma ha subito premesso che l’opportunità di un’avventura che si pronostica più vincente della scorsa, lo stimola a voler cominciare quanto prima ad allenarsi con i nuovi compagni. Attendiamo con ansia il 29 gennaio per la sfida Anderlecht-Standard Liegi, per vedere la reazione del pubblico.

Tradimento incondizionante:

Se al tradimento di Trebel, possiamo riconoscere una perdita effettiva per lo Standard Liegi, sia tatticamente che tecnicamente, non potremmo dire lo stesso di ciò che è capitato a Torino nel lontano 11 luglio 2013: il capitano del Torino, in cui ha militato per 10 anni tra settore giovanile e primavera, Angelo Ogbonna, decide di attraversare la sponda della Mole per accasarsi ai cugini bianconeri. La trattativa flash che venne consumata sotto gli ombrelloni soleggiati di Formentera, vide uno dei futuri volti della nazionale (da allora un paio di cose sono cambiate) lasciare la fascia granata per diventare un destriero della scuderia difensiva di Antonio Conte. A posteriori la trattativa di 15 milioni più la contropartita di Immobile fu un affare per la società di Cairo, ma allora il web diventò oggetto di cronaca astiosa tra le due tifoserie, controparti di un disegno più grande denominato “tradimento con la Vecchia Signora”.

La storia fu:

24 luglio 2000, dopo clausole da 60 miliardi firmate dall’agente Jose Veiga e pre-contratti al limite della legalità da parte di Florentino Perez, candidato alle presidenziali dei Galacticos, Luis Figo diventa un nuovo giocatore del Real Madrid, arrivando dalla Catalunya per una cifra che si avvicina ai 140 miliardi di lire. Diventa il trasferimento più “danaroso” nella storia del calcio, ma diventa anche opera folkloristica locale: infatti durante il Clasico al Bernabeu nel gennaio del 2002, i tifosi del Barcellona lanciano una testa di maiale dagli spalti mentre il talento portoghese con la camiseta blanca numero 10 sta battendo un corner; irreale la risposta di Figo che con naturalezza e indifferenza  evita il lancio e calcia l’angolo in maniera perfetta.

La storia è:

Clausola: è un termine che questa estate è risuonata in maniera violenta e cruda sulle spalle all’ombra del Vesuvio; un termine giuridico-economico che distanzia l’utopia calcistica da una realtà presentatasi in gilet e camicia all’aeroporto di Caselle. Gonzalo Higuain è il nome di questo calciomercato estivo italiano, figlio di una profonda ed insana rivalità sociopolitica tra il regno delle Due Sicilie e l’aristocrazia sabauda, tra il nord ed il sud, tra concezioni geopolitiche che hanno fondamenti relativi e non pertinenti alla sezione sportiva. E’ l’ennesima storia strappalacrime in cui il figlio adottivo del Vesuvio parte per lidi nebbiosi come i cancelli di Vinovo e dello Juventus Stadium, storia in cui l’unico elemento interessante è la questione economica e tecnico-tattica riguarda i due Team: la Juve acquista il realizzatore per eccellenza “237 goal in 452 gare” e dimostra la sua capacità economica versando 90 milioni in due tranche annuali corrispettive al Napoli; la squadra di Sarri riesce a costruire un organico molto più vasto e talentuoso, sostituendo il Pipita con Milik, gigante polacco acquisito dall’Ajax ad un terzo della cifra pattuita tra Agnelli e De Laurentis per Higuain. La storia a Maggio ci dirà chi ha avuto ragione.

E voi cosa pensate del tradimento? Figlio del professionismo o sentimentalismo per la maglia perso a causa dell’aspetto monetario del gioco?

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