28 anni compiuti a dicembre, già 10 abbondanti con la maglia dell’Arsenal, prestiti vari compresi. A giugno, quando Aaron Ramsey saluterà Londra per approdare alla Juventus, si lascerà alle spalle 11 stagioni trascorse con i Gunners tra gioie e dolori, trofei e delusioni. Senza dubbio però nelle oltre 350 presenze accumulate il gallese ha maturato un pregio che hanno in pochi: una duttilità estrema. Prima Arsène Wenger e attualmente Unai Emery hanno riconosciuto in lui un calciatore universale, in grado di ricoprire tantissimi ruoli senza abbassare il livello del suo gioco. Talmente tanti che alcuni sono forse stati dimenticati, ma rendono l’idea di quanto Ramsey sia una risorsa a 360 gradi.
Il Ramsey “classico”
Il ruolo in cui Ramsey, verosimilmente, si imporrà alla Juventus sarà quello di interno di centrocampo, quello che per natura sarebbe ciò che gli riesce meglio. Il gallese ha come una dinamo: più si muove, più funziona. Sia in avanti che indietro. Così è diventato uno dei migliori “box-to-box midfielder”, come li chiamano in Inghilterra. Non è veloce, ma ha gamba per inseguire sempre l’avversario e nell’azione seguente essere pronto a inserirsi in area per segnare. Gli oltre 60 goal in carriera sono lì a dimostrarlo.
Proprio questa sua propensione a essere un attaccante aggiunto ha spinto Emery quest’anno a proporlo come trequartista, avvicinandolo alla porta e sfruttando di più la sua presenza in area di rigore. Aveva già giocato alto con Wenger, ma l’alsaziano lo ha sempre considerato più un jolly che un vero e proprio uomo da schierare a ridosso della punta, accompagnato da un giocatore più di palleggio o in grado di creare gioco.
La parte difensiva non è comunque mai stata trascurata, tanto che nel passato di Ramsey ci sono anche tantissime partite giocate da incontrista vicino a un regista più puro, come poteva essere Santi Cazorla. Si sono sviluppate soprattutto così le sue doti difensive, quelle che oggi lo rendono un centrocampista completo.
Il Ramsey “alternativo”
Una delle invenzioni di Wenger negli ultimi anni è stata quella che ha riguardato proprio il gallese. Nella stagione 2014/15, con l’arrivo di Alexis Sánchez, Ramsey è stato dirottato sull’ala destra del tridente offensivo. Le garanzie che dava la mediana con Coquelin e Cazorla, più l’alternanza tra Giroud e Walcott in avanti, lasciava scoperto soltanto quello slot sulla trequarti vicino al cileno e a Özil: Ramsey ci si è inserito alla perfezione ed è diventato anche un punto fermo per tutto il 2015. Ovviamente era un’ala atipica, capace però di accentrarsi molto spesso e dare qualità al palleggio.
All’occorrenza ha giocato anche con compiti di regista. Davanti alla difesa, a seconda del compagno che Wenger gli affiancava, Ramsey doveva svolgere più incarichi e abbassarsi a prendere palla per salire e impostare l’azione. Ha fatto piuttosto fatica ad abituarcisi, tanto che poi negli ultimi l’arrivo soprattutto di Xhaka lo ha levato dall’impaccio, restituendolo alle sue corse.
Il Ramsey “occasionale”
Se a centrocampo il gallese ha ricoperto ogni ruolo possibile – tranne l’ala sinistra – qualche presenza sulla linea della difesa o dell’attacco non è mai stata disdegnata. In alcune occasioni, ultima la partita contro il Liverpool ad Anfield persa per 5-1, Ramsey ha giocato a fianco dell’attaccante, agendo a tutti gli effetti da seconda punta con il compito di alzare subito il pressing sui difensori e garantire più presenza in area di rigore.
In situazioni di emergenza invece, soprattutto sotto la gestione Wenger, il 28enne si è riscoperto terzino destro o anche da esterno a tutta fascia, sempre a destra. Quando l’Arsenal ha affrontato periodi di difficoltà a causa degli infortuni, spesso è stato lui a sacrificarsi, cambiando la posizione. Sono state situazioni provvisorie e spesso a gara in corso, soprattutto tra il 2013 e il 2016 in situazioni di svantaggio: in caso di necessità di un altro attaccante, uno tra Ramsey e Chamberlain si abbassava da terzino. Perlopiù il gallese. Ruolo più, ruolo meno…