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Dopo 6 giornate: Jupiler Pro League 2016/2017

Dopo 6 giornate: Jupiler Pro League 2016/2017

Paura e Delirio a Waregen

Sarebbe incredibilmente bello poter dire che si può essere completamente sorpresi dalla presenza sul gradino più alto del podio della Jupiler Pro League da parte dei Rossi di Waregen: il problema è che getteremmo in mare la passione dei 30mila abitanti della cittadina delle Fiandre Occidentali, la dedizione nel progetto che un intero movimento sportivo  nel 2001 ha adottato per la fusione dello Zultse V.V e con il K.S.W.Waregen, una discreta mole di lavoro che accompagna ormai dal dicembre 2011 il lavoro di Francky Dury; siete realmente cosi crudeli da deporre sotto le macerie tutto questo? A voi l’ardua sentenza. Tatticamente il lavoro di Dury si è soprattutto visto nell’accompagnamento dei difensori all’azione offensiva, producendo un aumento contiguo del possesso palla relativamente al numero di passaggi basato soprattutto sulla linea mediana ad allargare il campo poi su uno dei due esterni offensivi. Nelle prime 6 partite sono arrivati 13 punti, frutto di 4 vittorie 1 pareggio ed una sola sconfitta maturata per 1-0 in trasferta contro il Genk: da evidenziare soprattutto sono state le prestazioni anche da subentrato della mancata promessa turca Onur Kaya, trequartista dai piedi buoni che non ha mai espresso fino in fondo il suo potenziale, e di un sempreverde Mbaye Leye che dopo pochi match è già a quota 4 gol candidandosi per una maglia da top scorer in questo campionato; calciatore che ha fatto dell’intramontabile espressione fisica adibito ad una tecnica appena sufficiente, un buon armamentario per registrare 107 volte il suo nome nel tabellino dei marcatori in tutta la sua carriera, non allontanandosi mai da quel paese iper-istruito che lo aveva ospitato nella lontana stagione 2006/20007.

Where is my mind?

Dove siamo? Chi siamo? Cos’è tutta quest’ombra che attornia le nostre menti, se non la consapevolezza di appagamento spirituale? A veder giocare i campioni in carica, ognuno si sente in dovere di farsi questa domanda: dove sono finite le idee di Michael Preud’Homme? Dov’è quel gioco fisico a cui ci aveva abituato? Dov’è quell’attitudine al sacrificio ricompensato dai 3 punti? Sono davvero passati solo pochi mesi dal trionfo ai play-off? Tutte queste domande dovrebbero essere lette nella mancanza di idee nel 4-3-3 confusionario posto in questi match, in una fase difensiva approssimativa e in una fase offensiva veramente ridicola, sottolineata nel dato espresso dai gol segnati: 6 in 6 partite in un campionato in cui l’ultima della classe ne ha siglati addirittura 7. Una squadra che si doveva consolidare in una posizione sul podio del campionato, ha posto nelle mani di un giovane 24enne ( tale Jose Izquierdo, ala sinistra dalle dubbie doti e dalla discontinuità dimostrata) il futuro di questa franchigia, attuando un processo degradante che ha portato alla stagnazione del gioco e al malumore dei senatori che non mancherà nel farsi sentire. Ancora in prova sulla fascia destra è il belga di origine malesiane Dion Cools, chiamato a sostituire il partente Meunier verso Parigi, che sembra peccare ancora nella parte tattica del gioco, preferendo le sovrapposizioni offensive col suo piede destro alle diagonali difensive: il tempo ci dirà se Preud’Homme riuscirà a trovare di nuovo l’algoritmo giusto, fino ad allora la squadra di Bruges dovrà cercare di trattenere con le unghie e con i denti il posto nel girone G della Uefa Champions League e dosare le forze per risalire in campionato.

One Love

Piccola parentesi sul giovane Leon Bailey: il giovanissimo jamaicano vincitore del titolo come miglior giovane della Jupiler Pro League 2015/2016 sembra che si stia riproponendo su livelli altissimi di gioco: nel 4-3-3 del Genk il suo ruolo da ala sinistra lo esalta per una certa sapienza nel saper giocare nello stretto e con entrambi i piedi, rendendosi pericoloso da entrambi i lati del campo; “the next big thing” del campionato belga sta sviluppando anche il suo fisico riuscendo a rafforzare con un bel po’ di peso i 181 centimetri del suo corpo, che lo aiuta anche a proteggere il pallone durante il dribbling. Acquistato per 1,40 mln dal As Trencin in Slovacchia, il Genk si è assicurato un ragazzo con la testa sulle spalle che è riuscito a siglare nelle prime 11 uscite, tra campionato e qualificazione per l’Europa League, qualcosa come 4 gol e 3 assist in 936 minuti.

Vincenzo Nasto

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