Sono pochissime le squadre che nella storia del calcio sono state in grado di dare un segno così importante. Il Santos ha avuto il merito e l’onore di gioire per quasi vent’anni con Pelé, inarrivabile leggenda che ha portato vittorie nazionali e internazionali a ripetizione per il club paulista. Non tutti quelli passati al Peixe hanno lasciato un segno così indelebile come quello di O’ Rey e questi sono cinque calciatori che probabilmente non ricordavi a Vila Belmiro.
ALEX
Un colosso della difesa, forte fisicamente e dotato di un destro violentissimo che lo rendeva determinante anche in zona gol. Alex è stato uno dei giovani terribili del Santos di inizio anni 2000 e con gente come Robinho, Elano e Diego sono riusciti a vincere nel 2002 il Brasileirão. L’anno seguente segnò quasi come un attaccante, ben nove reti, e fu suo il destro che diede speranza nella finale di ritorno di Copa Libertadores contro il Boca Juniors. Dal 2004 passò in Europa, prima al Psv Eindhoven dove si guadagnò la chiamata del Chelsea. In Inghilterra alternò grandi prestazioni ad altre decisamente più negative finendo con il diventare un comprimario. Tre anni positivi in Francia al Paris Saint Germain prima di chiudere la carriera nel Milan e togliersi la soddisfazione di un gol nel derby.
CAIO
Avrebbe dovuto essere l’astro nascente del calcio brasiliano, ma quell’attaccante raffinato e poco incline alla battaglia rimase sempre e solo una bella speranza. Caio iniziò con il San Paolo e riuscì a vincere alcuni trofei dimostrando le sue abilità. Nel Mondiale Under 20 1995 fu eletto miglior giocatore e allora fu l’Inter ad acquistarlo. A Milano si stava vivendo un periodo di grandi cambiamenti e il ragazzo non riuscì a inserirsi giocando solo sei partite. Passò al Napoli, ma anche all’ombra del Vesuvio fu estremamente deludente, e dopo due anni in Italia fu il Santos a venirgli incontro. Tornò a segnare dopo due anni di digiuno riuscendo a vincere il Torneo Rio-San Paolo. A fine anno andò al Flmanego per tornare al Peixe a inizio millennio senza più lasciare il segno e con continui cambi di casacca trascinò la sua carriera fino al 2006.
CARECA
Uno dei più grandi centravanti nella storia del Brasile, capace di segnare reti a ripetizione grazie alla sua grande tecnica e a una straordinaria spietatezza in area di rigore. Careca è stato l’uomo di punta della Seleçao per almeno un lustro e dopo i grandi inizi al Guarani, dove da esordiente segnò tredici reti contribuendo alla vittoria del Brasileirão, venne acquistato dal San Paolo. Qui si dimostrò ancora di più un cannoniere implacabile trascinando il Tricolor a due campionati paulisti e uno nazionale. Nel 1987 volò in Europa per formare nel Napoli una coppia d’attacco leggendaria con Diego Armando Maradona. Al San Paolo vinse campionato e Coppa Uefa diventando così un immortale della maglia Azzurra. Rimase in Campania fino al 1993 prima di passare in Giappone al Kashiwa Reysol e nel 1997, all’età di trentasette anni, tornò in Patria. Fu il Santos ad acquistarlo e, nonostante non riuscisse più a reggere i ritmi del calcio sudamericano, realizzò comunque le sue ultime due reti nel Brasileirão.
JAIR
Ala destra velocissima e imprendibile, vera fortuna per tutte le squadre nelle quali ha giocato è stato protagonista di una delle squadre più forte di tutti i tempi. Jair da Costa iniziò nel Portuguesa e nel 1962 riuscì a strappare una convocazione per il Mondiale in Cile. Si laureò campione del mondo senza mai giocare, perché sfortuna che nel suo ruolo ci fosse una leggenda del calibro di Garrincha. Helenio Herrera però lo volle nella sua Inter e l’acquisto fu perfetto. Grazie a lui i nerazzurri vinsero subito il campionato e fu decisivo per tutto il periodo di quella squadra che divenne Grande. Segnò anche il gol vittoria nella finale di Coppa dei Campioni contro il Benfica e rimase a Milano fino al 1972, con un breve intervallo di un anno alla Roma. Finita la sua straordinaria esperienza italiana tornò in Brasile e fu il Santos ad acquistarlo, riuscendo così a togliersi la soddisfazione di giocare ancora con un grande Pelé. I due trascinarono il Peixe alla vittoria del Paulistão nel 1973 e dopo due anni decise di chiudere carriera in Canada nei Windsor Star.
JÚLIO SÉRGIO
Entrerà nella storia per la frase di Spalletti che lo definì “Il miglior terzo portiere del mondo” e le qualità tra i pali vi erano tutte. Júlio Sérgio giró tantisisme squadre brasiliane, ma riuscì a farsi valere sono nel Santos. Fu lui il portiere titolare della splendida cavalcata verso il successo nel Brasileirão 2002, ma qualche disattenzione di troppo lo portarono a perdere il posto con Fábio Costa. Nella stagione seguente riuscì comunque a debuttare in Copa Libertadores e a scendere in campo in qualche occasione, ma il suo ruolo era ormai stabilito. Vinse anche il Brasileirão del 2004 in una giostra interminabile tra i pali con Mauro e Tapia e a fine anno venne ceduto. Due stagioni anonime tra Juventude e América prima di essere acquistato dalla Roma per fare appunto il terzo portiere. Con Doni e Artur andava a completare la colonia Verdeoro tra i pali e dopo tre anni senza giocare nel 2009-10 arrivò l’occasione inattesa. Divenne titolare e fu probabilmente il miglior portiere del campionato dove contribuì con parate eccezionali alla stagione incredibile dei giallorossi che sfiorarono lo Scudetto. Fu solo un fuoco di paglia perché l’infortunio dell’anno seguente lo allontanò dal grande calcio e nel 2014 chiuse carriera.
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