Perdere è terribile già di per sé, in casa ancor di più. Non è la prima volta che succede e non sarà l’ultima, ma la Francia calcistica ha subito un duro colpo. Negli anni recenti è già accaduto che una tra le favorite ad uscire, fosse la squadra di casa. Italia ’90, Germania ’06, Brasile ’14 e Francia ’16. Lo psicodramma è difficile da evitare per i francesi, soprattutto perché l’avversario non era imbattibile e per di più senza il miglior giocatore.
Il fattore campo non sempre è un vantaggio così grande. Non lo è ad esempio, per chi non è in grado o non è abituato a reggere una pressione più grande del normale. Tornando solo a pochi giorni fa, Italbasket non si è qualificata per le olimpiadi, perdendo il preolimpico in casa. E’ quindi una brutta abitudine, ultimamente, quella di perdere in casa. Sentire l’obbligo di vincere, non è facile da gestire, per i giovani a volte si rivela un carico eccessivo, vedi Pogba. D’altro canto però, avere 50-70 mila persone che provano a trascinarti è davvero utile. Nei momenti di stanchezza il pubblico entra in campo e gridando, riesce a spingere la squadra, che altrimenti sarebbe più statica. Quindi in certi casi potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, ma, ovviamente, è sempre meglio giocare in casa, anche se non ha il medesimo impatto per ogni formazione.
Non tutte le sconfitte sono uguali, perciò anche quelle casalinghe si differenziano. Ad esempio il Brasile nel 2014 sapeva di non essere la squadra più forte e in più ha avuto tempo per realizzare cosa stesse accadendo. A differenza del Maracanazo, nel Mineirazo dopo pochi minuti si era già capito tutto. L’Italia nel 90 e la Germania nel 2006, sono invece paragonibili con la Francia, anche in finale fa più male. La vittoria del Portogallo è stata accolta tragicamente dai transalpini. Probabilmente non verrà vissuta come in Brasile quella del 1950. Ma sicuramente vedere i lati positivi del torneo sarà quasi impossibile. Mi viene in mente solo Felipe Massa nel 2008 come livello di occasione sprecata/psicodramma. Poichè la sensazione di tutti era: “senza CR7 non si può perdere”. Invece è proprio per la sottovalutazione della Squadra Portogallo, con la S maiuscola, che si festeggia a Lisbona e non a Parigi.
Quarti di finale ai mondiali del 2014 e finale a Euro2016. La Francia calcistica è in crescita. Pogba non ha disputato un super europeo, ma è sicuramente un giovane da cui ripartire. Così come Griezmann, lui sì autore di un magnifico torneo. Payet a questi livelli è stata una piacevole scoperta. Evra e Sagna è una coppia che non in molti possono vantare. Lloris si è dimostrato un vero capitano. Deschamps non sarà il miglior ct al mondo, ma è un punto fermo da non buttar via. Tantissimi giocatori si sono rivelati ottimi, molti di questi sono anche giovani, perciò quando la tristezza si placherà, si farà un’analisi seria e si valuterà tutto. A Russia 2018, se si riprenderanno, senza dubbio saranno una delle pretendenti al titolo.
L’Italia vinse nel 2006, i tedeschi esultarano nel 2014, chissà che anche per la Francia il momento di rivalsa arrivi al più presto. Magari già ai prossimi mondiali o europei. Sia chiaro, a patto che, il Portogallo ed Éder non si mettano di traverso.
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