Le semifinali delle Olimpiadi sono alle porte e tre delle quattro rimaste potranno fregiarsi del prestigio di una medaglia olimpica. Le grandi favorite sono sicuramente Brasile e Spagna che già a inizio torneo si erano date appuntamento per la finalissima, ma il Giappone padrone di casa e il Messico che vuole vendicare i propri compagni sconfitti nella notte nella finale di Gold Cup, non hanno intenzione di darsi per vinti. Ed è proprio il Tri la vera variabile impazzita di questa fase del torneo a Cinque cerchi perché la sfida con la Seleçao rievoca dolci ricordi che risalgono alla magica giornata di Wembley nel 2012.
All’Olimpiade di Londra i Verdeoro sembravano aver la squadra più forte di tutte e quando a sorpresa i padroni di casa della Gran Bretagna uscirono ai quarti di finale, la strada sembrava essere ancora più spianata. Nell’ultimo atto per l’oro arrivò il Messico, squadra di buon valore e che non aveva nulla da perdere dato che già l’argento rappresentava un traguardo straordinario. Fu probabilmente questa leggerezza che permise al Tri di sorprendere tutti e passare in vantaggio già dopo soli trenta secondi con Aquino che pressò Thiago Silva, mal servito da Rafael, servendo immediatamente Oribe Peralta che un gran destro batté Gabriel sul primo palo. Incredibilmente il Brasile si ritrovò costretto alla rimonta e i centroamericani alzarono le barricate concludendo in vantaggio il primo tempo, andando vicinissimi al raddoppio nella ripresa. Marco Fabián rubò palla a un distratto Thiago Silva e con una pazzesca rovesciata colpì la traversa salvando i rivali, ma la seconda rete era nell’aria. Peralta si liberò dalla marcatura avversaria prendendo perfettamente il tempo ai rivali a seguito di una punizione dalla destra e di testa realizzò il 2-0 che chiuse i conti facendo prendere all’oro il volo per Città del Messico. Nemmeno l’ingresso di Neymar e Pato servì per ridare animo a una Seleçao che visse una giornata estremamente negativa e a nulla servì il destro ravvicinato di Hulk per provare a riaprire la partita quando ormai mancava veramente troppo poco.
La medaglia più importante finì dunque al collo dei giocatori messicani e domani, a nove anni di distanza da quella magica giornata, i loro successori sognano di dare un altro storico e clamoroso dispiacere al Brasile.
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