Il Paraguay è sempre stata considerata la squadra meno sudamericana del continente. Dall’Albirroja infatti è sempre stato difficile aspettarsi un calcio offensivo e giocate che deliziassero la folla, ma era bensì più facile trovare una squadra molto difensiva e spesso ruvida negli interventi. Questo modo di giocare li portò però spesso a rientrare tra le grandi del calcio riuscendo anche in alcune circostanze a passare il girone iniziale, ma ciò che accadde nell’estate del 2011 ebbe dell’incredibile.
In Argentina ci si apprestava a dar vita alla quarantatreesima edizione della Copa América con i padroni di casa grandi favoriti e il Paraguay inserito nel girone con Brasile, Ecuador e Venezuela. Dopo il soporifero 0-0 con La Tricolor, a Córdoba arrivò il grande rammarico contro i Verdeoro. Jádson portò in vantaggio la Seleçao, ma nella ripresa i due dell’attacco, Roque Santa Cruz e Nelson Haedo Valdez, ribaltarono la situazione. A tempo quasi scaduto fu però Fred a trovare il punto decisivo del 2-2 e la qualificazione si sarebbe giocata contro la Vinotinto. Dopo l’iniziale vantaggio di Rondón la situazione si fece celestiale per l’Albiroja che pareggiò con Alcaraz e nel secondo tempo con Barrios e Riveros si portò sul 3-1. I minuti finali però furono ancora una volta maledetti e Fedor prima e Perozo poi riuscirono a riportare la sfida in parità con un pirotecnico 3-3.
Il Paraguay era dunque arrivato terzo, ma grazie alla differenza reti riuscì a restare davanti al Costa Rica e ad approdare ai quarti dove, per una strana combinazione di sorteggio, incontrò ancora il Brasile. Questa volta a La Plata i Guaranì puntarono fin dal principio solo a un unico obbiettivo: i calci di rigore. Lo 0-0 non si schiodò per tutti i centoventi minuti e i tiri dal dischetto avrebbero stabilito la terza semifinalista. Iniziò Elano e il suo tiro finì alla stella, ma Edgar Barreto non ne approfittò allargando troppo il destro. Andò Thiago Silva e Villar fu bravo a respingere e con la rete di Estigarribia l’Albirroja si portò avanti. André Santos colpì malissimo, alzando anche parecchia zolla dal terreno, e la palla si impennò e Riveros portò la sua squadra sul 2-0 dopo tre rigori. Tutto era nelle mani di Fred che però prese una stranissima rincorsa e quando calciò probabilmente non sapeva più nemmeno lui cosa fare e tirò fuori. Senza aver segnato nessun rigore il Brasile era fuori dalla Copa América e poté così partire la festa del Paraguay.
In un pazzo torneo dove tutte le gare dei quarti di finale andarono contro pronostico in semifinale ci fu un’altra rivincita del girone contro il Venezuela. Entrambe sapevano bene di essere arrivate al massimo delle loro possibilità, ma una sarebbe andata a Buenos Aires a giocarsi il titolo. La tensione era palpabile e bloccò le due squadre che giocarono contratte per tutta la partita e ancora una volta finì 0-0. Si andò dunque ancora ai rigori ma a differenza della gara col Brasile i gol arrivarono eccome fino a quando non si presentò sul dischetto Franklin Lucena. Il suo destro venne bloccato da Justo Villar e questo fu l’unico errore dagli undici metri di tutta la serie e con la rete di Darío Verón il Paraguay era clamorosamente in finale senza mai aver vinto una partita in tutto il torneo e senza mai aver segnato un gol nella fase a eliminazione diretta. Un qualcosa di unico e probabilmente irripetibile, ma che riportò l’Albiroja all’ultimo atto trentadue anni dopo la trionfale Copa América del 1979.
Al Monumental di Buenos Aires ci sarebbe stata la sfida con l’Uruguay, ma questa volta la dea bendata non assistette i Guaranì. Dopo soli undici minuti il Pistolero Suárez portò in vantaggio la Celeste e la squadra del Tata Martino dovette cambiare modo di giocare. I tentativi di pareggiare non andarono bene e Diego Forlán visse l’ultimo grande momento della carriera segnando una doppietta che stese Villar e i sogni del Paraguay con un netto 3-0.
La Copa América 2011 rimarrà per sempre nella storia per questa incredibile avventura biancorossa dove una squadra riuscì a diventare vicecampione senza mai vincere un incontro.
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