Il decennio del calcio in giro per il mondo: dopo aver visitato i maggiori campionati europei, è arrivato il momento di rivivere anche ciò che sono stati gli Anni ’10 in Sudamerica
Una delle squadre iconiche di questi anni di calcio in Sudamerica è stato il Santos che ha visto nascere la stella di Neymar. La consacrazione è arrivata con la Copa Libertadores del 2011, ma fu nel 2010 che il fuoriclasse oggi al Psg fece conoscere al mondo il suo talento. La vittoria della Copa do Brasil di quell’anno fu solo il preludio dell’esplosione di quella squadra (che contava anche Alex Sandro, Danilo, Ganso e altri passati per l’Europa) destinata a dominare.
Uno dei grandi momenti di divisione della storia del calcio sudamericano. Il River Plate divide la sua esistenza tra ciò che è successo prima del 2011, e quello che ne è stato dopo. Lo spareggio salvezza perso con il Belgrano rappresenta il punto più basso della storia del club, fomentato anche dagli incidenti al Monumental causati dai tifosi. Da lì però il River è tornato e si è rifatto con gli interessi.
L’ultima squadra sudamericana ad aver vinto un titolo mondiale è il Corinthians, che è anche l’unica del decennio. La figura di Tite allenatore è nata grazie alla Libertadores del 2012, quando raggiunse la vittoria finale sconfiggendo il Boca Juniors guidato da Riquelme, prima di andare a battere il Chelsea di Di Matteo in finale di Mondiale per Club.
Dopo la sconfitta nella già citata finale con il Corinthians, Riquelme lasciò il calcio giocato per mancanza di stimoli. Ma vista la situazione molto complicata in campionato del Boca Juniors, addirittura ultimo in classifica, Carlos Bianchi convinse Román a rimettersi gli scarpini nel 2013, anche se non riuscì a riportare la Libertadores a la Bombonera vista l’eliminazione sfortunata ai rigori con il Newell’s.
Fino al 2014 il San Lorenzo era l’unica delle cinque grandi del calcio argentino a non aver mai vinto la Copa Libertadores, al punto che l’acronimo CASLA, che starebbe per Club Atlético San Lorenzo de Almagro, era stereotipato con un simpatico Club Atlético Sin Libertadores de América. Ma la doppia finale col Nacional de Asunción ha consegnato al Ciclón la prima gloria della sua storia.
Il River con Marcelo Gallardo in panchina ha scritto la miglior pagina della propria storia: tutto nacque da un Superclásico di Copa Libertadores superato a tavolino per via di gas al peperoncino lanciati ai giocatori del Millonario nel tunnel degli spogliatoi all’intervallo della gara di ritorno in casa del Boca. Gli Xeneizes vennero squalificati, il River andò dritto fino alla finale vinta con i messicani del Tigres. E da lì nacque la leggenda di Napoleón.
Nel decennio abbiamo sempre celebrato grandi imprese sportive, ma purtroppo per il 2016 è d’obbligo ricordare una gravissima tragedia. L’aereo della Chapecoense nel viaggio che portava a Medellin per la finale di Copa Sudamericana contro l’Atlético Nacional, si schiantò causando la morte di quasi tutto l’equipaggio. Si tratta del più grande dramma sportivo di questo decennio, il più duro da ricordare, per una squadra che dal vivere il sogno della sua prima finale internazionale di sempre, si ritrovò nell’incubo di un dramma senza eguali.
Assieme al River Plate, l’altra grande squadra da doppia sfida di questi anni è stato il Grêmio di Renato Portaluppi. La vittoria sul Botafogo nella sfida tutta brasiliana dei quarti di Libertadores fu chiave per sbloccare il Tricolor, arrivato poi al trionfo nella doppia sfida col Lanús. Da quella squadra emersero due stelle: Luan, destinato però a rimanere a quei livelli, e Arthur, diventato un titolare del Barcellona.
Nella storia dell’eterna rivalità tra Boca e River il 2018 è probabilmente l’anno più importante, perché mai il Superclásico era stato una finale di Copa Libertadores. Per via degli incidenti del Monumental, con lancio di sassi al pullman azul y oro che aveva fatto rinviare la partita, l’incontro decisivo si giocò a Madrid in campo neutro. E la storica vittoria per 3-1 ai supplementari ha consegnato al River “la gloria eterna”, tanto che ogni anno il 9 dicembre i tifosi Millonarios festeggiano il Día eterno.
Ma il decennio calcistico si è chiuso con la finale più bella probabilmente degli ultimi vent’anni. Sotto 1-0 al 90′, il Flamengo è riuscito proprio contro il River Plate a ribaltare il risultato grazie a una doppietta di Gabigol. Incredibile epilogo dell’ultima Copa Libertadores degli Anni ’10, giusta celebrazione di una squadra che dopo aver dominato in lungo e in largo in Brasile, è tornata in vetta al Sudamerica 39 dopo l’unica volta.
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