Siamo ormai a un passo dalla finale di Copa Libertadores 2021 dove per il terzo anno consecutivo sarà una squadra brasiliana a fregiarsi del titolo di miglior rappresentativa continentale. Palmeiras e Flamengo sono a caccia del terzo successo della loro storia e soprattutto potrebbe dare continuità a un periodo che le ha già viste vincere nella annate 2019 e 2020. Altri grandi campioni scenderanno in campo sabato sera a Montevideo e qualcuno dovrà alzare bandiera bianca, proprio come questi altri cinque campioni che si sono dovuti accontentare della medaglia d’argento.
FAUSTINO ASPRILLA (PALMEIRAS, 2000)
Faustino Asprilla è stato uno dei migliori giocatori di sempre del calcio colombiano, ma la sua eccessiva inaffidabilità e discontinuità non gli hanno permesso di spiccare il volo a grandi livelli. Dopo i grandi anni al Parma passò al Newcastle dove fu un fallimento e nel 2000 per potersi rilanciare scelse il Sudamerica e il Palmeiras campione in carica. Il Verdão si ripresentò per il secondo anno consecutivo in finale contro il Boca Juniors e per Tino c’era la grande occasione di vincere la Copa Libertadores. Giocò solo quattro minuti nell’andata alla Bombonera, mentre nel ritorno subentrò già nel primo tempo a Marcelo Ramos e il secondo pareggio mandò la sfida ai calci di rigore. Asprilla si presentò per la seconda conclusione, ma il connazionale Córdoba sventò il suo destro e quello fu il primo passo per la sconfitta dei brasiliani.
FERNANDINHO (ATLETICO PARANAENSE, 2005)
Fernandinho è stato uno dei centrocampisti più intelligenti tatticamente degli ultimi anni e già da giovanissimo aveva fatto vedere a tutto il Sudamerica il suo immenso talento. L’Atletico Paranaense lo lanciò a soli diciassette anni e nel 2005 divenne il cardine di una squadra che incredibilmente raggiunse la sua prima e unica finale di Copa Libertadores. Con il numero dieci sulle spalle era considerato uno degli uomini più importanti del Furaçao, ma non riuscì a brillare nella prima finale venendo sostituito dopo sessantacinque minuti e nel ritorno a San Paolo entró solo a gara in corso. Il Tricolor dominó la seconda sfida dopo aver pareggiato la prima e dopo pochi mesi da quella finale, il brasiliano volò verso l’Ucraina per giocare con lo Shakhtar Donetsk.
THIAGO SILVA (FLUMINENSE, 2008)
Thiago Silva è uno dei migliori difensori della sua generazione e negli ultimi trent’anni sono stati pochissimi i giocatori a reggere il confronto. L’approdo nel grande calcio non fu però immediato, anzi per diventare un gigante dovette fallire in giovane età. Fu il Porto nel 2005 a portarlo in Europa per poi piazzarlo in prestito alla Dinamo Mosca dove non riuscì a reggere il confronto con il Vecchio Continente e la sua fortuna fu quella di tornare in Patria nel 2006 per vestire la maglia del Fluminense. Con il Tricolor ritornò quello ammirato in gioventù e con il Capitano Luiz Alberto formò una grande difesa per quella memorabile cavalcata verso la finale di Copa Libertadores del 2008. La sfida contro gli ecuadoregni del LDU Quito sembrava favorevole ai carioca, ma l’altura giocò un brutto scherzo nella gara d’andata con i padroni di casa che vinsero per 4-2. Tutto si sarebbe risolto Maracanã e il 3-1 mandò la finale ai calci di rigore, ma l’eroe di giornata fu il portiere Cevallos che regalò il successo agli ospiti.
RAMIRES (CRUZEIRO, 2009)
Ramires ha rappresentato il simbolo di uno degli ultimi grandi Cruzeiro, prima del crollo di questi anni e quando ormai era pronto per volare in Europa per poco non regalò un ultimo capolavoro al Celeste. A ventidue giocò la finale di Copa Libertadores del 2009 contro l’Estudiantes di Juan Sebastián Verón e furono due gare di un’intensità incredibile. Nella sfida d’andata in Argentina la sfida terminò sullo 0-0 e tutto si sarebbe deciso a Belo Horizonte. L’atmosfera era caldissima, ma proprio sul più bello, ovvero quando Henrique sbloccò il risultato, arrivarono i due gol de La Gata Fernández e di Mauro Boselli che ribaltarono il risultato dando così ai Pincharratas uno storico trionfo. Ramires sapeva di avere già un contratto col Benfica e non poté così lasciare il Sudamerica da campione.
ANDRÉ-PIERRE GIGNAC (TIGRES, 2015)
André Pierre Gignac ha trovato nel Messico e in particolare nel Tigres una seconda e meravigliosa casa, diventando dal 2015 l’idolo incontrastato dei Felinos. Dopo gli anni a Marsiglia voleva una piazza nuova per rilanciarsi ad alto livello e in quegli anni le messicane potevano partecipare alla Copa Libertadores. Il Tigres arrivò per la prima volta nella sua storia in finale dove si scontrò con una storica del calcio continentale come il River Plate. La tensione bloccò i padroni di casa nell’andata a Monterrey, con la sfida che terminò 0-0 e al Monumental tutto era pronto per una memorabile festa. I Millonarios dominarono e vinsero per 3-0 togliendo così a Giganc la grande occasione di laurearsi campione del Sudamerica, dato che dal 2017 il Messico rifiutò la partecipazione alla Copa Libertadores, ma nel 2020 poté vincere la Champions League del Nord America.
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