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18 reti in 3 partite: basta questo per incuriosirti?

Parlare del 6° turno di Allsvenskan vuol dire constatare innanzitutto la parabola discendente in cui il malcapitato Eskilstuna si è infilato, e purtroppo per loro sembra esser pure abbastanza profonda. Per carità, prendere 4 reti dall’Hammarby alla Tele2 Arena può capitare a tutti meno che qualche top club, ma il modo con cui i ragazzi di Per Olsson hanno perso l’ennesima partita stagionale fa riflettere. Una prova incolore, priva di personalità, e a far paura è che senza nessun appiglio il crollo verso la Superettan è certo. Il gruppo non riesce a trovare un amalgama quantomeno efficace, all’interno dello spogliatoio non si intravedono leader capaci di prendersi sulle spalle l’intero undici e cercare una salvezza che, a questi punti, avrebbe del miracoloso. Va detto come l’AFC abbia retto almeno per 45′, ma al rientro in campo sia letteralmente crollata: Paulsen (46′), Pa Amat Dibba (66′), ancora Paulsen (78′) e infine il destro di Arnór Smárason (91′). Quest’ultimo, il sigillo definitivo da parte del carismatico capitano che dopo una prova straordinaria, al pari di quella offerta da Dibba, si è concesso la seconda gioia personale in questa Allsvenskan. E i biancoverdi di Bajen, ora quinti, possono sognare…

Ci è ricascato Rikard Norling. Ci è ricascato il suo Aik. Insomma, il pari casalingo ottenuto contro il GIF Sundsvall è tutto fuorché un risultato da celebrare. Dopo la vittoria contro il Sirius, un altro pari che vuol dire incapacità di mettere insieme almeno un paio di risultati positivi consecutivi. Ed è un filotto che, date le potenzialità della rosa, non dovrebb’essere complicatissimo da perseguire: ma queste sono valutazioni della società e non mie. Confermato il 3-1-4-2 con Simon Thern in appoggio ad Eero Markkanen, con nuovamente il trio Avdic-Goitom-Krpic in panchina, non è riuscito il medesimo risultato dello scorso turno. E alla fine, il GIF e Linus Hallenius (undici minuti finali per lui) è uscito indenne dalla Friends Arena dopo uno 0-0 poco spettacolare.

E se l’Aik continua a non vincere, lo stesso fa l’indecifrabile Örebro. Se dopo la terza giornata di Allsvenskan i ragazzi di Alexander Axén campeggiavano al terzo posto dopo due vittorie e un pari, nei successivi tre match sono arrivati un pari e due ko che hanno fatto crollare i bianconeri all’undicesima casella della classifica. Lo Sportklubb, in quel dello Swedbank Stadion, era pure passato in vantaggio dopo 45′ di equilibrio: un colpo di testa del suo uomo simbolo, il nigeriano Kennedy Igboananike, aveva fato gridare al colpaccio. Che però non c’è stato, perchè come al solito a salvare gli Himmelsblått ci ha pensato Marcus Rosenberg. Al 63′ su rigore, procurato da un’incursione di Erdal Rakip (secondo sigillo per l’ex Werder Brema), poi da un suo tiro in porta è scaturito il più invitante degli assist per Alexander Jeremejeff. L’ex Häcken, capitalizzando quello che è possibile definire il 4° passaggio decisivo stagionale del suo capitano, ha sfruttato al meglio l’occasione concessagli da Magnus Pehrsson. Il modulo con cui il Fotbollförening è entrato in campo era sempre il solito 4-4-2, eppure la contemporanea presenza di Jeremejeff e Cibicki oltre appunto a Rosenberg ha incuriosito assai. Dove sia l’arcano, è presto detto: il polacco, che la scorsa Allsvenskan l’ha trascorsa nello  Jönköpings, è stato utilizzato come esterno destro di centrocampo. Un modo per trovare soluzioni alternative escludendo Tobias Sana dal 1′, uno stratagemma per schierare contemporaneamente le tre bocche di fuoco che il Malmoe si può permettere di utilizzare, una soluzione interessante qualora il burkinabé o il norvegese Berget non dovessero esser disponibili. E in effetti, l’unico vero neo del Malmö è sulla carta la mancanza di ricambi sulle corsie di centrocampo.

Un ko, un pari, due ko, un pari. La preoccupante striscia negativa con cui il Kalmar si stava scavando la fossa avrebbe previsto, per quest’ultimo turno di Allsvenskan, una serie di tre ko in modo tale che il ritmo scandito dalla matematica non ne venisse rivoluzionato. E invece, in uno dei momenti peggiori della stagione, i biancorossi sono riusciti a trovare la prima vittoria di questo campionato: quantomeno ora sono al penultimo posto (5 punti), lasciando l’ultimo posto in graduatoria all’Eskilstuna (3) e agganciando l’Halmstads (5). Un magra consolazione, ma se a questa vittoria dovessero seguirne altre, ecco che i ragazzi di Peter Swärdh potrebbero dire addio alle sabbie mobili del fondale di Allsvenskan. Contro l’Halmstads, davanti a poco più di 4800 anime popolanti la Guldfågeln Arena, i padroni di casa hanno vinto per due a zero: ad aprire le danze ci ha pensato l’ex Udinese Melker Hallberg su assist del brasiliano Romario Pereira Sipião, a chiuderle ecco che è stato il turno di David Elm direttamente da calcio di punizione.  Jan Jönsson è stato ancora tradito, questa volta dalla giovinezza di Sead Haksabanovic ma soprattutto dalla poca ispirazione di Alexander Ruud Tveter. Ancora una volta, e sono quattro giornate di fila, l’attacco non segna. E pensare che le prime due giornate avevano fruttato quattro punti, con tre reti segnate (due ad opera del ’99 Haksabanovic, appunto, e una del numero 9 Tveter).

Ho citato prima il J-Södra, ne parlo adesso. Alla Studenternas di Uppsala, il duello tra due formazioni in cerca di rilancio dopo un inizio stagione però sopra ogni aspettativa (il Sirius) e in cerca di rivincite dopo la tre reti incassate dal Norrköping (gli ospiti) ha regalato un pari bello da vedere, con un’intensità alta e un ritmo piacevole. Alla fine, la partita a scacchi tra Kim Bergstrand e Jimmy Thelin è terminata in un pareggio, ma che pareggio: il capitano Tommy Thelin (61′, 2° marcatura stagionale) incorna il vantaggio per l’Idrottsförening su cross di Stefan Karlsson, poi all’88’ l’appena entrato Kim Skoglund di testa ha ristabilito il pari mozzafiato. Intanto vi ricordo che Tommy Thelin, 33enne attaccante, è il fratello minore del 39enne allenatore. Quanto allo Jönköpings, mi permetto di dire come a mio avviso il tridente Sarfo-Björkebaum-Nilsson non abbia fatto sfracelli: a portare almeno un punto è stato un mediano, Skoglund, entrato soli 6′ prima del gol. E poi il 10, Dragan Kapcevic, in panchina…

Le fortissime emozioni di questo 6° turno di Allsvenskan ci sono state regalate dagli ultimi tre incontri. 3 partite, 18 reti segnate: 6 di media. Ed è perfettamente in linea con quanto detto, il punteggio maturato alla Tele2 Arena tra Djurgardens e Norrköping. Una partita bellissima, ricca di fiammate e tanti, tanti gol. Fa tutto l’IFK: prima passa in vantaggio con il terzino anglo-svedese Christopher Telo (assist di Holmberg), poi sostituisce l’infortunato Linus Wahlqvist con Eric Smith e subisce il pari scaturito dalla 4° gemma stagionale di Magnus Eriksson (assist di Engvall). Ma non finisce qui, perchè passano cinque minuti e il Peking torna avanti con una punizione di Niclas Eliasson. Alla ripresa delle ostilità, Magnus Eriksson prende i suoi sulle spalle e li conduce al pareggio da buon capitano (assist di Mrabti). Finita qui? Macchè: un finale incredibile corona una sfida appassionante. Prima (89′) il centrale di centrocampo islandese Thórarinsson irrompe di sinistro e porta in vantaggio l’IFK, poi al 93′ Magnus Eriksson imbecca splendidamente il destro di Tino Kadewere che, entrato al posto di Jesper Karlström, ha fissato il definitivo 3-3. Ed è un pari che serve a poco al Norrköping di Jens Gustafsson, così come serve a poco un Sebastian Andersson che sta attraversando un periodo difficile in cui non riesce ad incidere. Michael Langer ha subito tre reti, così come il collega Isaksson (l’inossidabile Andreas, ora 35enne). Man of the match, senza alcun dubbio, il classe ’90 Eriksson: due reti e un assist, serve aggiungere altro? Il suo bottino di questa Allsvenskan parla di 5 gol e 1 passaggio decisivo in 6 gare, quindi si può dire che sia sempre fondamentale per l’economia del Djurgardens.

Crolla il Göteborg alla Bravida Arena: il derby se lo aggiudicano i gialloneri dell’Häcken con un 4-0 che non lascia spazio all’immaginazione. Una vittoria netta, una supremazia chiara e lampante nonostante 45′ di inferiorità numerica per i padroni di casa. Jörgen Lennartsson è andato completamente in confusione, Mikael Stahre ha vinto la battaglia sotto ogni punto di vista. Già dopo 7′ l’equilibrio si è spezzato: gran cross di Joel Andersson, sfortunatissima deviazione del capitano dell’IFK, Mattias Bjärsmyr, a regalare il vantaggio al BK. Al minuto 21 il Bollklubben ha raddoppiato con Nasiru Mohammed, abile a deviare in porta una conclusione di Alhassan Kamara, poi al 28′ è arrivato ancora un gol: il trequartista Daleho Irandust ad imbeccare Kamara che col destro ha segnato la terza marcatura del match, che poi è anche la sua 3° stagionale. Dopo che Rasmus Lindgren ha poi lasciato l’Häcken in 10, al 47′ del primo tempo, nella ripresa non ci sono stati grossi tentativi di cambiare gli equilibri. Il Göteborg, pur con Hysén-Boman, pur con Björdal e Rieks, pur con Razak e Diskerud, non è riuscito a combinar qualcosa. Una prova complessivamente molto negativa, ma giustificabile in due lettere: ko. Un ko sul piano mentale anche prima di quello fisico ha portato ad una disfatta che Jörgen Lennartsson ricorderà per un po’ di tempo. A nulla sono serviti gli innesti di Smedberg-Dalence e Omarsson, l’IFK aveva smesso di giocare. Poca concentrazione, sottovalutazione dell’avversario, o altro. Non so cosa sia passato in testa agli Änglarna, certo è che loro, i Blåvitt, i biancoblu, hanno deluso. E’ anche vero, poi, che quando il passivo comincia ad aumentare diventa difficilissimo reagire: demerito loro, ma merito di Stahre e dei suoi ragazzi. Il quarto sigillo di Paulinho, 31 anni e la 10 sulle spalle, arriva all’86’ e altro non è che l’ultima delle reti ammirate alla Bravida Arena. Häcken 5° in Allsvenskan, Göteborg 12°. Alzi la mano chi lo avrebbe pronosticato ad inizio stagione.

Last but not least, dicono gli inglesi con un’espressione ai limiti del british humor. Ultimo ma non per importanza, come il partido della Borås Arena di cui parlo ora, in fondo al pezzo. Prima due numeri: l’Elfsborg in 6 partite aveva visto 14 reti realizzate e 11 subite, l’Östersunds rispettivamente 10 e 9. Una sfida di medio/alta classifica, tra 6° e 7° in graduatoria ma con ambizioni elevate. Dagli Eleganterna ce lo saremmo magari potuto aspettare, in ogni caso né Kevin Stuhr Ellegaard né Andreas Andersson hanno vissuto 90′ facili tra i rispettivi pali. Al 7′, Elfsborg in vantaggio: Viktor Prodell suggerisce, Alex Dyer realizza. Al 32′, il numero 22 questa volta decide di entrare sul tabellino e sceglie il momento migliore per capitalizzare il pallone servitogli dal compagno di reparto Frick. Succede poco, sembra che l’Östersunds sia ko ma, proprio nel momento in cui i padroni di casa cominciano a gestire, ecco che risorgono i ragazzi dell’inglese Graham Potter. Allo stesso modo di un cobra che ritrae la testa prima di scagliarsi contro il nemico intontito dall’effetto sorpresa, i rossoneri hanno punto in modo letale. Da 2-0 a 2-4, stupitevi pure. Il neo entrato Bertilsson (62′) e il destro di Ghoddos su assist dell’altro ingresso a gara in corso Alhaji Gero (78′) hanno ristabilito il pari. All’85’, la scarica del Fotbollsklubb si è abbattuta sui confusi gialloneri: cross del terzino sinistro Widgren, colpo di testa di Jamie Hopcutt (2° sigillo in questa Allsvenskan per il numero 8). A chiudere la contesa, poi, sempre Hopcutt all’87’ aveva realizzato un rigore guadagnato da Ghoddos. Entrato al 46′, il 24enne inglese aveva cambiato tutto. Il problema, per lui e compagni, è che l’Östersunds non ci sia stato e sua arrivato addirittura al pareggio. Entrato al 71′, Lasse Nilsson ha emulato il sopracitato avversario con due reti: al 91′ su torre di Jon Jönsson, al 94′ su calcio di rigore procurato da Per Frick. E nel momento in cui Patrik Eriksson emette il triplice fischio, un sospiro di sollievo è quel che resta di 8 reti concentrate in una partita vissuta a sprazzi, ma che partita. Dall’85’ fino alla fine del recupero, 4 gol. Come una gigantesca barca che sembra affondare, poi si riprende e infine viene subissata dall’impetuosità delle maree avverse, allo stesso modo i tre punti sono stati in bilico. Parte meglio l’Elfsborg che si porta sul 2-0, gli ospiti prima pareggiano poi vanno sul doppio vantaggio prima di venir ripresi all’ultimo istante utile. Un match che, almeno, regala emozioni in un campionato che storicamente non attrae su di sé gli occhi dell’Europa. E con il 4-4 da Boras, grazie per l’attenzione e a presto. Tack för din uppmärksamhet och nästa!

Matteo Albanese

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