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Tra sogno e ossessione ricomincia la rincorsa Champions del Red Bull Salisburgo

Riparte da Malta, precisamente dalla piccola cittadina di Paola dove si giocano le partite dell’Hibernians, il nuovo assalto dei Red Bull Salisburgo ai preliminari di Champions League. Una maledizione che dura dal 2007 quando, dopo aver vinto il primo di otto campionati, ha sempre visto spegnersi ai preliminari il sogno di entrare nella fase principale della massima competizione europea. E sinceramente si fatica a capire il perchè di questo rigetto verso la coppa dalle grandi orecchie, dato che spesso e volentieri, una volta eliminati e declassati in Europa League, i bianco rossi hanno dato luogo ad ottime cavalcate e grandi risultati. E forse, la beffa delle beffe, risale al 2013, quando l’Austria Vienna interrompe la tirannia Red Bull e riesce addirittura ad entrare nei gironi di Champions, prima volta di un’austriaca dal 2006. Ma cerchiamo ora di analizzare questi sette fallimenti e capirne i motivi.
Iniziamo dalla primissima edizione, ovvero dalla Champions League 2007-08, dove già si inizia a capire la poca fortuna degli austriaci. Lo scontro decisivo è contro i forti ucraini dello Shakhtar Donetsk, ma i Red Bull sfruttano l’andata a Salisburgo e vincono per 1-0. Nella ex terra sovietics ci sarà da battagliare, ma dopo soli cinque minuti è Meyer a segnare lo 0-1 che sembra qualificare i suoi. Dopo poco pareggia Lucarelli, ma agli arancioneri servono altri due gol e fino all’80’ il risultato non cambia, ma nel finale il blackout. Prima il rigore di Castillo e al 90′ Brandao regalano il passaggio del turno allo Shakhtar. L’amarezza è tanta, ma anche l’orgoglio per aver tenuto testa ad una grande squadra abituata a queste partite.
Si ritorna nel 2009-10 e dopo aver eliminato gli irlandesi del Bohemian e i croati della Dinamo Zagabria (ricordatevela questa squadra) saranno gli israeliani del Maccabi Haifa ad umiliare i Red Bull con un complessivo 5-1 (1-2 a Salisburgo e 3-0 ad Haifa). E un anno dopo sarà ancora un’israeliana, questa volta l’Hapoel Tel-Aviv a eliminare i biancorossi dopo aver espugnato la Red Bull Arena per 2-3. Rispetto al 2007 è un netto passo indietro, perchè in entrambi i casi gli austriaci erano favoriti.
La stagione 2012-13 è da dimenticare, quando già nel secondo turno i modestissimi lussemburghesi del Dudelange, grazie ad un 1-0 casalingo e ad una sconfitta per 4-3 in trasferta, fanno fuori la squadra di Salisburgo. Nelle successive due edizioni l’incubo è svedese ed ha sempre un nome:Malmö. Non basteranno nè il 2-1 nè tantomeno il 2-0 dell’anno dopo nelle gare di andata a Salisburgo, perchè nel ritorno scandinavo il risultato è sempre quello: Malmö-Red Bull Salisburgo 3-0.
La debacle totale, però, arriva nella passata Champions League, perchè tra i gironi e i Red Bull c’è solo la modesta Dinamo Zagabria, già affrontata e già più volte battuta. È ancora nella mente di tutti i tifosi austriaci quel prorompente 1-5 rifilato in terra croata nel novembre 2014 in Europa League dai Campioni d’Austria. Come può creare dei problemi ora? L’andata in terra balcanica è equilibrata e si conclude per 1-1, ottimo per gli austriaci che assaporano il raggiungimento del traguardo. Il 24 agosto 2016 la Red Bull Arena si mette il suo abito migliore ed è pronta per la festa. E quando a metà primo tempo Lazaro segna il gol dell’1-0 ormai sembra fatta. Gli austriaci spingono per il raddoppio, ma la rete del ko non arriva ed ecco che Fernandes pochi istanti dalla fine, trova il pareggio che prolunga le ostilità ai tempi supplementari. Per i “tori rossi” è una mazzata psicologica non indifferente e infatti dopo soli cinque primi Soudani segna l’1-2 finale che per la settima volta nega la qualificazione ai gironi di Champions.
Per i Red Bull Salisburgo il problema è diventato probabilmente più una questione psicologica che tecnica perchè troppe volte sono state buttate via occasioni favorevoli. Forse la società preferisce dar del filo da torcere a tutti in Europa League piuttosto che fare la comparsa nella principale competizione europea. Verrebbe da pensare anche questo dopo tutti questi inaspettati scivoloni, ma forse, anzi sicuramente, la sorte e qualche errore di troppo hanno condizionato l’obbiettivo dei ragazzi della Salisburghese, obbiettivo che riparte da stasera e riparte dalla gara con l’Hibernians.

Francesco Domenighini

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