Arrivati alla sosta per le nazionali, facciamo un resoconto della Jupiler Pro League 2016/2017 arrivata ormai al termine della 14° giornata.
La scala del successo
Se dopo 6 giornate ci si poteva aspettare le prime sorprese nel campionato belga, sicuramente nessuno avrebbe puntato un misero euro sulla costante Waregem in testa alla classifica della Jupiler Pro League: la sorpresa dalla casacca bordeaux e colletto verde sta debellando qualsiasi pensiero sul relativo decadimento in classifica dovuto al livello tecnico della squadra, risultando essere una delle pretendenti ai playoff anche grazie al ritmo offensivo avuto nelle ultime 9 partite in cui ha timbrato il cartellino ben 17 volte (dato aggravato dall’errore dagli 11 metri attuato per ben 3 volte). L’organizzazione di Dury non è mai stata in discussione, anzi il mercato da manager del condottiero belga ha posto le basi per una distensione numerica e tecnica della panchina (la presenza di Luca Marrone come “12° uomo” sottolinea la crescente abitudine tattica delle squadre belghe), ma sopratutto ha permesso al Waregem di mettere in mostra sulla trequarti il Wonderkid in prestito dal Bruges: Sander Coopman. Il classe 96, fresco campione di belgio con la maglia Blues del Club Brugge, quest’anno è stato mandato a farsi le ossa in provincia, dove con 14 partite dal primo minuto è diventato titolare inamovibile del centrocampo “rouge”. Questo mix di colori e di trofei (un campionato e una coppa nazionale vinta al primo anno) potrebbero distrarre chiunque, ma non il gioiellino dal fisico slanciato e dal destro inventivo: Dury gli ha trovato posto sia come mezzala a centrocampo ma viene impiegato più spesso come ala in grado di saltare l’uomo e dare il pallone in profondità alla ricerca dell’esperto Leye. Per lui si stanno già sprecando complimenti anche forzati con il “primo” De Bruyne, ma sembra che abbia tutti i numeri per giocarsela al piano di sopra con la casacca dei Blues di Bruges.
Cardiofrequenzimetro
Vedendo come vanno le cose a Liegi, il comportamento incostante dello Standard deriva in uno stato confusionale del cardiofrequenzimetro dei tifosi dal sangue blu: la nobile squadra fiamminga ha mostrato una caratteristica prettamente legata al calcio amatoriale: la differenza abissale nell’atteggiamento tra le gare casalinghe e quelle in trasferta; il sesto posto in classifica a quota 22 punti, “guadagnato” grazie a 6 vittorie-4 pareggi-4 sconfitte, può essere impropriamente diviso in 16 in casa e 8 in trasferta. Il rendimento quasi dimezzato in trasferta esplicita soprattutto i dati negativi della difesa, che sono inversamente (anche in modo del tutto inspiegabile) proporzionali in casa: la squadra di Jancovic è riuscita a subire 2 gol in 7 partite in casa, ed in stile agorafobico, a farsi prendere a pallate in trasferta con 12 gol subiti in 7 partite; non è irragionevole il pensiero del portiere Gillet (vi ricorda qualcuno?) che avrebbe preferito la coppia difensiva 2009/2010 del Bari (tali Bonucci-Ranocchia) al castello di sabbia formato da Corentin Fiore e Kostantinos Laifis.
Winning Eleven
Ci sono luoghi-canzoni-libri che segnano la gioventù di ogni ragazzo, un momento indescrivibile che porta il soggetto a confondersi con l’ambiente, quasi a voler sembrare incastonato nella sceneggiatura della stessa scena montata ad Hoc: sfido qualsiasi essere pluricellulare dotato di consolle, a non aver provato uno stimolo schizzofrenico all’avventura video-ludica di questo titolo; questo per arrivare a dirvi che forse la visione del Kas Eupen è relativamente proporzionale al soddisfacimento soggettivo ricevuto da una partita arcade giocata; lo stile totalmente offensivo della neopromossa proveniente dalla capitale germanofona del Belgio, strabilia tutti gli addetti ai lavori e i tipster professionisti, essendo in grado di totalizzare 56 gol tra fatti e subiti in 14 partite. Il dato certamente non ha fatto piacere al tecnico Jordi Condom Aulì che ha inizialmente cercato di trovare il bandolo della matassa schierando un 4-4-2 con risultati nefasti (alla 10° giornata sottostava al 16° posto) , per poi comprendere le potenzialità offensive dei suoi e schierare un propedeutico 4-2-3-1. La rosa con un età media spaventosa (23,4 anni) ha trovato i suoi jolly offensivi nel 19enne nigeriano Onyekuru, ala sinistra, che in 14 match ha segnato 6 gol e servito 5 assist, e nel 22enne camerunense in prestito dal Espanyol,attaccante centrale, Sylla che ha siglato 5 gol con 3 assist. Le giocate nate dal connubbio di questi due figli del continente nero stanno facendo ballare completamente il Kehrweg-Stadion, con il sogno salvezza adesso lontano solamente 18 punti. Non ci resta che continuare a godere di questo Caos-Calmo in cerca dei brividi risalienti alle ore di gioco perse davanti alla tv.
Si raschia il fondo
In fondo alla classifica, sembra non volersi avvalere di una possibilità di salvataggio il povero Westerlo, che non avendo imparato alcuna lezione nella stagione scorsa, sta tentando di retrocedere in maniera totalmente disfunzionale al progetto tecnico della società. La squadra, fondata sull’appartenenza alla terra fiamminga e che conta il secondo numero più basso di stranieri in rosa (solamente 11 su 31), non sta neanche lontanamente combattendo per allontanarsi dal baratro della retrocessione dalla Jupiler Pro League, anzi in piena crisi ha deciso di cambiare un valido allenatore come Bob Peters, per sostituirlo con un ben poco sicuro delle sue idee Mathjssen. L’ex allenatore dell’Oh Leuven (ma anche del Club Brugge nel 2009) sta rispettando significativamente i suoi connotati da “Promessa mai sbocciata”, non convincendo nè tifosi nè dirigenza sul suo operato. Oltre alla serie di sconfitte inanellate negli ultimi turni, il dato preoccupante è il camaleontismo disorganizzato del team, che non ha mai avuto un modulo fisso per più di una partita, con l’aggravante di avere un infermeria libera da scusanti stagionali. Che l’amore non sia sbocciato tra la piazza e il mister è risaputo anche dall’accoglienza non proprio amorevole dei supporters, ma adesso il baratro della serie cadetta sembra veramente ad un passo. Urgono rinnovamenti a gennaio.
Piccola Nota a Margine
E’ vero che essere il portiere della squadra penultima in classifica significa rivolgersi quasi in ogni partita verso la rete per raccogliere il pallone e lanciarlo a centrocampo, ma farlo in modo estremamente efficiente ed evitare goleade immani sembra essere diventato l’obiettivo principale di William Dutoit, 28enne portiere francese del Truiden, che sta veramente innalzando l’asticella di difficoltà della realizzazione per i calciatori avversari: i soli 24 gol subiti in 14 partite nella Jupiler Pro League potrebbero diventare un vanto per il nativo di Roncq (comune francese di 12000 anime a nord del passo di Calais), che ha effettuato 52 parate nello specchio della porta. Sicuramente non ritroveremo il suo nome scritto sui quotidiani, ma è comunque un ottimo biglietto di visita per le società di rango maggiore.
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