Sorge un sole speciale a Santa Fe. Il calcio argentino punta i riflettori sulla Cuna de la Constitución*, la grande protagonista di questo fine settimana: la Cordial** è stata dimenticato negli ultimi anni dai grandi palcoscenici ma ha un cuore che pulsa a forti ritmi calcistici soprattutto in giornate come questa. Oggi è il giorno del Clásico santafesino, la partita più bella, la più attesa di questa città del Nord-Est dell’Argentina.
Union contro Colon, suoni ridondanti in una partita che non può essere scontata. A Santa Fe come a Rosario e a La Plata il calcio è una questione cittadina: non si tifano Boca, River o le grandi del paese, in città si può scegliere solo tra le due realtà locali: Tantengues o Sabaleros, due mondi particolari e contrapposti ma non si ha altra opzione di scelta.
In un periodo come questo in cui entrambe le squadre hanno le spalle piuttosto coperte sul fronte retrocessione e possono ambire al massimo ad un piazzamento nella lunga lista di squadre che andranno in Copa Sudamericana il Clásico santafesino diventa l’appuntamento più importante, quello che può realmente far svoltare la stagione.
I DUE STADI DI SANTA FE
Il 15 de abril, la Avenida sarà il teatro del Clásico santafesino di oggi
Il primo dei due derby di questa stagione lo giocherà in casa l’Union; per l’altro bisognerà attendere la Fecha de los Clásicos in programma alla giornata numero 24. Il fortino dell’Union è uno stadio molto particolare: il 15 de abril, noto popolarmente come La Avenida.
Il 15 de abril prende il nome della data della fondazione del club nato nel 1907 e nello stesso giorno venne inaugurato l’impianto nel 1929 (anche se per motivi di sicurezza di fatto si rinviò la prima partita al 28 dello stesso mese).
Lo stadio, come sopra citato, è detto anche La Avenida perché situato lungo una delle avenidas (che sarebbero i viali in traduzione) principali della città. Ospita 27.000 spettatori e sarà pienissimo per il big match di oggi. (ore 16.00 locali, 20.00 italiane il fischio d’inizio).
Il Cementerio de los Elefantes, la casa del Colon
Nel barrio Centenario tra le vie Juan José Paso e Boulevard Zavalla sorge lo stadio Brigadier General Estanislao López, già intitolato ad Eva Perón. Lo stadio è stato dapprima intitolato alla Primera Dama, complice di aver fatto affiliare il Colon all’AFA e regalare il professionismo a questa città; poi successivamente venne ribattezzato con il nome di un antico caudillo della città di Santa Fe, Estanistlao López.
Tuttavia questo stadio che vede giocare il Colon le partite casalinghe a Santa Fe è conosciuto con un nome popolare molto famoso: il Cementerio de los Elefantes. L’invenzione di questo apodo è da attribuire alla penna di Angel José Gutierrez, firma del più importante quotidiano locale, El Litoral, negli anni ’60.
Il Colon in quel periodo si guadagnò la reputazione di squadra solita nel fermare le grandi del paese e la reputazione di “campo difficile” prese sempre più piede con il passare del tempo. L’affermazione di questo mito prese corpo nel 1964 quando il Colon riuscì a battere il mitico Santos di Pelé che era imbattuto da 43 partite. Da quel momento lo stadio è diventato per tutti il Cimitero degli elefanti e per le big andare in trasferta in casa del Colon è sempre uno spauracchio.
I SOPRANNOMI DELLE DUE SQUADRE
Tatengues, i ragazzi per bene
L’Union nasce nella parte più ricca e borghese della città e di fatto rappresenta il ceto medio-alto della società locale. Il soprannome ‘Tatengue’, di puro dialetto santafesino, indica proprio l’alta collocazione sociale e significa “i ragazzi per bene”.
Sabaleros, i pescatori
La maggior parte dei primi tifosi del Colon erano pescatori di fiume e sulle rive del Rio Salado (corso d’acqua più importante della città) erano soliti pescare i sábalos, letteralmente le alose, un pesce che si trova in acque sia dolci che salate. Dai sábalos derivano i sabaleros e “Sabalero” è il soprannome più comune per parlare della squadra che gioca il Clásico santafesino in rossonero.
LE CURIOSITÀ
Il derby nel deserto
Nel 2013 al 15 de abril si giocò un Clásico santafesino molto particolare. In un periodo di gravi problemi di violenza per tutto il calcio argentino che vide diversi morti nel giro di poche settimane (il caso più problematico fu l’uccisione di uno spettatore da parte di una forza dell’ordine con un proiettile di gomma a La Plata) il derby di Santa Fe si giocò a porte chiuse per motivi di sicurezza.
Clima del tutto surreale con l’Union già retrocesso matematicamente la settimana prima che si ritrovava a cercare di onorare la propria stagione provando a portare a casa un derby che finirà con un amarissimo 0-0. Un derby a porte chiuse. O meglio un derby argentino a porte chiuse. Niente tifo, niente passione, niente spettacolo sugli spalti. In quel periodo di crisi generale vedere una partita tanto sentita senza spettatori fu una bruttissima immagine.
Bruno e Mauro, il Clásico santafesino dei fratelli Pitton
Il derby in programma questa sera sarà speciale per la famiglia Pitton. I due figli maschi Bruno e Mauro giocheranno il derby insieme, entrambi con la maglia dell’Union. Bruno è un terzino mancino, Mauro una mezz’ala destra e tutti e due sono tifosissimi del Tatengue. Rispettivamente al terzo e quarto derby della loro carriera vogliono finalmente viverlo da protagonisti cercando di segnare contro i rivali di sempre.
La passione per il calcio che unisce: dall’infanzia sugli spalti al derby sul campo. Per la famiglia Pitton questo derby è ancora più speciale.
*A Santa Fe è stata firmata la Costituzione argentina.
** La Cordial è uno dei principali soprannomi della città di Santa Fe.