La crescita del movimento calcistico africano ha portato tecnici stranieri alle nazionali più importanti e nell’edizione imminente della Coppa d’Africa ci saranno dodici allenatori europei, un argentino e solamente tre africani. Le tre nazionali ad aver scelto un tecnico locale sono Senegal, RD del Congo e Zimbabwe, tutte e tre guidate da connazionali. Andiamo a conoscere i profili africani degli allenatori di questa Coppa d’Africa.
I tre allenatori africani della Coppa d’Africa
Aliou Cissé, l’esperienza in Europa per guidare il Senegal
Il Senegal è la nazionale più forte ad affidarsi ad un tecnico locale. Aliou Cissé in carriera ha giocato sia in Francia che in Inghilterra maturando la sua concezione calcistica che gli ha dato lo sprint mentale per sedere su una panchina come quella della selezione senegalese. Dal 2012 è nello staff della nazionale ma come allenatore in prima ha avuto una breve esperienza il primo anno per poi riprendere la squadra nel 2015: i risultati in questo periodo non sono stati i più incoraggianti per una squadra come il Senegal che non si è più qualificata ai Mondiali e in Coppa d’Africa ha fallito clamorosamente la qualificazione nel 2013 ed è uscita al girone nell’edizione del 2015. Dopo la fallimentare spedizione in Guinea Equatoriale Cissé ha ereditato la nazionale da Giresse, di cui era il vice, e ha dominato il girone finale di qualificazione per questa edizione. Ha coltivato una buona generazione di talenti e quest’anno ha la grande occasione per dimostrare di essere l’uomo giusto per la guida del Senegal.
Florent Ibengé, l’eroe della Repubblica Democratica del Congo
A Kinshasa l’eroe nazionale è Florent Ibengé, ex portiere tra i migliori tecnici africani in circolazione. Risollevare il movimento calcistico dei Leopardi era un’impresa piuttosto ardua se si pensa che la squadra non si qualifica ad un Mondiale dal 1974, quando ancora partecipava sotto il nome di Zaire, e in Coppa d’Africa veniva da un’eliminazione al girone e da tre qualificazioni mancate nelle ultime quattro edizioni. Ibengé ha preso la squadra dopo l’edizione del 2013 e l’ha portata prima ad uno storico terzo posto nell’edizione in Guinea Equatoriale, e poi a stravincere il girone con Repubblica Centrafricana, Angola e Madagascar dando grande credibilità al calcio congolese. In carriera ha lasciato il Congo solamente per una breve esperienza da allenatore in Cina ma il suo ritorno in patria ha reso la Repubblica Democratica del Congo una nazionale forte e da non sottovalutare anche per questa edizione.
Callisto Pasuwa, l’uomo del miracolo Zimbabwe
Chi è riuscito in una grandissima impresa è Pasuwa, capace di riportare lo Zimbabwe in Coppa d’Africa dopo 11 anni. Dopo tanta gavetta con le selezioni giovanili dello Zimbabwe ha finalmente ereditato la prima squadra andando a creare forse la nazionale più forte di sempre del suo paese. Dopo qualche screzio con la federazione che non gli pagava lo stipendio è tornato e ha centrato questa storica qualificazione in un girone non troppo competitivo ma pieno di insidie soprattutto dal punto di vista organizzativo: la squadra ha vinto una trasferta in Malawi viaggiando in autobus da un paese all’altro senza potersi allenare vista la estenuante durata del viaggio. Tra i tecnici africani è stato quello in grado di far crescere maggiormente il proprio movimento calcistico e adesso si va a giocare questa competizione da outsider assoluto.