Dopo un lungo corteggiamento arriva l’ufficialità: Cristian Tello è un nuovo calciatore del Betis. Dal mancato riscatto della Fiorentina al ritorno in Liga passando ovviamente per la casa base Barcellona che ne possiede ancora il cartellino.
Tello in Italia c’è restato un anno e mezzo dove ha vestito con dignità la maglia viola ma non tanto da convincere la proprietà gigliata a spendere la somma quasi irrisoria di 5,5 milioni di euro per confermalo nella rosa della prossima stagione.
La sua esperienza italiana è stata a corrente alternata e nel cuore dei tifosi sono rimaste sia dribbling e accelerazioni da urlo delle notti migliori, sia pomeriggi anonimi di debole presenza.
Non facile per lui inserirsi nell’ambiente Fiorentina: la squadra viaggiava a gonfie vele nella parte alta della classifica al momento del suo arrivo ma non aveva trovato il modo di rimpiazzare adeguatamente gli esterni di lusso partiti nel giro di dodici mesi che sono stati consecutivamente Cuadrado, Salah e Joaquin. Il suo compito era quello di non far rimpiangere questi tre calciatori e soffiare il posto ad un Blaszczikowsky che dopo l’infortunio non è mai rientrato ad alti livelli.
Nel suo compito ci è riuscito a metà perché non sempre le sue qualità sono state apprezzate nel modo giusto e talvolta anche lui con prestazioni di eccessiva paura ha alimentato il pensiero che non fosse un giocatore di alta fascia. A livello di statistiche sono 61 le sue presenze con la maglia viola condite da 6 gol, quasi sempre decisivi.
La stoffa del grande talento ce l’ha sempre avuta in carriera perché i mezzi fisici e tecnici a sua disposizione sono indiscutibili: in accelerazione ha pochissimi rivali in Serie A, tratta benissimo il pallone e ha una finta che sistematicamente manda in bianco i difensori. Questo ultimo particolare forse non lo conosce molto bene visto che nelle serate di maggiore timidezza ha sempre preferito limitarsi ad appoggiare al compagno più vicino invece di scatenare la sua pungente velocità.
I colpi però sono visibili a tutti e anche una progressiva confidenza con il gol lo avevano portato a non essere più una riserva di lusso ma un giocatore chiave per gli schemi di Paulo Sousa nella complicata seconda metà di stagione della Fiorentina. 5,5 milioni il riscatto come detto prima, a quelle cifre giocatori così non esistono. E dispiace perché la nostra Serie A si perde un giocatore con dei numeri di pura bellezza calcistica in grado di dare all’intero campionato immagini di qualità tecnica oltre la tattica.
Tello va a disperdersi in un Betis che sta progettando la propria squadra con ambizione ma che difficilmente potrà avere ambizioni europee in un campionato competitivo come la Liga. Il passaggio al Villamarin rischia di avere le sembianze di un ridimensionamento per la sua carriera, eppure la sua annata non può in nessun modo considerarsi negativa e, almeno analizzando le fonti ufficiali, sembra assurdo che la Fiorentina non abbia pagato la cifra prevista per puntare su profili che non sembrano essere alla sua altezza.
La tratta che porta dall’Arno al Guadalquivir è stata percorsa in questi anni anche da Piccini, Vargas e Joaquin ma con presupposti totalmente differenti: il terzino ora allo Sporting cercava una realtà dove trovare minuti con la speranza di tornare a Firenze in breve tempo, il peruviano ha seguito il direttore sportivo Macià per chiudere la parentesi europea della sua carriera mentre Joaquin ha compiuto una scelta di cuore decidendo di vestire per una seconda volta la maglia della squadra di cui è tifoso.
L’Italia perde un talento trattato come uno scarto ma che scarto non può essere di certo. Forse non è stato apprezzato a fondo, forse non è riuscito a dare il meglio di se stesso se non a sprazzi. Adesso però c’è una grande occasione per riscattare una carriera e far capire che tipo di talento è quel catalano di 26 anni che da quando ha lasciato il Barcellona non ha trovato ancora la sua consacrazione.