Molto probabilmente, dalle parti di Amarousio, più di una persona si sarà complimentata in questi giorni con Manolo Jimenez. Ma dopo ieri sera, sono pronto a scommettere che saranno ancor di più gli estimatori del tecnico iberico. In fondo, riuscire a pareggiare una partita alla Skoda Arena, casa dello Xanthi (terza forza in campionato, e non per caso), giocando in 10 per 52′ è di per sé un ottimo risultato. Se poi ci aggiungiamo che la partita è stata nel complesso in controllo dei gialloneri, che la squadra sta carburando abbastanza bene col tecnico di Arahal in panchina, che l’ambiente del Δικέφαλος Αετός è stato infiammato in settimana dall’arrivo di Sergio Araujo, ecco che il mix di queste componenti altro non conferma che la voglia dell’Aek di dare una svolta a questa stagione.
Cominciata non benissimo: due tecnici cambiati, l’involuzione tattica di alcuni giocatori (Hugo Almeida sul banco degli imputati) e un gruppo non omogeneo. Poi, la riscossa: lo spirito guerriero di Temur Ketsbaia che ritorna sotto forma di Manuel Jiménez Jiménez e getta un macigno sotto il fallimento di Morais, una nuova linfa pare pervadere gli 11 che vengono schierati in campo, il rapporto tra afición e squadra che si stringe sempre di più, un ritrovato entusiasmo e il desiderio di immediato riscatto. In Coppa di Grecia, quattro giorni fa, l’Aek si è imposto in trasferta contro il Levadiakos: al di là del risultato (0-1, rete di Bakasetas), è interessante come i giocatori abbiano reagito (in modo positivo, ça va sans dire) alla sperimentazione del 3-5-2. Il crollo del mantra della difesa a 4 ha poi una valenza particolare se si pensa che dalla gestione Dellas era sempre stata utilizzata. E lo spazio ottimamente sfruttato dalle cosiddette seconde linee (segnalo in particolare Ronald Vargas come seconda punta, Galo e Diaz come esterni e Ajdarevic come interno di centrocampo) ha confermato la qualità della rosa nel suo complesso.
La partita di ieri, vista in ottica aek-centrica, è stata un successo. L’inizio shock (Rodrigo Galo che stende malamente Lucero al 6′ e si guadagna un rosso diretto) avrebbe potuto avere ben peggiori conseguenze, in fondo: col senno del poi però va riconosciuta a Jimenez l’abilità di aver corretto un match cominciato malissimo. E non è poco, se si considerano il colpo psicologico e la necessità di dover giocare con l’uomo in meno. La rinuncia a Patricio Rodriguez in nome del terzino Bakakis ha poi riequilibrato la squadra dietro, ma ha anche privato l’ariete Pekhart di un ottimo sparring partner nonchè un buon crossatore: si comprende così la solitudine davanti del puntero ceco, che comunque si è distinto positivamente per impegno e tenacia. Il ruolo di mvp è però insito, come facilmente desumibile, nei guantoni di Vasilios Barkas: del resto, è stata una giornata impegnativa per il numero 1, chiamato agli straordinari in particolar modo su Triadis quando, al 38′ ha evitato che la sua squadra chiudesse la prima frazione in svantaggio. Nel secondo tempo l’Aek è partito meglio, complice anche la schiocchezza di Triadis (due gialli nel giro di 4′, tra 54′ e 58′), ma la stanchezza si è fatta sentire. Ristabilita la parità numerica, Manolo ha pure provato a vincerla (ad esempio con Bakasetas dentro per Lazaros), ma alla fine quello che esce da Xanthi è un misero 0-0.
«Ο Μανόλο ξέρει», scriveva ieri mattina SD. “Manolo sa”, dal tono quasi profetico. Ai punti avrebbe meritato la vittoria, eppure in terra greca si conoscono troppo bene i danni causati dall’ ὕβϱις. Tracotanza, la traduzione del termine che al liceo veniva pronunciato con le labbra a culo di gallina. In sintesi, non avvicinarti troppo al sole perchè rischi di scioglierti le ali di cera. Se preferite, non metterti in competizione con i vari Zeus, Atena o Apollo, in quanto non ci sarà mai storia. E’ vero, Icaro e Niobe?
Continuando, «Δάσκαλοι στο… κατενάτσιο. Ο Λουτσέσκου και ο Χιμένεθ έπαιξαν για να μην χάσουν και το πέτυχαν». Letteralmente, maestri di catenaccio. “Lucescu e Jimenez hanno giocato per non perdere e ci sono riusciti“. Vero, in fondo perdere terreno dalle prime file sarebbe stato sconveniente per entrambe. Come diceva tale Johan Cruijff, “se non puoi vincere, assicurati di non perdere”. Dunque, va bene anche uno 0-0.
Che per i padroni di casa non è del tutto soddisfacente. Il rovescio della medaglia mi impone di far pendere la bilancia a favore dell’Aek, specie perchè lo Skoda avrebbe potuto issarsi al secondo posto del campionato confermando il suo ruolo di sorpresa del torneo. E invece, non è stato sfruttato lo stop di ieri del Panionios contro l’Asteras (1-1 a Tripoli), e ora il Panathinaikos che attende in casa oggi il Levadiakos può sorpassare entrambe le formazioni. Eppure, non bisogna esser troppo tristi: la squadra c’è e rimane in corsa per i primi posti. In fondo, nella città che ha dato i natali a Democrito, Protagora ed Anassarco, come potrebbero non prenderla con filosofia?
Ecco il tabellino della gara:
Xanthi (4-2-3-1): Zivkovic; Baxevanidis, Karasalidis, Lisgaras, Wallace; Lucero, De Lucas; Triadis, Lazic (dal 90′ Fliskas), Kamara (dal 55′ Soltani); Vasilakakis (dal 78′ Ranos). All. Lucescu.
Aek (4-2-3-1): Barkas; Galo, Vranjes, Lambropoulos, Didac; Simoes, Ajdarevic; Christodoulopoulos (dal 74′ Bakasetas), Mantalos (dall’ 84′ Galanopoulos), Rodriguez (dall’11’ Bakakis); Pekhart. All. Jimenez.
Ammoniti: Baxevanidis, Triadis (X), Simoes, Vranjes, Mantalos, Galanopoulos (A). Espulsi: Galo (A) e Triadis (X).
Matteo Albanese