Senza sofferenza il San Lorenzo non riesce proprio a vincere o ad andare avanti, soprattutto in questa Copa Libertadores. Un’odissea per superare il girone dove sembrava spacciato, un’agonia questa notte per raggiungere dei quarti di finale che sembravano ampiamente alla portata visto il risultato dell’andata.
Con l’1-0 in Ecuador il Ciclon non aveva grossi timori dell’Emelec e il fattore campo sembrava essere l’amico principale per superare agevolmente il turno più complicato per quanto riguarda la forma fisica, quello più lontano dal vivo della stagione.
E invece il San Lorenzo ha fatto come al solito il possibile per complicarsi la vita: si è fatto sottomettere dall’Emelec in un primo tempo giocato davvero male, ha subito il gol dello 0-1 che ha rimesso tutto in parità ad inizio ripresa e non si è dimostrato all’altezza di rimettere in piedi la partita ed evitare i calci di rigore.
E allora ennesimo finalme col brivido, ormai una consuetudine dalle parti di Boedo, eppure tutto finisce sempre per il modo giusto. Questa volta non ci sono le mani sante di Torrico, costretto alla panchina, ma i guanti al Nuevo Gasometro sembrano sempre avere quell’aurea divina anche quando i pali li difende Navarro. Ed è proprio il portiere ex Napoli l’eroe della serata, il miracoloso salvatore del Santo.
Gli errori di Luna da una parte e dell’idolo Belluschi dall’altra portano la sfida ad oltranza ma il sesto rigore viene segnato da Reniero per il San Lorenzo e sbagliato da Ramos per l’Emelec. Navarro si oppone e regala un altro lieto fine ai tifosi cuervos.
Sofferto, sudato, vincente: questo l’identikit perfetto del successo del Ciclon in Copa Libertadores. Una squadra che ama il brivido e il rischio ma poi sa venirne fuori anche quando le possibilità di farcela sembrano non esserci più. È il DNA della squadra, è lo spirito di sopravvivenza di un colletivo che nel corso della sua storia ha sempre fatto ricorso ad ultimi appelli. Ora arriva il Lanus, avversario che nella finale di un anno fa di campionato argentino diede una paliza (termine utilizzato in gergo calcistico per vittorie molto ampie ma con altri significati in ambiti differenti) non indifferente con quel 4-0 al Monumental. E con il Granate c’è poco da scherzare perché di jolly Aguirre e i suoi se ne sono già giocati tanti.