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Rashford, l’incubo del Chelsea e la vera star dello United

“Non potevo trovare modo migliore per festeggiare il mio compleanno se non conquistando i 3 punti stasera”. E di certo non si può dar torto a Marcus Rashford: alla vigilia del suo 22esimo compleanno si è preso la scena da assoluto protagonista nella partita di Carabao Cup contro il Chelsea, la stessa che invece avrebbe dovuto rappresentare per i Blues l’occasione perfetta per vendicarsi del 4-0 della partita d’esordio di questa Premier League.

Due gol segnati alla prima apparizione stagionale in questa coppa dalle grandi sorprese, tanti quanti ne aveva messi in rete proprio in quella partita. La squadra di Lampard sembra davvero essere la vittima preferita di Rashford, l’unico giocatore su cui al momento il Manchester United può fare pieno affidamento e che potrebbe rivelarsi una delle poche carte vincenti ancora a disposizione di Solskjaer, allenatore mai seriamente in bilico ma al quale serve urgentemente una svolta prima di complicare ulteriormente una situazione già molto delicata.

E se negli ultimi dieci giorni il Manchester United è riuscito lentamente a rialzare la testa, gran parte del merito va data proprio al giovane attaccante inglese che prima ha costretto il Liverpool ad arrendersi all’1-1 (primo stop in campionato per Klopp) e poi ha inflitto praticamente da solo la punizione più brutta al Chelsea, diventando il protagonista assoluto in uno Stamford Bridge gelato per ben due volte. Cinque gol in campionato e due in coppa nel giro di 11 presenze, con la media di quasi un gol segnato ogni due partite: la stagione di Rashford cammina con un passo totalmente differente da quella del suo United, al momento settimo in classifica con uno degli attacchi più poveri di tutta la Premier League (13 gol segnati in tutto) ma ben presto i due percorsi potrebbero finalmente incrociarsi, grazie alle giocate e al talento puro di uno dei giocatori più promettenti dell’intero panorama inglese.

E anche se per caratteristiche non potrà mai essere il vero numero 9 che i Red Devils cercavano, per numeri e posizionamento in campo ha davvero la possibilità di lasciare il segno nel modo più bello possibile, diventando il vero trascinatore di una squadra che aveva bisogno di tornare alla competitività di una volta.

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