Punto e a capo, il Brasile riparte. Solo Rio riprende a far rotolare il pallone, ma è un primo passo per rialzarsi dopo il KO tecnico del virus nella terra del futebol. SI è tornati a giocare al Maracanã, tutt’altro che un caso, per un Campionato Carioca che segna l’inizio della nuova era brasiliana. Era che nelle premesse non è diversa da quella precedente: sì, gli spalti vuoti, le mascherine e tutto cambiano l’atmosfera, ma sul campo poi si è ripreso da dove si era lasciato, con il Flamengo di Gabigol che vince e lascia poco o nulla agli avversari.
Una notte speciale di calcio nel tempio carioca per eccellenza, purtroppo privo dei suoi tifosi, parte integrante come poche culture nel mondo, che però si è dovuto adagiare ai limiti della situazione. Persino la statua dedicata a Bellini, il primo giocatore di sempre ad alzare al cielo una Coppa del Mondo per il Brasile, scomparso nel 2014, ha vestito la mascherina, per una divertente iniziativa dei tifosi che hanno deciso di vestire a tema anche l’area attorno al Maracanã.
Sul campo la lunga assenza non ha fatto la differenza, anzi, ha ribadito delle gerarchie che erano piuttosto chiare. Non che fosse il Bangu la squadra indiziata per fermare il Flamengo, ma i ragazzi di Jorge Jesus hanno saputo dimostrare ancora una volta di essere loro la squadra da battere: Gabigol, con una stravagante nuova capigliatura, non ha segnato, ma ha comunque inciso, come De Arrascaeta e Bruno Henrique che hanno segnato i primi due gol del nuovo calcio. La terza firma è quella meno influente, ma forse quella che può dare maggiori risvolti calcistici alla stagione: l’ha messa Pedro, ex Fiorentina, chiamato a riscattarsi dopo il flop italiano e in grado di mettersi in gioco sin da subito.
Il Flamengo ha vinto tutte le partite di questa seconda fase del Carioca, dopo aver portato a casa la Taça Guanabara, ora punta alla Taça Rio. Con questa vittoria è qualificato alle semifinali con un turno d’anticipo e potrà aspettare al tavolo le prossime avversarie, con la possibilità concreta di avere un Fla-Flu in finale, lo spettacolo più meritevole di assegnare il primo trofeo brasiliano post-emergenza.