Nel 2002 il Barcellona viveva una delle sue epoche più complicate: aveva chiuso il campionato al quarto posto vedendo vincere il Valencia dopo più di 30 anni e si apprestava a vivere uno dei campionati più difficili di sempre chiuso con un sesto posto che invocò grandi cambiamenti. In quel periodo di crisi però nacquero due delle sue promesse per il prossimo futuro: in Guinea Ansu Fati e nell’isola di Tenerife Pedri.
Ma se l’ispano-guineano ha già avuto modo di farsi notare, segnare e scrivere record in blaugrana, è il canario il ragazzino tutto da scoprire. Soprattutto perché ancora non ha mai vestito la maglia del Barcellona, pur essendone diventato ufficialmente calciatore nell’ultimo mercato. Diciassette anni ancora da compiere e un presente al Las Palmas, la squadra che lo ha tenuto nell’arcipelago più meridionale d’Europa portandolo via dalla mai amica Tenerife.
Attualmente è in Segunda e come detto non ha ancora giocato al Barça ma la attese per lui sono grandissime. Se possibile anche maggiori rispetto a Fati. Perché quando a un’età così giovane dopo i primi colpi da fuoriclasse arriva la pesantissima etichetta di nuovo Iniesta allora le cose si fanno serie. Barcellona è una piazza che le pressioni non le mette, le impone. Soprattutto se ci si ritrova in fretta sulla bilòancia con i principali campioni dell’epoca d’oro blaugrana. E Iniesta non è solo parte di questo club d’élite, ma è quantomeno nel podio.
Ma Pedri può essere davvero il nuovo Iniesta? A livello tecnico ci sono delle somiglianze, ma la posizione in campo al momento sembra abbastanza differente. Vero, Iniesta pur partendo di fatto da mezzala ha sempre fatto l’amore con le punte, potendo agire grazie al suo palleggio con comodità su porzioni più laterali o offensive di campo. Proprio quelle dove al Las Palmas si sta muovendo Pedri. Trequartista o a volte anche esterno di sinistra, seppur con caratteristiche di fraseggio e mai di accelerazione.
Pedri è un calciatore di visione, di qualità, di intuito, E lì si che assomiglia a Don Andrés: nella capacità di giocare a testa alta e vedere il gioco in anticipo. In Segunda ha cominciato fortissimo nonostante l’età: a 16 anni ha già trovato gol e assist di grande livello, esaltandosi anche in una delle partite sulla carta più difficili contro il Deportivo La Coruña. La qualità dei suoi passaggi è eccellente, capace di ribaltare il gioco da sinistra a destra con un filtrante rasoterra.
Gli step da fare sono molti, dal superare l’ingombro di un’età troppo acerba al doversi confrontare con calciatori di categorie superiori. Fino ad arrivare alla grande sfida di avere quell’impatto non nel Las Palmas, ma con la maglia blaugrana. Quella che ancora non ha vestito questo potenziale campione, ma che conta di farlo già dalla prossima stagione, continuando il suo rapidissimo percorso di crescita che già può dare credibilità alla speranza di aver trovato un altro Iniesta, seppur con il peso di dover convivere già con questa enorme aspettativa.