Un verdetto inevitabile; il Paderborn, ad un solo anno di distanza dalla promozione in Bundesliga, torna in Zweite al termine di una stagione piuttosto complicata. I numeri parlano chiaro: peggior difesa del campionato, secondo attacco meno prolifico e solo quattro vittorie ottenute a fronte di otto pareggi e venti sconfitte. Il sogno di giocare nel massimo campionato tedesco si è presto trasformato in un vero e proprio incubo con Gjasula (record di ammonizioni, diciassette, ottenute in campionato) e compagni mai veramente presenti nella lotta per la salvezza. I problemi del Paderborn sono stati tanti; proviamo ad analizzarli.
Paderborn, ecco cosa non ha funzionato
Tra i motivi che hanno causato la retrocessione del Paderborn ci sta, senza ombra di dubbio, la poca attitudine nell’affrontare determinati palcoscenici. Il club, infatti, ha vissuto la sua seconda stagione in Bundesliga dopo quella del 2014/2015 conclusa all’ultimo posto della classifica; ciò che abbiamo potuto notare è come il club, oltre ad evidenti limiti tecnici, non abbia saputo mettere quel quid in più dal punto di vista mentale. L’aspetto psicologico è sempre stato fondamentale per determinate squadre e il Paderborn è venuto meno anche in questa caratteristica.
L’altro aspetto è quello dei reparti; una difesa decisamente poco solida, un centrocampo privo di talento e un attacco i cui migliori marcatori, Srbeny e Mamba, hanno totalizzato cinque goal a testa. Il problema vero è stato nel cuore del gioco dove è mancato un elemento in grado di far cambiare marcia alla squadra ma soprattutto prenderla per mano nei momenti di difficoltà.
L’ultimo problema riguarda l’allenatore; Baumgart, infatti, non è mai riuscito a dare alla squadra un’idea di gioco ben precisa. A poco sono serviti i cambi di modulo e le rotazioni, specie nel reparto offensivo. Ciò che non si può rimproverare al tecnico è stata la voglia di non mollare mai; purtroppo non è bastata e il suo Paderborn, dopo un solo anno, torna in Zweite Liga.