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Juve, le insidie dello Sporting: tra le ali e l’organizzazione

Centottanta minuti semplicemente decisivi, da consumare tra Torino e Lisbona. Il passaggio del turno in Champions League per la Juventus passa quasi ed esclusivamente dalla doppia sfida con lo Sporting. Un virtuale sedicesimo di finale, come lasciato intendere da Massimiliano Allegri e Giorgio Chiellini in conferenza stampa alla vigilia della gara d’andata. Domani sera, davanti ai quarantamila dello Stadium, si consumerà il primo atto di una doppia sfida che per i bianconeri vale di fatto uno slot agli ottavi di finale.

Probabilmente la peggiore da pescare in quarta fascia“, ha affermato Chiellini. Difficile dargli torto, soprattutto considerando l’esperienza europea dei vari interpreti, ma soprattutto di Jorge Jesus, uno che al numero tre bianconero evoca “brutti ricordi“. Memorie facilmente tracciabili tornando al 2014, alla semifinale di Europa League persa con il Benfica. Era l’ultima Juve targata Antonio Conte. Tattico sopraffino, il 63enne allenatore, passato – non senza polemiche, soprattutto da parte della tifoseria delle Aguias – dall’altra parte di Lisbona, dai bianco-verdi.

Maestro della tattica e delle contromisure, Jesus ha trasformato col passare del tempo la propria squadra in un’armata solida e cinica, in grado di competere con chiunque: memorabile la doppia sfida dell’anno scorso con il Real Madrid, uscito dal doppio scontro nel girone con due vittorie per 2-1 maturate soltanto nelle battute finali. Rispetto all’anno scorso, come d’abitudine – o quasi – lo Sporting è una squadra profondamente cambiata negli interpreti, anche se poggia su alcuni punti fermi.

Uno di questi è senza ombra di dubbio William Carvalho, capitano e leader dei bianco-verdi. Il classe 1992 è un eccelso schermo davanti alla difesa, ruolo che ricopre anche in Nazionale: fonda il proprio gioco sulla fisicità e sull’intelligenza tattica. Sopperisce alla poca tecnica con i muscoli, ma è consapevole dei suoi limiti: raramente cerca infatti il passaggio complicato, gioca semplice ed è sempre nel posto giusto quando si tratta di difendere. Difficile da sorprendere in uno contro uno, ma ancora migliore nel bloccare le linee di passaggio verso gli attaccanti. Verosimilmente sarà l’uomo deputato a non far ricevere Dybala, il quale potrebbe trovarsi spesso costretto ad abbassarsi eccessivamente, rischiando di lasciare isolato in avanti Higuain.

Carvalho è il fulcro della solidità dei Leões ed è a mani basse l’uomo più importante dell’undici titolare di Jorge Jesus, il cui punto di forza offensivo è però da ricercare nelle corsie laterali, dove i terzini insistono nel sovrapporsi con continuità dando più soluzioni di gioco. Al talento, poi, provvede Gelson Martins, professione ala destra. Dotato di velocità e gamba, il classe 1995 è già dall’estate sul taccuino delle big inglesi (e non solo). È poco prestante fisicamente, ma con una rapidità rara abbinata ad una base tecnica importante, sufficiente da renderlo un’ala in grado di competere con chiunque nell’uno-contro-uno. Quasi funambolico quando punta l’uomo, sia in velocità che partendo da fermo. Fernando Santos gli ha già offerto più di una chance in Nazionale e la sensazione è che possa essere il nuovo prodotto dell’Academia dello Sporting da esportare all’estero. Con la clausola da 45 milioni di Euro nel contratto, il balzo al vertice nella categoria delle cessioni più onerose nella storia del club (al momento il primato è di Joao Mario) sembra solo questione di tempo. All’Allianz Stadium, però, ci sarà: il duello con Alex Sandro si preannuncia focoso. Il brasiliano bianconero conta su una fisicità quasi imbarazzante per un terzino, ma la tenuta difensiva rischia di vacillare. Martins lo punterà ogni volta che ne avrà la possibilità.

Sulla sinistra, invece, agirà Marcos Acuña. L’argentino insisterà sulla parte di campo più debole per Massimiliano Allegri, che, in attesa del rientro di Howedes, sta ancora cercando il bandolo della matassa nel caos riguardante il ruolo di terzino destro. Acuña nella nazionale di Sampaoli ha ricoperto anche il ruolo di tornante, di giocatore a tutta fascia, in alcune occasioni anche il terzino, ma nasce come esterno alto. Guizzante nel breve e con un sinistro capace di pennellare traversoni al bacio, rischia di essere la principale spina nel fianco della difesa della Juve: sia contro Sturaro che contro Barzagli. L’ex Racing può infastidire l’ex Genoa soprattutto giocandogli alle spalle, mentre contro il veterano può approfittare di una maggior velocità soprattutto nei primi metri di campo. Dost, a centro area, potrebbe banchettare.

Attenzione anche alle traiettorie che il classe 1991 sa disegnare sui calci piazzati, specialità in cui i portoghesi non eccellono, sebbene abbiano a disposizione giocatori possenti e capaci di spostare gli equilibri nel gioco areo, come Coates e Dost. Eccelsa, invece, potrebbe essere l’organizzazione difensiva che Jesus presenterà all’Allianz Stadium, probabile vero punto di forza in questo tipo di partite. Obiettivo dello Sporting bloccare le fonti di gioco, non concedendo linee di passaggio ai creatori di Allegri, Pjanic e Dybala su tutti. La superiorità della Juventus è indiscutibile, ma sottovalutare lo Sporting potrebbe rivelarsi deleterio. Per ora, a parole, la concentrazione nell’ambiente bianconero sembra alta: il campo, però, deve ancora emettere il proprio verdetto, e che verdetto.

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