L’Italia così è bella per davvero. Nel gioco, nelle intenzioni, nelle idee. La vittoria con la Polonia è forse il punto più alto raggiunto durante l’era Mancini: perché questa volta c’era davvero qualcosa in palio, per quanto per qualcuno non conti, e gli Azzurri hanno risposto alla grandissima.
La vittoria con la Polonia era obbligatoria, perché un altro pareggio in questa Nations League ci avrebbe costretto a giocare in Bosnia con l’orecchio alla radio in attesa di buone notizie dall’altro campo, totalmente dipendenti da un’altra partita. E invece vincere ci rende padroni del nostro destino, consci che ci basterà battere la Bosnia già retrocessa e non ci sarà bisogno di sapere quali notizie arriveranno dall’altra partita. L’Italia questa partita l’ha affrontata come se fosse una gara a eliminazione diretta di un grande torneo, ha giocato con il cuore e con un enorme carattere, e alla fine ha tirato fuori una prestazione di enorme livello.
Spesso durante le qualificazioni si diceva che a questa squadra mancasse la partita importante in cui confrontarsi, che la squadra avesse ancora diversi step da fare prima di potersi considerare competitiva e probabilmente era così. E non è la Polonia l’avversario corretto per reputarsi una big, ma il tipo di partite in cui dimostrare qualcosa dà sicuramente un’altra esperienza a questa squadra, che adesso ha superato un test importantissimo alla grande.
Il gioco ha convinto in maniera importante: la pressione portata alta dà le sembianze della grande squadra al passo coi tempi, il carattere convince anche nelle piccole cose, come la grinta con cui Insigne e Barella vanno a difendere i propri compagni nelle situazioni di alta tensione, addirittura contro giganti come Lewandowski. E questo segnale di gruppo aumenta anche la percezione della squadra in vista di un torneo come l’Europeo, dove si può riproporre il grande spirito visto nell’edizione del 2016.
Ora l’unico rischio è quello di sciupare tutto in una partita che sembra sulla carta scontata. Il passo in avanti dell’Italia deve essere quello di tenere scontati questi esiti, di non sciupare un’occasione grande: per sé, per il Paese. Perché l’Italia in caso di qualificazione avrebbe l’opportunità di giocarsi un titolo, di ospitare un torneo che non è affatto una cosa abituale, ma soprattutto di sedersi al tavolo con le grandi e confrontarsi con loro. Il grosso dell’impresa è stato fatto, ora quello che chiediamo è di non sciupare tutto, perché un’Italia bella così merita di andare avanti e giocarsela con tutti.