Ripetersi è sempre l’impresa più difficile, soprattutto in un calcio di grande variabilità come quello sudamericano: eppure il Palmeiras è riuscito a centrare la seconda finale di Copa Libertadores consecutiva, con una vera e propria impresa ai danni dell’Atlético Mineiro, che arrivava come favorita per la vittoria finale.
Non è stato possibile battere il Galo, uscito con due pareggi, ma grazie alla regola dei gol in trasferta che in Copa Libertadores, a differenza della Champions League, è ancora valida. Era finita 0-0 in casa del Palmeiras, è terminato invece 1-1 il match di ritorno, nonostante la grande prova dell’Atlético Mineiro. La squadra di Cuca, che contro il Palmeiras ha perso la finale dello scorso anno, ha giocato ad altissimi livelli, passando in vantaggio con Edu Vargas che poi si è anche divorato il pallone del 2-0 che avrebbe sentenziato la partita.
La bravura del Palmeiras è stata quella di rimanere dentro la partita, di non farsi trascinare dagli eventi, che remavano fortemente in direzione degli avversari, una squadra forse a oggi più forte come ci sta dicendo il campionato, ma che non ha quell’anima da coppa che ha reso grande il Palmeiras per questi anni. La pazienza ha pagato e alla fine è arrivato il gol del pari con Dudu, che vale una qualificazione storica.
Il Verdão passa in finale, con sofferenza e carattere: affronterà la vincente di Barcelona de Guayaquil-Flamengo, con la grande possibilità di rigiocare una finale tutta brasiliana come l’anno scorso. Stavolta quantomeno il teatro sarà in territorio straniero, a Montevideo, con una partita che ci dirà se questa squadra riuscirà a vincere il secondo titolo consecutivo, fatto che non accade dal Boca Juniors 2000 e 2001, che cominciò quel ciclo battendo proprio i verdi di San Paolo.