Ultima chiamata per il Milan; i rossoneri dovevano obbligatoriamente vincere per avere ancora speranze di accedere agli ottavi di finale di Champions League. Contro il Porto serviva una prestazione diversa rispetto a quella fornita nella gara di andata. Missione non semplice contro una squadra forte, compatta, tecnica e capace negli ultimi anni di dare più di qualche dispiacere ai club italiani. L’uno a uno finale non mette completamente fuori gioco i rossoneri a cui serve il successo del Liverpool sull’Atletico Madrid. Sperare nella vittoria di chi ti ha tolto una Champions già conquistata; il paradosso europeo del Milan.
Milan, il punto della speranza
Bisognava vincere, è arrivato un pareggio. Il Milan, dopo un brutto primo tempo (dove il Porto avrebbe potuto anche segnare più gol), ha messo sul campo quel carattere e quell’orgoglio venuti meno nella gara di andata. Una reazione che ha portato all’uno a uno e ad un assedio finale con tanta voglia ma poca lucidità. I ragazzi di Pioli, però, non sono ancora completamente tagliati fuori: accedere agli ottavi è sempre più complicato ma resta una piccolissima speranza. Se il Liverpool conquista i tre punti contro l’Atletico il Milan è ancora virtualmente in gioco; a quel punto ai rossoneri servirebbero sei punti nelle ultime due e una serie di combinazioni favorevoli a Ibra e compagni. Una cosa è certa, questa squadra onorerà fino alla fine una competizione che mancava da sette anni.
L’altra faccia della medaglia, il Porto, ci dice di una squadra che esce con qualche rammarico; il gol in apertura di Luis Diaz (stesso marcatore della gara di andata) aveva indirizzato la gara nel miglior dei modi. L’errore dei ragazzi di Conceição è stato quello di non affondare il colpo quando il Milan era alle corde; ora, in ottica qualificazione, serviranno due grandi prestazioni negli ultimi centottanta minuti