Gli esordi con una nuova maglia, si sa, non sono mai facili e lo sa molto bene anche Gonzalo Higuaín che in carriera ha segnato alla prima uscita ufficiale solo con la Juventus, ma quello di questa notte con la maglia degli Inter Miami di David Beckham non poteva davvero andare peggio per l’argentino.
Una partita da incubo per quello che prima dell’arrivo di Cristiano Ronaldo era il giocatore più pagato della storia della Serie A (90 milioni di euro sborsati dalla Vecchia Signora per prelevare dal Napoli il bomber da 36 gol in una stagione e portarlo alla corte, all’epoca, ancora di Max Allegri): una sconfitta, per tre reti a zero , sul campo dei Philadelphia Union di mister Jim Curtin (quarta vittoria nelle ultime cinque partite) peggiorata come se non bastasse da un, ormai solito, errore dagli undici metri per il Pipita che nel corso della partita ha tirato 4 volte verso la porta colpendo anche un legno (in rovesciata) senza però mai far breccia nella porta protetta dal capitano degli Union Andre Blake.
Preso poi di mira dai difensori avversari subito dopo l’errore dal dischetto che poteva riaprire la partita (in quel momento sul 2 a 0) Higuaín, già nervoso e arrabbiato per l’andamento della partita e per il grave errore appena compiuto, ha decisamente perso le staffe e si è fatto coinvolgere in una rissa che per poco non gli poteva costare anche l’espulsione che avrebbe coronato un esordio da horror nel peggiore dei modi. Non una serata memorabile per il centravanti argentino dunque, chiamato immediatamente ad un riscatto così come tutto l’Inter Miami che dalla ripresa della MLS ha collezionato appena 11 punti in 9 partite e si è ritrovato all’ultimo posto della Eastern Conference, nonostante l’arrivo anche di un altro ex Juve, Blaise Matuidi.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non sembrerebbe essere una splendida giornata quella che attende Higuaín alla sua prima stagione oltreoceano in quella che potrebbe essere l’ultima parentesi di una luminosissima carriera che negli ultimi anni non è però stata all’altezza della sua fama. La speranza per il Pipita è che in un campionato sicuramente meno competitivo della Serie A possa ritrovare la forma ideale e il proverbiale feeling col gol che lo hanno contraddistinto con le maglie (e che maglie) di River, Real, Napoli e Juventus nel corso della sua carriera, che può vantare, non dimentichiamolo, oltre a svariati trofei, oltre 300 gol in più di 600 partite.
Alessio Brucoli