Ivan Rakitic torna a Siviglia. È da poco ufficiale l’atteso ritorno del campione croato nel capoluogo andaluso, città che lo ha consegnato ai più grandi. È il primo a salutare nell’esodo dei calciatori di valore che sta investendo Barcellona, scartato da Koeman e atteso con ansia da Lopetegui e dal suo vecchio club. Per capire la grandezza di questo calciatore bastano pochi dati. Rakitic è il quarto straniero con più presenze nella storia del Barcellona (311) dopo Messi, Dani Alves e Mascherano, ma sopra, ironia della sorte, proprio a Ronald Koeman (264); con la maglia blaugrana ha vinto ben 13 titoli, tra cui la Champions alla sua prima stagione (segnando in finale contro la Juventus) e quattro campionati su sei.
In generale, non ha mai lasciato un club senza prima alzare un trofeo. Alla prima stagione da titolarissimo con la maglia del Basilea (aveva 18 anni) sfiora la vittoria della Super League (trionfa lo Zurigo per un punto) segnando 11 go,l e alza al cielo la Swiss Cup. Allo Schalke si presenta segnando subito un paio di reti (una all’Allianz Arena) e se ne va prima di poter alzare al cielo con i suoi compagni la DFB-Pokal 2011. Il croato si trasferisce infatti a Siviglia a fine gennaio pochi giorni dopo aver aiutato l’ex tecnico Rangnick e l’ex portiere Neuer a superare il turno con una rete nei quarti di finale. Anche se da lontano, può mettere in bacheca il secondo trofeo nel suo secondo club.
A Siviglia si mostra al mondo per la sua classe e concretezza, conosce l’attuale moglie e si innamora di un club e di una città a cui, in lacrime, promette di tornare. E tornerà.
- L’arrivo
Il 27 gennaio 2011 Ivan Rakitic arriva a Siviglia per limare i dettagli del suo trasferimento e iniziare la gloriosa avventura in Andalusia. Quella stessa sera, mentre beve una copita nell’hotel in cui alloggia, il fratello riceve un’offerta migliore da un altro club. Ivan rifiuta perché già innamorato del Siviglia di cui diventerà capitano, e della cameriera Raquel che diventerà invece sua moglie. Me voy a quedar aquì y me voy a casar con la camarera!
- Il primo gol
Il primo gol arriva alla seconda di Liga giocata nel suo nuovo stadio contro l’Hercules che retrocederà come penultimo. Nei primi cinque mesi andalusi Rakitic mette a segno cinque reti e offre due assist ai compagni in tredici gare disputate. Un bottino importantissimo che permette al Siviglia di centrare la qualificazione in Europa League come quinta in classifica. Nel seguente video, al numero 24, il gol a cui abbiamo fatto riferimento.
- Il rigore con il Betis
Passa da qui la storia del Siviglia in Europa League. Nel 2014, in bacheca gli andalusi hanno “soltanto” due Coppe Uefa, oggi se ne possono contare sei. Nel sorteggio degli ottavi di finale spicca il Gran Derbi tra Betis e Siviglia. All’andata i béticos si impongono per 2-0 al Sanchez Pizjuán; al ritorno serve un’impresa, e nello stadio nemico Reyes e Bacca la portano ai calci di rigori. Ivan Rakitic non fallisce il suo e gli andalusi proseguono la scalata al successo finale.
- Il trionfo da capitano
Meno di due mesi dopo il Siviglia ha eliminato anche Porto e Valencia, e atterra a Torino per disputare la sua prima finale di una Uefa Europa League. Non servono 120 minuti per schiodare il risultato dallo 0-0, si va ai calci di rigore. Rakitic, che probabilmente avrebbe tirato come quinto nella sequenza, non arriva a calciare il rigore che gli spetta. Beto ipnotizza sia Cardozo e Rodrigo con due parate che oggi avrebbero causato la ripetizione dal dischetto, mentre Oblak non ne para nemmeno uno. Il Siviglia torna ad alzare un trofeo europeo il 14 maggio 2014 e lo alza proprio Ivan Rakitic, eletto miglior giocatore della finale.
- L’emozionante addio
Nell’estate del 2014 Ivan Rakitic si trasferisce al Barcellona, 6 anni dopo compie ufficialmente il percorso inverso. Aveva lasciato la capitale andalusa con 149 gare, 32 gol e 41 assist, e a breve le statistiche avranno bisogno di un nuovo aggiornamento. Di seguito l’emozionante addio di Ivan Rakitic ripubblicato dal Siviglia su youtube il 30 giugno.
No quiero que sea un adiós, quiero que sea un hasta luego porque yo sé de donde vengo […]. Lo más importante para mi es… voy a volver a ese estadio siempre como un sevillista más porqué el escudo, la ciudad y toda la gente alrededor del club están conmigo, en mi corazón y eso será para siempre!