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I limiti della Juventus nella trasferta di Lione

Punto e a capo, un anno dopo la Juventus è di nuovo costretta a rimontare negli ottavi di Champions. Sono cambiate tante cose da allora, alcuni giocatori, l’allenatore e soprattutto l’avversario, ma dopo l’andata in trasferta il cammino bianconero sembra inevitabilmente in salita, con l’eventualità del passaggio ai quarti che pur rimanendo ampiamente aperta non sembra poi lasciar presagire grosse soddisfazioni in questo cammino.

La Juventus di Lione è stata una squadra decisamente limitata, e se ci si aspettava un segnale per far capire alle altre big che loro erano presenti la chance è stata sfruttata malissimo. Da questo primo blocco di partite di fatto solo il Bayern è riuscito a fare la voce grossa, ma alla squadra di Sarri non si chiedeva nulla di più di confermare il proprio status, missione ampiamente fallita al Parc OL.

I limiti sono stati tanti e ben distribuiti. Ma se il gol arriva per una distrazione difensiva che porta a un facile assist da fondo campo, i problemi non sono certo da ricercare nella linea di dietro, che comunque potrà contare anche sul rientro di Chiellini dalla prossima partita e sa di avere margini di crescita. A centrocampo la prova del terzetto titolare è stata inquietante: l’incisività di Rabiot  pressoché nulla in questa partita, per non dire dannosa, mentre Pjanic ha dimostrato pienamente di non essere al top della condizione lasciando di fatto al solo Bentancur le sorti di un reparto chiave che ha sofferto una concorrenza valida ma non certo d’eccellenza.

E poi l’enigma dell’attacco: in più di 5 mesi ancora non si è capito quale sia il miglior assetto per questa Juventus. Certo, l’assenza di Douglas Costa, che senza storie deve essere un interprete dell’undici titolare in questa squadra, pesa e anche tanto, ma la mancanza di una fisionomia affidabile è davvero un enorme paletto che si pone davanti al tridente offensivo. Di fatto l’unica certezza è che Cristiano Ronaldo partendo da sinistra incide di più, ma se Dybala è più volte costretto ad arretrare di decine di metri il suo raggio d’azione per entrare nella partita e Cuadrado non riesce a dare i cambi di passo necessari allora è difficile dare l’impressione della pericolosità.

E dalla panchina non sono arrivate certo grandi soluzioni: Ramsey non ha inciso, Higuaín ha trovato una conclusione che poteva valere un gol ma ci vuole coraggio a ritenerlo un’alternativa pericolosa in questo momento, mentre Bernardeschi ha lasciato in quella prestazione contro l’Atlético Madrid della scorsa stagione tutte le buone impressioni lasciate nella sua esperienza bianconera.

Insomma a Lione la Juventus non è stata per niente pericolosa, ha avuto evidenti problemi nell’affrontare l’avversario e nel metterlo in difficoltà, come dimostra il severissimo tabellino dei tiri in porta. La rimonta è sicuramente possibile ma è difficile intravedere orizzonti positivi in questa squadra, bisognosa come non mai di una svolta emotiva e tecnica: su altri campi si è visto un calcio superiore, che a oggi sarebbe letale per questa Juve, molto più di un Lione che probabilmente meglio di quanto fatto stasera non può offrire. Ma che se ne va conscio di quanto ha visto, e con la consapevolezza di non dover essere a Torino l’Atlético Madrid di questa edizione.

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