La prima freccia scoccata dall’arco di Monchi in veste di dirigente della Roma arriva dal Messico e risponde al nome di Hector Moreno, nuovo volto arrivato in via ufficiale ancor prima del tecnico della prossima stagione. E’ il centrale messicano la mossa per la difesa: un colpo di esperienza (9 stagioni in Europa e diverse partecipazioni alle coppe), affidabilità, sicurezza e anche risparmio visto il costo fin troppo moderato del cartellino.
“Hector Moreno era un mio obiettivo da tempo e fortunatamente si sono create le circostanze perché potesse arrivare alla Roma. Si tratta di un difensore centrale con molta esperienza internazionale e che risponde perfettamente al profilo che stavamo cercando” (Monchi)
Hector Moreno in campo: come esaltarlo
Quando scorre nelle vene un sangue latinoamericano gli aspetti tecnici e comportamentali vanno quasi sempre di pari passo ed ecco perché in tutte le avventure calcistiche l’ormai ex PSV ha sempre ben figurato. Giocatore dal forte temperamento che in un contesto che lo agevola riesce a dare il meglio di sé: il suo paradiso è la nazionale messicana ma a livello di club ha trovato terreno fertile con l’Espanyol in un calcio strettamente connesso alle sue caratteristiche, e con il PSV dove ha sfruttato l’anima latina dei suoi compagni di squadra per rendere sin da subito al meglio. La presenza nell’esperienza olandese del suo connazionale e punto di riferimento Guardado è stato un grande aiuto così come l’amicizia con il centrocampista colombiano Arias che ha reso meno brutale il secondo impatto con l’Eredivisie (ad inizio carriera arrivò all’AZ ).
Superati gli ostacoli di ambientamento bisogna trovare una collocazione tattica a questo eclettico difensore messicano. Hector Moreno è un difensore completo che riassume a pieno i tratti del calciatore messicano moderno: ruvido, duro a volte fin troppo nei contrasti (vedi l’infortunio causato la scorsa stagione a Luke Shaw in Champions League) a causa di una voglia di lottare sul pallone che solo in determinate culture si apprende ma allo stesso tempo educato con il pallone tra i piedi.
Il bagaglio tecnico associato ad un fisico non troppo ingombrante lo rende un difensore piuttosto completo che può ricoprire più posizioni sulla linea difensiva, con predilezione per il lato sinistro, quello del suo piede forte. Di base è un centrale che dà il meglio di sé come terzo di sinistra in una difesa a tre uomini: lì ha costruito la sua carriera e trovato le maggiori certezze tecniche. Nell’esperienza con il PSV Eindhoven è stato utilizzato anche come terzino sinistro ma in un campionato come quello italiano potrebbe faticare a tenere il passo di alcuni esterni ed è più logico ed opportuno immaginarlo in mezzo anche in una eventuale linea a quattro.
Come sottolineato prima il carattere non va mai messo in secondo piano quando si parla di questo tipo di calciatori ed è per questo che la sua resa migliore in campo coincide ai momenti in cui affianca una figura carismatica come è ad esempio Rafael Marquez in nazionale. A protezione del suo capitano è un’autentica sicurezza e assieme a Francisco Rodriguez (altro con un passato in Olanda) ai Mondiali del 2014 aveva costruito una vera e propria barriera per il proprio capitano che poteva agire di fatto da libero sia nelle chiusure difensive che in fase di impostazione di gioco. Infine non va dimenticata la sua attitudine al gol: nelle due stagioni al PSV ha segnato ben 11 volte, niente male per uno che parte per difendere la porta.
Ancora è complicato immaginare la Roma del 2018 visto che non è ancora stato ufficializzato l’arrivo del nuovo tecnico (Di Francesco?). La sua versatilità però agevola il compito di chi si siederà sulla panchina giallorossa visto che sarà una soluzione utilissima con qualsiasi schema difensivo. Dopo gli esperimenti falliti di Vermaelen e parzialmente anche di Juan Jesus, Hector Moreno rappresenta un upgrade sotto più punti di vista per la difesa della Roma.