Uno degli ottavi di finale di Champions più elettrizzanti metteva di fronte Borussia Dortmund e PSG, due delle migliori squadre dal punto di vista offensivo. Haaland contro Neymar, Sancho vs Mbappé; centottanta minuti di spettacolo puro con il primo atto al Signal Iduna Park. Il match ci ha lasciato tante cose ma la più importante riguarda il numero diciassette del BVB in grado, con una doppietta, di mettere al tappeto i campioni di Francia. Dieci goal in Champions (i primi due da quando è arrivato a Dortmund) e la certezza di essere di fronte ad uno degli attaccanti più forti del mondo. A diciannove anni è già il leader di una squadra che, il prossimo undici marzo, proverà a staccare il pass per i quarti di finale.
Haaland e non solo: le chiavi del successo del Dortmund
L’ultima parte di gara il Dortmund ha schierato, in attacco, un tridente composto da due classe 2000 e un classe 2002. Sancho-Haaland-Reyna rappresentano un patrimonio di assoluto valore a disposizione del BVB. Questa sera, però, non è stato solo il reparto offensivo ad aver portato la squadra al successo. La prestazione superlativa di Can e Witsel ha permesso alle Wespen di contenere, in maniera quasi perfetta, gli attacchi avversari; Favre ha preparato la gara in maniera perfetta e, nel match di ritorno, dovrà completare l’opera. Al Parco dei Principi il contropiede del Dortmund potrà essere l’arma perfetta in ottica qualificazione; con un Haaland così, inoltre, nulla è impossibile
PSG, nulla è perduto
Dopo la gara di sabato scorso, il PSG fornisce un’altra prestazione sotto le aspettative; il ritorno di Tuchel al Signal Iduna Park non è andato come avrebbe voluto. Squadra spenta, priva di quella cattiveria necessaria per andare a far male ad una difesa vulnerabile. L’unica nota positiva della serata (Verratti, ammonito, salterà il ritorno) è stato il goal di Neymar che, nell’economia dei centottanta minuti, rischia di avere una grande importanza.