L’ultimo atto della stagione in Inghilterra è la finale di FA Cup; in un Wembley tristemente vuoto si affrontano Arsenal e Chelsea, due squadre alla ricerca di un titolo per dare un senso positivo ad una stagione vissuta tra alti e bassi. Nella sfida tra Gunners e Blues spicca il confronto Arteta-Lampard; entrambi gli allenatori, riusciti a cambiare il volto dei rispettivi club e a dargli una precisa identità, cercano il loro primo trofeo in carriera.
Arteta, occasione d’oro
Arrivato al posto di Ljungberg, dopo la difficile esperienza targata Emery, Arteta si è preso una gruppo in difficoltà. L’Arsenal, infatti, nonostante dei valori importanti (specie nel reparto offensivo) ha mostrato problematiche evidenti in difesa e a centrocampo dove mancano quei giocatori in grado di trascinare la squadra. Il tecnico, alla sua prima esperienza di un certo livello, è dovuto passare da momenti bui come l’eliminazione dall’Europa League a periodi decisamente più rosei; il post lockdown, infatti, ci ha lasciato un Arsenal diverso. I Gunners, esclusi i primi due match, sono riusciti a trovare una precisa identità: solidi, sicuramente più del solito, dal punto di vista difensivo e concreti in attacco grazie ad un Aubameyang in grande spolvero. Il progetto Arteta sta iniziando a prendere corpo e vincere un trofeo rappresenterebbe un passo importante per il futuro.
Lampard, la ciliegina sulla torta
Lampard, a differenza di Arteta, ha preso la guida della sua squadra da inizio stagione. Non è stato semplice considerando anche le difficoltà avute dalla società sul mercato; la bandiera del Chelsea, però, ha saputo sfruttare al le risorse a disposizione valorizzando al meglio alcuni elementi come Mount e Abraham. Il lavoro del tecnico è stato, senza ombra di dubbio, positivo ma ora ha la possibilità di alzare un trofeo in attesa di una prossima stagione in cui il Chelsea, considerando anche gli arrivi di Ziyech e Werner, vuole essere assoluto protagonista.
Due tecnici diversi ma un progetto comune: far vincere Arsenal e Chelsea e la FA Cup, da questo punto di vista, può rappresentare un trampolino di lancio niente male.