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Come il Villarreal è tornato a credere nel sogno europeo

Un passo alla volta, con prudenza ma convinzione, la ricetta di Calleja per far tornare internazionale il Villarreal. Nel post sosta sono arrivati tre 1-0 consecutivi, il minimo indispensabile per tenere vivo il sogno Europa e ritirare su una squadra che ha vissuto un’emergenza collettiva prima che si parlasse di emergenza nazionale. Sono in tante le squadre che hanno convinto in questi primi giorni di Liga, ma solo il Submarino Amarillo ha capitalizzato al meglio le proprie opportunità, arrivando persino a guardare con un certo fascino la quarta posizione che qualifica in Champions.

L’alternanza dei goleador: il segreto del Villarreal

I tre 1-0 sono arrivati con tre marcatori differenti: Trigueros, entrato nel finale per decidere la partita con il Celta Vigo; Bacca che con un tap-in facile ha deciso l’impegno più comodo, quello con il Mallorca; e Gerard Moreno, che ha segnato sia il gol più bello che il più pesante, visto che la sua rete è valsa 3 punti a Granada, uno dei campi più difficili dove andare a vincere tra le rivelazioni di quest’anno. Questa alternanza è tanto importante quanto simbolica, perché va a esaltare quella che è la varietà di soluzioni che ha Calleja in zona d’attacco, un reparto schierato spesso con sistemi differenti, o con calciatori impegnati in tutto l’arco del tridente. Sono arrivati 9 punti ma ci sono giocatori che si devono ancora sbloccare, vedi Paco Alcácer che ancora si è visto poco, o Chukwueze che pur avendo giocato probabilmente meglio di tutti ha solo creato le occasioni senza finalizzarle ancora.

Cambi e subentri

Se prima della pausa la gestione Calleja aveva fatto sorgere qualche dubbio, adesso il suo operato non può essere messo in discussione. Il punto forte è stato utilizzare al meglio una rosa profonda e di qualità, in cui nessuna assenza non può essere rimpiazzata, se non quelle di Asenjo in porta e Albiol al centro della difesa. Anche l’ultimo turno con Pau Torres out per squalifica non ha messo in crisi una linea a quattro in cui tutti possono ruotare: da Alberto Moreno con Xavi Quintillà arrivando persino al capitano Mario Gaspar che si dà il cambio con Rubén Peña.

A centrocampo la rotazione è anche più attiva, visto che tra formazione titolare e subentri, si ha sempre davanti un tris nuovo di calciatori. Chiaramente la soluzione titolare è quella con Iborra davanti alla difesa e Cazorla-Trigueros come mezze ali, ma dalla panchina Calleja può pescare jolly di qualità come Manu Morlanes, o muscolari come Anguissa, di fatto uno dei migliori dodicesimi a disposizione di tutta la Liga.

Per l’attacco vale un po’ lo stesso discorso, con Ontiveros e Moi Gómez che possono far rifiatare in questo periodo di tanti impegni ravvicinati, anche i giocatori più decisivi della squadra, così come al centro dell’attacco tra Bacca, Moreno e Alcácer è difficile non trovare una punta in grado di decidere la partita.

Gli obiettivi

Giunti a questo punto il Villarreal si è definitivamente insediato nella zona Europa, ma con 8 partite ancora in calendario e pochi punti di vantaggio su una concorrenza di ottimo livello come quella formata dall’Athletic e dai cugini del Valencia, sarebbe un errore dare per scontato un settimo posto. Posizione che oltretutto potrebbe anche non bastare qualora l’Athletic vincesse la Copa del Rey (anche in caso di vittoria della Real Sociedad nel caso non chiudesse, difficile, tra le prime sei), e che quindi va necessariamente migliorata: la condizione fisica e soprattutto quella mentale sembrano indicarci una squadra capace anche di scalare ulteriori posizioni, non fino al punto di arrivare in Champions, ma con un quinto-sesto posto alla portata. Fondamentale però sarà non ritornare in quei periodi di vuoto che hanno caratterizzato alcuni momenti della prima parte di stagione, quei cali mentali che hanno fatto fin qui la differenza. L’unico vero possibile intoppo tra il Villarreal e il ritorno in Europa.

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