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Cinque giocatori dalla Finlandia che non ricordavi in Serie A

Questa sera l’Italia potrebbe ancora di più avvicinarsi alla qualificazione per Euro 2020, mentre la Finlandia sta vivendo un sogno e con cinque punti di vantaggio sulla Bosnia terza vede possibile il passaggio al suo primo grande torneo. Nonostante questo paese scandinavo non abbia mai avuto una grande tradizione calcistica qualche giocatore da questa nazione ha giocato in Italia, ma spesso con scarsi risultati. Ecco dunque cinque finlandesi che probabilmente non ricordavi avessero giocato nel nostro campionato.

MIKA AALTONEN
Mika Aaltonen è il numero uno della Serie A e difficilmente perderà questo riconoscimento. Certo lo è solo nell’ordine alfabetico tra tutti i giocatori che son passati nel nostro massimo campionato, ma è già qualcosa. Nato a Turku nel 1965 si mise in mostra nella Coppa Uefa 1987-88 quando segnò una doppietta all’Admira Wacker e soprattutto lo storico gol vittoria con il quale il suo Tps sconfisse l’Inter a San Siro. I nerazzurri riuscirono a evitare la figuraccia ribaltando il tutto in Scandinavia, ma vennero folgorati da quel centrocampista e così lo acquistarono per girarlo subito in prestito in Svizzera al Bellinzona. Il debutto in A avvenne l’anno dopo quando venne prestato al Bologna ma riuscì solo a giocare tre partite, prima di vivere esperienze anche in Germania e Israele. Si ritirò a soli ventinove anni nel 1994 e intraprese la carriera universitaria e oggi è un docente di economia nella facoltà di Scienze Tecnologiche di Helsinki.

ALEXSEY EREMENKO
Tra fratelli essere il più grande non sempre vuol dire essere il migliore e almeno a giocare a pallone il piccolo Roman riuscì ad avere un percorso migliore, mentre per Alexsey ci fu solo un’anonima carriera in provincia in campionati minori. Eppure a ventun’anni Zdeněk Zeman si accorse di lui e lo portò a Lecce. I giallorossi stavano per vivere probabilmente la loro stagione più esaltante, soprattutto nel girone d’andata con Bojinov e Vučinić che fecero divertire il Via del Mare. Eremenko giocò spesso e si guadagnò anche la conferma per la sfortunata stagione successiva culminata con la retrocessione, ma in due anni in Puglia non riuscì mai a trovare la via della rete. Se ne andò in Russia nel piccolo Saturn e iniziò un lungo girovagare per l’Europa e finì a giocare anche in Scozia e Kazakistan.

MIKA LEHKOUSO
Simbolo e incona dell’HJK Helsinki prima da giocatore e poi da allenatore Mika Lehkouso è stato a fine anni ’90 uno dei tanti esperimenti esotici del Perugia di Luciano Gaucci. Un centrocampista dalle buoni qualità che però si impose tardi anche a livello nazionale e il debutto con la Finlandia arrivò solo nel 1997, già a ventisette anni. A questo punto la sua carriera visse il suo massimo picco e nel 1999 venne portato in Umbria e sotto la guida di Vujadin Boškov riuscì a giocare undici partite, ma senza lasciare un vero segno tangibile della sua presenza. Tornò subito all’HJK e si ritirò dal calcio nel 2002.

NIKLAS MOISANDER
Il finlandese più conosciuto al suo arrivo in Italia e probabilmente quello che deluse più di tutti le aspettative per il suo deludente rendimento. Dopo gli inizi in patria al TPS passò moltissimi anni della sua carriera in Olanda, iniziando con il piccolo Zwolle, poi laureandosi campione dell’Eredivisie nella straordinaria stagione 2008-09 con l’Az Alkmaar e infine giocando con la regina dei Paesi Bassi: l’Ajax. Esperienze che lo avevano formato e lo avevano reso un titolare inamovibile della nazionale e nel 2012 e nel 2013 venne nominato calciatore finlandese dell’anno. Tutto lasciava presagire dunque che la Sampdoria avesse fatto un ottimo acquisto nel 2015 quando lo portò sotto la lanterna, ma le cose non andarono benissimo. I blucerchiati passarono dalla guida di Walter Zenga a quella di Vincenzo Montella e chiusero la stagione con un deludentissimo quindicesimo posto e ben lontani dalla zona Europa League. Moisander non riuscì mai a conquistarsi il ruolo di difensore titolare fisso giocando solo ventidue partite tra inizi dal primo minuto e subentri dalla panchina e così a fine anno venne ceduto al Werder Brema dove gioca anche oggi.

JANI VIRTANEN
Per molti anni l’Udinese era stata lodata per la grande capacità di scovare talenti in giro per il mondo pagandoli poco e poi rivendendoli come dei campioni qualche anno dopo. Con Jani Virtanen fu una vera e propria scommessa che però non pagò nemmeno a livello personale, dato che non riuscì mai a debuttare in nazionale. Per lui solo tre presenze con l’Under 17 nel 2003 e poi tanta panchina anche in patria. I friulani però lo acquistarono diciottenne nel 2006 e nel dicembre di quell’anno Giovanni Galeone lo fece esordire in Serie A negli ultimi minuti di una partita contro il Milan ma resterà il suo unico momento nel nostro massimo campionato. Provò anche scendendo di categoria ma anche a Sorrento le cose non andarono bene e nel 2010 venne rimandato in Finlandia al TPS dove continuerà la sua deludente carriera.

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