L’allenatore italiano in Inghilterra piace. Senza approfondire il tema, la maggior parte delle immagini che riaffiorano nelle menti degli italiani sono di tecnici che hanno conquistato qualche trofeo oltremanica. La clamorosa Champions League di Di Matteo, il miracolo di Claudio Ranieri, il trionfo all’ultimo respiro di Mancini e le vittorie in Europa e in Premier di Ancelotti, Conte e Sarri con il Chelsea. Dai ricordi di tutti noi però sono lentamente scivolati via gli altri tecnici italiani, quelli che in Inghilterra non sono riusciti a imporsi. Ne abbiamo selezionati cinque.
Giuseppe Sannino – Watford
Stagione 2013-2014, Championship. Giuseppe Sannino sostituisce il più rinomato Gianfranco Zola alla guida del Watford nella seconda serie inglese. Il tecnico campano è alla sua prima esperienza internazionale, alla quale seguiranno la Grecia (APO Levadiakos) e l’Ungheria in cui attualmente allena l’Honvéd. A Vicarage Road eredita una squadra ferita per la sconfitta nella finale playoff dell’anno precedente. Non lascia il segno non riuscendo a invertire la rotta e terminando il campionato in 13a posizione. La stagione successiva viene confermato, ma poi esonerato in un rocambolesco cambio di panchina che porterà il serbo Slavisa Jokanovic a vincere la Championship, ottenendo la tanto inseguita promozione.
Francesco Guidolin – Swansea
Non ha bisogno di presentazioni Francesco Guidolin, una vita in Italia e specialmente sulla panchina dell’Udinese. Noi lo ricordiamo particolarmente bene in bianconero, ma non molti sanno che per un anno fu alla guida del Monaco in Ligue 1, senza particolari note positive. Il tecnico di Castelfranco Veneto ormai non allena più e la sue ultime due in panchina sono state al Liberty Stadium, in Premier League, due sconfitte contro il Manchester City di Pep Guardiola e il Liverpool di Jürgen Klopp. Non male come addio. Chiamato a gennaio 2016 inoltrato per sostituire l’altro subentrato Alan Curtis, Guidolin si fece subito apprezzare in Inghilterra guidando lo Swansea a rischio permanenza all’11a posizione. L’anno seguente l’inizio fu opposto, due vittorie in nove partite causarono l’esonero del tecnico veneto che decise di abbandonare definitivamente il suo lavoro.
Luigi De Canio – QPR
Championship, 2007-2008. Il QPR è in crisi di risultati e ha bisogno di una svolta. La nuovissima gestione Ecclestone-Briatore porta sulla panchina della squadra londinese Luigi De Canio. L’allenatore originario di Matera giunge dopo due anni consecutivi in cui ha conquistato la salvezza in Serie A con il Siena. In Inghilterra mantiene la categoria con diverse giornate d’anticipo, ma poi sceglie di rescindere consensualmente con la società e tornare ad allenare in Italia.
Walter Zenga – Wolverhampton
Di questa Walter Zenga è l’allenatore che ha maturato più esperienza internazionale. Il tecnico milanese si è seduto su dieci panchine differenti in giro per il mondo, escludendo gli anni in Italia. In Romania ha guidato FC National, Steaua e Dinamo Bucarest, in Turchia ha invece vissuto una breve parentesi sulla panchina del Gaziantepspor. In Arabia Saudita ha allenato soltanto il Nasr, mentre negli Emirati Arabi Uniti si è trovato alla guida di Al-Nasr, Al-Jazira e Al-Shaab. Sulla panchina del Wolverhampton, che avrebbe conquistato la promozione in Premier l’anno successivo, è invece durato poco. Solo 14 gare in Championship e poi l’esonero già a ottobre nel suo primo e unico anno in Inghilterra.
Attilio Lombardo – Crystal Palace
Quello di Attilio Lombardo è sicuramente il caso più particolare. Il suo trasferimento dalla Juventus aveva fatto sognare i tifosi del Crystal Palace, ma la stagione 1997-98 non andò come si aspettavano. Nelle ultime giornate della stagione Lombardo assunse il ruolo di allenatore-giocatore, dopo aver chiesto consiglio a Gianluca Vialli (l’attaccante di Cremona svolse lo stesso incarico al Chelsea tra il 1998 e il 2000), senza però riuscire a evitare la retrocessione dalla Premier League. Nonostante la First Division Lombardo scelse di restare con le Eagles ma la crisi finanziaria in cui versava il club lo costrinse a tornare in Italia, alla Lazio. Collaboratore tecnico di Mancini già ai tempi del City, fa attualmente parte dello staff della Nazionale.