Il segnale era parso chiaro: il post Olimpiade del Brasile ha segnato un punto di svolta inevitabile della storia calcistica verdeoro ponendo definitivamente fine ala crisi di gioco, identità e risultati culminata con il disastro di Dunga negli Stati Uniti nella Copa America Centenario.
Da quando Tite ha preso il timone il Brasile ha svoltato in tutti i sensi: ha potuto di nuovo contare sul gruppo al completo e dopo aver osservato sotto i suoi occhi i migliori giovani all’Olimpiade casalinga ha costruito la miglior macchina brasiliana dell’ultimo decennio.
Tuttavia il mondo del calcio non era ancora del tutto convinto. Eppure i risultati stavano arrivando in maniera prepotente: 3-0 in casa dell’Ecuador, vittoria casalinga per 2-1 contro la Colombia, 5 gol alla Bolivia e 2-0 in Venezuela prima di arrivare al test contro l’Argentina. Prima del Superclasico delle Americhe ancora regnava quasi incomprensibilmente grande scetticismo attorno agli uomini di Tite ed il Brasile non era visto come una squadra rinata ma ancora come un movimento calcistico non all’altezza della sua storia.
Eppure al Mineirao, non certo un amuleto per la storia della Pentacampeão, il Brasile ne ha fatti 3 all’Argentina strapazzando di fatto al vera squadra in crisi. E poi ancora risultati: 2-0 in casa del Perù a novembre e i due successi di questi giorni contro Uruguay e Paraguay, entrambi con 3 gol di scarto (1-4 e 3-0) per arrivare a marzo 2017 già alla aritmetica qualificazione al Mondiale di Russia.
È un Brasile forte, estremamente brasiliano e fatto di scelte, a volte rischiose ma in questo periodo sempre azzeccate. Tite ha il pieno controllo della situazione, ha ridato vita ad una nazionale che adesso si candida ad essere la favorita per il prossimo Mondiale.
Non mancano le stelle, il gioco contro il Paraguay è stato un incanto per gli occhi e così bello non si vedeva da anni. Forse manca un vero centravanti ma quando la squadra sa divertirsi e far divertire anche queste carenze, mai superate dalle precedenti gestioni, passano inosservate.
La vittoria di questa notte celebra non l’uscita alla crisi ma l’esplosione di una nazionale dal potenziale sconfinato. Il totale parla di 8 vittorie consecutive più un oro olimpico, ormai anche i più scettici si sono convinti che il Brasile è tornato grande.