Il campionato portoghese si è concluso con il ventinovesimo titolo del Porto. Uno smacco troppo grande a quelle latitudini se pensiamo alla grande rivalità tra Benfica e Os Dragões e se pensiamo anche al crollo di Bruno Lage dal rientro post-coronavirus. Tanti passi falsi e un Verissimo che, nonostante le buone prestazioni, non ha retto il confronto con Jorge Jesus. Il ritorno dell’ormai ex allenatore del Flamengo è cosa fatta e riporta alla mente del Presidente Luìs Filipe Vieira i tanti trionfi del recente passato conditi da ben due finali di Europa League.
Jorge Jesus, pur nascendo in casa Sporting, ha il sangue dello stesso rosso benficense dopo aver vinto e convinto a più riprese con le Aguias. Tre campionati, sei Taça da Liga, una Taca de Portugal, una Supercoppa e il doppio rammarico per le sconfitte in finale di EL con Siviglia e Chelsea. Proprio queste due sconfitte sembrano alla base del ritorno a Estadio Da Luz: a Lisbona, le coppe europee hanno un sapore speciale, vuoi per le 2 Coppe dei Campioni consecutive vinte negli Anni ’60 e, vuoi, per voler infrangere la maledizione di Bela Guttmann.
In particolare, la sconfitta subita nel 2013 per mano del Chelsea di Rafa Benitez con colpo di testa di Branislav Ivanovic all’ultimo secondo ha lasciato un solco tangibile nella coscienza di Jorge Jesus. La voglia di rivincita c’è e non sono bastate le imprese del suo Flamengo schiacciasassi a estinguere questo desiderio. Alzare una coppa europea con il Benfica è un sogno così come lo è per i tifosi, ormai desiderosi di essere competitivi anche al di fuori dei confini del Portogallo.
In quali condizioni torna Jorge Jesus ‘a casa’? Ottime. Si parlava appunto del Flamengo: una squadra costruita per distruggere imbottita di giocatori che hanno fatto ottime cose nel recente passato europeo. Rafinha, Diego Alves, Diego Ribas da Cunha, ma anche il talento di Reinier, l’esplosività di De Arrascaeta e la solidità di Rodrigo Caio. A chiudere, il ritorno a grandi livelli di Gerson e Gabriel Barbosa che in Italia hanno a dir poco faticato a trovare un’identità. La vittoria in Copa Libertadores contro il River Plate di Gallardo ha messo in luce tante di queste qualità nonostante di fronte si trovasse una squadra tra le più rodate ed ‘europee’ del continente.
Il Benfica gode di un’ottima rosa e, se non arrivassero cessioni illustri, vanterebbe una squadra che necessita solo di qualche puntellatura. La coppia Ruben Dias – Ferro è rodata, Gabriel e Weigl hanno grandi geometrie e Pizzi sa incidere dalla fascia o dal centro. Per non parlare degli ottimi riferimenti dati da Carlos Vinicius in attacco e le ottime indicazioni mostrare da Vlachodimos tra i pali e Adil Taarabt. Attualmente l’uomo più vicino a lasciare Lisbona è Florentino Luis, desiderato dal Milan di Rangnick e non solo, ma i soldi ricavati dalla cessione del classe ’99 potrebbero essere ben reinvestiti.
Riprendersi il titolo non è una chimera, ma certamente Jorge Jesus chiederà degli elementi sul mercato in grado di dare profondità alla rosa. Sognare si può e Jorge Jesus può essere l’uomo giusto per riportare il Benfica dove desidera.