Quello tra Arsenal e Chelsea è uno dei derby più sentiti dalla città di Londra. Nonostante possano avere più fascino rivalità storiche alla Milwall-West Ham, il derby tra Gunners e Blues corrisponde al match più ricco di storia nella capitale inglese. Le due formazioni, oltre ad essere le più vincenti, hanno un bacino di tifosi maggiore delle altre e si sono scontrate anche al di fuori dalla Premier League.
L’Arsenal di Wenger e il Chelsea di Conte si sfideranno nella stracittadina numero 188 in tutte le competizioni. In palio i 3 punti, ma anche l’importanza di vincere sia un derby sia un big match, per non perdere il passo e inseguire il City. I calciatori si trasferiscono da una squadra all’altra, non importa che la formazione precedente sia la maggiore rivale del suo nuovo team. Neppure due squadre come Chelsea e Arsenal possono affermare di non aver avuto giocatori in comune, e anzi molti hanno cambiato casacca negli ultimi 20 anni.
EMMANUEL PETIT – L’UOMO DI WENGER
Petit è il primo, negli anni 2000, ad aver vestito sia la maglia dell’Arsenal sia quella del Chelsea. Petit è un uomo di Wenger. Il tecnico francese, ancora alla guida dei suoi Gunners, ha lanciato Petit nel mondo professionistico con la maglia del Monaco, club con cui il francese ha superato 200 presenze. Poi Arsene ha deciso di portarlo a Londra con sé, abbassando il centrocampista mancino in una posizione più difensiva nella quale ha potuto far coppia con Patrick Vieira. L’anno migliore della carriera di Petit è il 1998. Emmanuel vince il double con l’Arsenal (Fa cup e Premier League) e trionfa nel mondiale con la Nazionale francese, segnando anche in finale.
Il passaggio al Chelsea arriva dopo un solo anno trascorso dal francese al Barcellona. Nella blu di Londra Petit non riesce a tornare a grandi livelli e i continui infortuni al ginocchio lo spingono ad abbandonare il calcio giocato nel 2005.
NICOLAS ANELKA – L’ATTACCANTE IN VIAGGIO
La carriera di Nicolas Anelka potrebbe essere considerata un tour in giro per il mondo. Francia, Inghilterra, Spagna, Turchia, Cina, Italia, Brasile e India sono i paesi in cui il bomber francese ha militato. In terra inglese ha vestito moltissime maglie, Arsenal, Chelsea, Liverpool e City tra le più importanti, ma anche Bolton e West Bromich per provare a rilanciarsi.
Anelka incontra l’Arsenal a 18 anni, quando il maestro Wenger lo porta a Londra per lanciarlo in Premier League. In Gunners è ancora molto giovane, ma nella sua ultima delle 3 stagioni giocate con l’Arsenal riesce già a segnare 17 gol in Premier. Poi in estate, il capolavoro di Wenger: il tecnico vende il nazionale francese per 22 milioni di sterline al Real Madrid, realizzando una plusvalenza importantissima e vendendo un calciatore non ancora maturo caratterialmente.
Nicolas Anelka vive una seconda giovinezza con la maglia del Chelsea. Torna a Londra a 29 anni, dopo essersi perso tra Fenerbache e Bolton. Sotto la guida di Carlo Ancelotti dà il meglio di sé agendo da seconda punta dietro a Drogba. Ancelotti lo elogia più di una volta e con i blues vince una Premier e due Coppe di Lega, conquistando anche il titolo di capocannoniere nella stagione 2008-09.
ASHLEY COLE – DA “INVINCIBLE” A CASHLEY
Ashley Cole nasce calcisticamente nelle giovanili dell’Arsenal e, a soli 21 anni, è già un titolarissimo degli invincibili Gunners. Con la maglia rossa vince due Premier League e 3 Fa Cup, entrando già giovanissimo nella storia della squadra di Wenger. Ora, come fa un invincibile tifoso dell’Arsenal a trasferirsi a Stamford Bridge e giocare con la maglia del Chelsea? Chiedete ai tifosi dei Gunners e vi risponderanno che si può e Cole l’ha fatto per soldi.
Il suo trasferimento è molto rumoroso, con minacce di azioni di legali sia tra Arsenal e giocatore che tra Arsenal e Chelsea; ma rumoroso è anche il suo primo match a Stamford Bridge contro la sua ex squadra. In quella occasione i tifosi dei Gunners lo fischiano incessantemente, affibbiandogli il soprannome di Cashley e lanciando verso di lui banconote da 20£.
Al di là delle contestazioni non si può dire se Ashley Cole, come calciatore, abbia reso meglio con la maglia del Chelsea o dell’Arsenal. A Stamford Bridge ha vinto meno trofei a livello nazionale, ma ha conquistato una Champions League e una Europa League. Abbandonato il Chelsea nel 2013, ha dimostrato con la maglia della Roma, di essere in declino e, dopo due stagioni molto negative, si è trasferito in America con i Los Angeles Galaxy.
WILLIAM GALLAS – IL PRIMO A GIOCARE CON GUNNERS, BLUES E SPURS
Detto così, avendo militato per 3 squadre rivali di Londra, William Gallas sembrerebbe l’esempio maggiore di un calciatore che tradisce i colori per cui gioca. Invece Gallas era tutt’altro. Ritiratosi due anni fa dopo l’ultima esperienza al Perth Glory, in Australi, nell’arco della sua carriera si è messo in luce per disponibilità e personalità. Stimato pubblicamente da allenatori come Wenger, Ranieri e Mourinho, il difensore francese era un personaggio che non parlava molto, bensì lasciava parlare il campo.
Il suo trasferimento in Inghilterra fu una richiesta esplicita di Claudio Ranieri, ma Gallas diede il meglio di sé sotto la guida tecnica di José Mourinho, che del francese parla così: “Fantastic player. He’s the kind of player that when you have him in your squad, instead of having 22, you have 24 or 25. He plays right-back, left-back, central defender on the right and on the left. I don’t remember a William mistake, I just remember his untouchable performances.”
Dopo due Premier League vinte con i Blues, Gallas rientra nel trasferimento di Cole al Chelsea, viaggiando in direzione opposta e accasandosi all’Arsenal. All’Arsenal accadono molte cose. Gli viene consegnata la fascia da capitano ed inizialmente è il leader della squadra. Poi le critiche ai suoi compagni in uno sfogo forse eccessivo con la stampa, che gli fa perdere il ruolo preponderante all’interno dell’ambiente Gunners, lo conducono a una fase discendente della sua carriera che culminerà con il non rinnovo del contratto e il passaggio agli Spurs. Tutto questo, con la 10 di Dennis Bergkamp sulle spalle!
CESC FABREGAS – IL CANTERANO INGLESE
A 16 anni il Barcellona non punta su Cesc Fabregas. A 17 anni e poco più il canterano è già nei piani dell’Arsenal di Wenger. Cesc ci mette poco a diventare titolare inamovibile ed essere il successore di Patrick Vieira. I numeri con la 4 dell’Arsenal sono impressionanti. In 7 stagioni, all’età di 24 anni il centrocampista catalano può contare 212 presenze e 35 gol, senza parlare degli assist marchio di fabbrica del giocatore. Wenger assegna a lui la fascia di capitano di Gallas quando ha solo 22 anni e Cesc la indossa con grande personalità caricandosi molto spesso i Gunners sulle spalle.
Nel 2011 però il catalano decide di tornare in patria, a Barcellona, nella squadra stellare che circa 10 anni prima non aveva creduto in lui ed ora sborsa 40 milioni per riaverlo. Il ritorno del figliol prodigo però non è all’altezza delle aspettative. Nonostante Cesc giochi bene e abbia un buonissimo rapporto con i suoi compagni, il numero 4 non riesce a sentirsi a casa e forse il trio di centrocampo Busquets-Xavi-Iniesta dà troppe garanzie per essere modificato. Fabregas chiede la cessione, vuole essere al centro del progetto e tornare nella terra che lo ha coccolato e cresciuto calcisticamente: l’Inghilterra.
Torna nel 2014, sempre a Londra, stavolta sponda Chelsea. I tifosi dei Gunners ovviamente non la prendono bene, dopo il suo passaggio in Blues sono diventate virali le foto e i video delle magliette dell’Arsenal bruciate con il suo nome. Con José Mourinho però è subito feeling, Fabregas gioca alla grande formando con Hazard una coppia speciale. Al suo ritorno in Inghilterra conquista subito la Premier League dimostrando il suo immenso valore. La stagione successiva è fallimentare per tutti, ma ora, dopo un inizio difficile nelle gerarchie di Conte, Fabregas ha dimostrato al tecnico italiano di essere tornato al top e vorrà confermarlo già nel derby con l’Arsenal di sabato prossimo. Non a caso è il miglior assist-man di sempre della Premier League.
PETR CECH – LA BANDIERA DEL CHELSEA
Petr Cech in Inghilterra ha vinto tutto. Con il Chelsea ovviamente. In 11 stagioni con i Blues ha collezionato 4 Premier League, 4 Fa Cup, 3 Coppe di Cega, 2 Community Shield, 1 Champions e una Europa League. E’ uno dei portieri più forti della storia del Chelsea, squadra con la quale ha totalizzato 333 presenze. Allo Stamford Bridge ha vissuto momenti felici e tragici, soprattutto uno che ha segnato la sua carriera e la sua vita. In Reading-Chelsea, il 14 Ottobre 2006, dopo uno scontro con un difensore dei padroni di casa, riporta una frattura al cranio.
Dopo quell’evento in pochi credono che possa tornare ai livelli precedenti, ma il portiere ceco rientra dopo poco più di 3 mesi con un caschetto di protezione che non ha più tolto. Dopo l’infortunio torna ad altissimi livelli giocando un ruolo fondamentale soprattutto nelle vittorie dell’Europa League e della Champions League, nelle quali è indiscusso protagonista. Nell’ultima stagione in Blues le gerarchie cambiano e Courtois lo scavalca nel ruolo di portiere titolare.
Cech decide che è ora di salutare e nel giugno 2015 firma per l’Arsenal. Da portiere “finito” conquista ad Agosto la Community Shield, battendo proprio il Chelsea. Ora all’Arsenal è titolare fisso e può godersi qualche altra stagione con la maglia rossa dei Gunners.